Era il 31 gennaio 2020 quando l’allora governo Conte bis decise di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. La sua durata sarebbe dovuta essere di soli sei mesi, ma in seguito intervennero le varie proroghe con cui si è giunti ad una durata complessiva che il 31 luglio toccherà i 18 mesi.

Lo stato di emergenza, stando a quanto stabilito nell’ordinamento giuridico italiano, può essere proclamato per un periodo massimo di 12 mesi e prorogato per un massimo di ulteriori 12 mesi.

Questo in seguito alla modifica che è stata apportata al Codice della Protezione Civile con il decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018, in quanto in precedenza la durata massima era di 6 mesi più ulteriori 6 mesi, mentre in seguito è stata di fatto raddoppiata.

Anche con la fine dello stato di emergenza il ritorno alla normalità resta lontano

Quasi un anno e mezzo in stato di emergenza quindi, con la possibilità che venga prorogato ancora una volta fino al mese di gennaio 2022. Eppure stando alle recenti indiscrezioni questo scenario potrebbe essere quello meno probabile visto che il presidente del Consiglio pare aver accennato alla possibilità che lo stato di emergenza termini proprio il 31 luglio prossimo.

Il premier Mario Draghi a quanto pare sta seriamente valutando la possibilità di non prorogare ulteriormente lo stato di emergenza, anche per dare un ulteriore segnale di graduale ritorno alla normalità.

Stato di emergenza o no, tuttavia, alcuni meccanismi sono stati messi in moto ed un vero e proprio ritorno alla normalità non solo non sarà possibile a partire dal 1° agosto, indipendentemente dalla eventuale mancata proroga, ma non è neppure prospettabile nel prossimo futuro.

È infatti molto più realistico pensare che i governi che hanno spostato la politica di lockdown e restrizioni, abbiano intenzione di condizionare le libertà dei cittadini all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e soprattutto alla disponibilità di sottoporsi alla sperimentazione del vaccino contro il Covid-19, sperimentazione che non terminerà prima del 2022.

Fine dello stato di emergenza il 31 luglio? Potrebbe esserci un problema

Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma effettivamente non possiamo escludere che il 31 luglio termini lo stato di emergenza. Tuttavia alcuni fattori potrebbero ‘costringere’ il governo guidato dall’ex presidente della Bce a un’ulteriore proroga, ed ecco per quale ragione.

La struttura del commissario straordinario, ruolo attualmente ricoperto dal generale Francesco Figliuolo, è legata a filo doppio allo stato di emergenza, senza l’uno cessa di esistere anche l’altro,

Per fare in modo che il generale Figliuolo resti pienamente operativo infatti occorrerebbe prorogare ulteriormente lo stato di emergenza oppure approvare una norma apposita.

Difficile pensare che sia possibile che già a fine luglio il generale Figliuolo abbia terminato il proprio operato. La struttura commissariale probabilmente dovrà restare in piedi anche per la seconda metà del 2021, ed in questo caso si arriverebbe alla scadenza massima, vale a dire quella dei due anni, cioé 12 mesi più ulteriori 12.

Si pensa infatti che sia necessario che il commissario straordinario all’emergenza resti in carica sia per garantire che la campagna vaccinale proceda a ritmi serrati, sia per far passare l’attività che si svolge negli hub vaccinali nelle mani di pediatri e medici curanti, strutture più vicine al cittadino che dovrebbero essere in grado di portare avanti le vaccinazioni anti Covid per gli anni a venire.

Stato di emergenza o no infatti il vaccino anti-Covid dovrà continuare ad essere somministrato con fino a 3 dosi ogni 9/12 mesi, ma la somministrazione non potrà continuare ad essere a carico del sistema centralizzato degli hub.

Nonostante questo, stando a quanto riporta La Repubblica, per quel che riguarda la fine dello stato di emergenza il 31 luglio “Mario Draghi ci crede davvero, a questa svolta, per il premier il vaccino è antidoto alla crisi: a quella sanitaria ma anche economica”.

Per i prossimi mesi infatti diversi osservatori prevedono l’arrivo del tanto atteso rimbalzo del PIL. La ripartenza dell’economia sarebbe anche legata alla percezione di una emergenza sanitaria ormai sotto controllo, e se il 31 luglio dovesse arrivare lo stop allo stato di emergenza, anche il Cts (Comitato Tecnico Scientifico) cesserebbe la sua attività.

A partire dal 1° agosto quindi potrebbe essere stato smantellato il Cts, ma potrebbe restare in piedi la figura commissariale e quindi l’incarico del generale Figliuolo.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.