Un parere contrario alla decisione di mantenere in vigore la norma del coprifuoco dalle 22 alle 5 in tutto il territorio nazionale lo aveva espresso nei giorni scorsi anche l’epidemiologa Antonella Viola, ed ora sullo stesso tema è intervenuto anche l’infettivologo Matteo Bassetti confermando che si tratta di una “ripicca e scelta politica”.
Nessuna base scientifica a sostegno della norma del coprifuoco che è stata imposta a 60 milioni di cittadini italiani già da oltre 6 mesi. Una norma che è stata confermata con l’emanazione del nuovo decreto del governo di Mario Draghi, e che a detta di ministri come Patuanelli e Gelmini sarebbe stata decisa in accordo con il Comitato Tecnico Scientifico.
In realtà anche il Cts si è trovato in questi giorni a chiarire una posizione assolutamente diversa da quella che era stata indicata da alcuni esponenti politici. Dal Cts hanno infatti fatto sapere che non solo non sono stati consultati sulla possibilità di confermare il coprifuoco fino a fine maggio, ma non ebbero ad esprimersi neppure sei mesi fa quando il coprifuoco fu introdotto per la prima volta.
Bassetti sul coprifuoco: “una ripicca contro le Regioni”
L’infettivologo Bassetti non scende più di tanto nei dettagli per quel che riguarda le ragioni sulle quali si è basata la decisione del governo Draghi di confermare il coprifuoco fino a fine maggio, e si limita a parlare di “una ripicca contro le Regioni” aggiungendo che a suo avviso “non ha senso non spostarlo alle 23”.
Il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha anche sottolineato che “andiamo incontro all’estate con fiducia, ha poco senso penalizzare ancora le attività, è quindi ragionevole spostare il coprifuoco alle 23″.
Dal governo però non sembra vi sia una particolare propensione all’ascolto di quelle che sono le evidenze scientifiche, né le evidenti difficoltà dei cittadini ai quali si continuano ad imporre norme pesantemente limitanti delle libertà individuali anche quando sono palesemente inutili nell’ambito del contenimento del contagio.
“Mi sembra una scelta politica” ha detto Matteo Bassetti “che male c’è, dico io, a tenere aperti la sera, fino alle 23, i locali, i ristoranti? Parliamo di rischio calcolato. Del resto, anche il premier Draghi ha ammesso che il rischio zero non esiste. Quel rischio di mille volte inferiore dipende dalla bella stagione, sarebbe stupido non sfruttarla. Il coprifuoco alle 22 mi sembra una ripicca nei confronti delle regioni, che chiedevano un’ora in più”.
“Ci voleva coraggio. I contagi sono vicini allo zero. Gli esercizi pubblici sono i primi, nel loro stesso interesse, a rispettare le norme della sicurezza” coraggio che però c’è stato ma speso in tutt’altra direzione.
Da notare infatti che la stragrande maggioranza delle Regioni italiane è governata da giunte di centrodestra, mentre il ministro della Salute Roberto Speranza è l’esponente di un partito di centro sinistra (LeU) che peraltro gode di percentuali di consenso che forse arrivano a toccare il 2%, ma probabilmente molto meno.
Bassetti ricorda lo studio irlandese “solo un contagio su mille è all’aria aperta”
Non vi è quindi alcuna necessità di tipo sanitario per cui sia necessario vietare ai cittadini di uscire di casa dalle 22 alle 5, e tuttavia la norma del coprifuoco resta in vigore fino a fine maggio, con la possibilità che qualcosa cambi a metà maggio, ma solo se il quadro epidemiologico lo permetterà, fanno sapere dall’esecutivo.
Una precisazione quantomeno bizzarra visto che, come abbiamo visto, stando alle evidenze scientifiche la misura del coprifuoco è praticamente ininfluente sull’andamento dei contagi. Il governo insomma si ostina a tentare di far passare decisioni politiche di carattere autoritario come disposizioni adottate a difesa della salute pubblica nonostante le evidenze scientifiche indichino che così non è.
A tal proposito l’infettivologo Bassetti ha ricordato il risultato di uno studio irlandese basato sui dati dell’Health Protection Surveillance Center (HPSC), che è l’autorità che registra i bollettini in Irlanda. Secondo questo studio su 232.164 casi di Covid-19 fino al 24 marzo 2021, solo 262 sono risultati dalla trasmissione dell’infezione all’aperto.
Infatti Bassetti ha sottolineato: “i contagi all’aria aperta saranno uno su mille, ha poco senso colpevolizzare le strutture in esterni, si perde di vista l’obiettivo. Occorrerebbe piuttosto limitare i contagi dove si concentrano, sui mezzi pubblici, in famiglia, negli ospedali. Ma bar e ristoranti lasciateli stare. Credo sia sbagliato puntare il dito sempre contro le attività regolamentate”.
“Siamo stati sei mesi chiusi e i contagi continuavano a crescere a prescindere” ha aggiunto ancora Bassetti nel corso di una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale.
Bassetti: “non trovo evidenze scientifiche sui reali benefici del coprifuoco”
Il concetto che il professor Matteo Bassetti ha espresso nel corso dell’intervista rilasciata a Quotidiano Nazionale è stato da lui ribadito anche attraverso la sua pagina facebook, dove ha scritto: “se cerco evidenze scientifiche sui reali benefici di questo presidio stento a trovarne. Soprattutto quando si parla di un’ora o due in più”.
E ancora “la scelta del tenerci a casa 5, 6 o 7 ore al giorno è molto più politica che non scientifica” ed auspica poi che il coprifuoco “si possa presto accorciare o eliminare perché i contagi scendono e gli ospedali respirano”.
Se è difficile, per stessa ammissione del professor Bassetti, trovare delle evidenze scientifiche che il coprifuoco abbia una sua utilità al fine di contenere la diffusione del contagio, è piuttosto facile invece trovarne che dimostrino il contrario.
Abbiamo già citato lo studio irlandese, ma ve ne sono anche altri, come ad esempio uno studio realizzato in Cina che ha rivelato come su un campione di 1.245 persone risultate positive al Covid-19, solo 3 contagi erano avvenuti all’aperto tra persone che stavano conversando senza mascherina. Vi è poi uno studio realizzato dall’università della California che dimostrerebbe che contrarre il Covid-19 in uno spazio chiuso è 19 volte più facile che in uno spazio all’aperto.
Bassetti: “in Italia sembra mancare una logica sulle riaperture”
L’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova ha commentato la situazione in cui si trova l’Italia sottolineando come la sensazione sia che manca una logica sulle riaperture. “In Italia sembra mancare una logica. Forse è passato il concetto ‘azzoppare tutti, così tutti corriamo meno veloci’. Lo stesso criterio che ha portato a precludere l’ingresso negli stadi anche con pochissimi tifosi distanti tot metri uno dall’altro”.
E tuttavia Bassetti indica uno spiraglio di luce. “Qualcosa sta cambiando, non dico liberi tutti, ma le attività ripartono come già accade nel resto d’Europa” dice Bassetti che vede un quadro in netto miglioramento anche grazie agli anticorpi monoclonali.
Non solo “oggi poi siamo più bravi a fare diagnosi, sappiamo già quali parametri controllare, quali radiografie richiedere, quali farmaci usare. Abbiamo gli strumenti, i vaccini. Insomma, cerchiamo di andare incontro all’estate con fiducia”.
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