L’arrivo del Covid-19, e con esso la decisione dei governi di alcuni Paesi del mondo di gestire l’emergenza attraverso lockdown e restrizioni, non ha fatto altro che accelerare un processo che in realtà era già in corso.
Il mondo si trova ora in una situazione di estrema instabilità. Su Money.it si parla di un Pianeta sull’orlo del baratro, facendo seguito alle recenti dichiarazioni dell’ex segretario dell’Onu il quale ha lanciato l’allarme sulle numerose crisi attualmente in corso che ne minacciano la stabilità sociale ed economica.
Stabilità invero ampiamente compromessa non tanto per la comparsa del nuovo Coronavirus quanto per la gestione politica dell’emergenza che nelle grandi economie occidentali in particolare ma non solo, è stata improntata su pesanti limitazioni dei diritti individuali a cominciare dal diritto al lavoro, con conseguente crisi economica e sociale senza precedenti e, probabilmente, senza ritorno.
Ban Ki-moon, ex segretario dell’Onu ha avvertito i governi delle maggiori economie mondiali di quali sono i rischi rappresentati dalla situazione attuale, spiegando che le scelte che verranno operate nei prossimi 10 anni saranno di importanza determinante per riuscire ad evitare diversi disastri.
Ma quali sono esattamente questi rischi? L’ex segretario dell’Onu accenna al problema del cambiamento climatico, dell’emergenza acqua, ma si parla anche delle disuguaglianze di genere e non solo.
Ban Ki-moon: “2 miliardi di persone non hanno acqua potabile”
Non è esattamente il Covid-19 il principale problema di circa un terzo della popolazione del Pianeta. L’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha infatti spiegato che attualmente nel mondo “ci sono ancora 2 miliardi di persone che non hanno acqua potabile sicura, più 1,5 miliardi che non hanno elettricità e ci sono più di 60 milioni di scolari che non vanno a scuola, nemmeno la scuola elementare…”.
Ban Ki-moon è stato alla guida dell’ONU tra il 2007 e il 2016, e ora lo vediamo intento a lanciare un allarme che arriva nelle case di milioni di cittadini americani e non attraverso la CNBC.
Ora è arrivato il momento di intervenire per cambiare rotta, perché quello che accadrà nei prossimi 10 anni sarà determinante per evitare che la situazione sfugga di mano. Nei prossimi 10 anni si dovrà lavorare sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite perseguendo i 17 obiettivi creati dall’Onu stessa attraverso i quali si intende agire sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale entro il 2030.
E se si dovesse fallire, se i risultati non dovessero arrivare, allora le conseguenza sull’intero Pianeta saranno disastrose. Si tratterebbe di un fallimento globale che porterebbe ad ancor più povertà e disuguaglianza sociale, carenza di beni primari a cominciare dall’acqua con conseguenti perdite economiche e conflitti sociali.
Acqua e ambiente due obiettivi fondamentali per evitare il disastro
Parlando con l’ex segretario delle Nazioni Unite, Patrick Verkooijen, CEO del Global Center for Adaptation, ha spiegato che “siamo assolutamente impreparati per la prossima crisi, l’emergenza climatica“.
“Il 90% di tutti i disastri naturali sono legati all’acqua” ha poi sottolineato Verkooijen “più inondazioni, più siccità, più tempeste, più incendi. Negli ultimi due decenni questi disastri climatici sono raddoppiati. Mezzo milione di persone hanno perso la vita e oltre 2.000 miliardi di dollari sono state le perdite economiche”.
Quello che ha affermato il CEO del Global Center for Adaptation è confermato dai dati ufficiali, secondo i quali nel corso del 2017 tre tempeste hanno avuto un costo per l’economia degli Stati Uniti, di circa 265 miliardi di dollari. Una sola tempesta verificatasi nel 2020 ha causato danni per circa 55 miliardi di dollari sempre negli USA.
Il rischio è che a questa emergenza se ne aggiungano altre, come peraltro sta avvenendo con l’impennata del numero di persone in condizioni di povertà assoluta e la crescita esponenziale delle disuguaglianze sociali dovute a lockdown e restrizioni imposte in chiave anti-Covid in molti Paesi del mondo.
Se alle emergenze in corso si aggiungono anche carenza alimentare, mancanza di istruzione, città sempre meno sicure, i possibili scenari futuri non possono che offrire un quadro che definire allarmante è un eufemismo.
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