È fissato per la giornata di domani, venerdì 23 aprile 2021, il Consiglio dei Ministri nel corso del quale verrà presentato il piano italiano per il Next Generation Eu. Sarà in questa occasione che si avranno maggiori dettagli su quali siano le misure e i numeri che il governo intende mettere in campo nell’ambito del piano per il rilancio del Paese.
Nei giorni scorsi si è parlato molto di quali siano esattamente i punti che il piano messo a punto da Mario Draghi intende fissare, quali gli obiettivi e le priorità, quali i fondi e le tempistiche necessari.
Prima del via libera definitivo del Cdm la squadra di governo, tra cabina di regia e capidelegazione, dovrà definire gli ultimi dettagli di un piano per il quale complessivamente vengono stanziati circa 221,5 miliardi di euro.
Da una parte ci sono i 191,5 miliardi che arrivano direttamente dal Recovery Fund – 138,5 miliardi dei quali andranno a finanziare nuovi progetti, mentre i restanti 53 miliardi serviranno per coperture di progetti già avviati – mentre dall’altra ci sono i 30,04 miliardi previsti dal Fondo complementare ottenuti grazie al nuovo scostamento di bilancio, e che andranno a finanziare progetti altrimenti esclusi dal piano.
Per entrambi i fondi sono previste le stesse procedure semplificate, come richiesto da tutti i partiti che sostengono il governo dell’ex presidente della Bce, e sono stati fissati obiettivi intermedi e target, tuttavia le risorse che arrivano dallo scostamento di bilancio non prevedono alcuna rendicontazione presso l’Ue, e possono essere spese anche dopo il 2026 in alcuni casi.
È stata inoltre confermata la struttura in 6 missioni e 16 componenti mentre per quel che riguarda la suddivisione delle risorse il piano prevede quanto segue:
- 42,55 miliardi per digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura dei quali 38,25 saranno destinati interamente a nuovi progetti
- 57 miliardi per rivoluzione verde e transizione ecologica (34,6 per nuovi progetti)
- 25,33 miliardi per infrastrutture e mobilità sostenibile (14,13 per nuovi progetti)
- 31,88 miliardi per istruzione e ricerca (24,1 per nuovi progetti)
- 19,12 miliardi per inclusione e coesione (14,81 per nuovi progetti)
- 25,63 miliardi per la salute (12,65 per nuovi progetti)
Le risorse messe in campo con il fondo complementare
Ai 191,5 miliardi di euro messi in campo con il Recovery Fund, si vanno ad aggiungere i 30 miliardi di euro che arrivano dallo scostamento di bilancio recentemente approvato dal Parlamento che vanno a confluire nel cosiddetto Fondo complementare.
Questo fondo assegna alla missione per il digitale altri 6,13 miliardi di euro, 1 miliardo dei quali servirà per diffondere il 5G, mentre 400 milioni di euro andranno ad un potenziamento delle connessioni internet nelle strade extraurbane.
Il fondo complementare prevede poi l’assegnazione di altri 11,65 miliardi di euro alla Rivoluzione verde, una parte dei quali andrà a finanziare misure quali il Sismabonus e l’Ecobonus, a compensare il cale della quota europea rispetto alla versione originale redatta dal governo giallo-rosso per un totale di 8,25 miliardi sugli oltre 11 e mezzo previsti per questo obiettivo del piano.
Altri 6,12 miliardi di euro andranno alle infrastrutture per una mobilità sostenibile mentre all’inclusione e coesione vanno 3,25 miliardi e, da ultimo, alla Salute 2,89 miliardi di euro. Dato quest’ultimo che non può che innescare una serie di domande in merito a quali siano le priorità del governo ad ormai un anno e mezzo dalla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria.
Se vi è una emergenza sanitaria, per quale motivo gli stanziamenti di risorse non sono destinati soprattutto al potenziamento della Sanità pubblica in modo tale da poter fronteggiare l’attuale diffusione del Covid-19 ed eventuali future pandemie peraltro già preannunciate da più parti?
Come verranno ripartire le risorse?
Per quel che riguarda i fondi che arrivano da Bruxelles, l’intervento da circa 5 miliardi per sostenere il piano cashback per disincentivare l’uso del denaro contante non ci sarà. Vengono invece confermati gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultra-larga con un ampliamento delle risorse fino a 5,3 miliardi 4 dei quali per nuovi progetti.
Alle politiche industriali di filiera e internazionalizzazione andranno circa 2 miliardi di euro, mentre poco meno di 1 miliardo andrà alle tecnologie satellitari e all’economia spaziale.
Altri 6,1 miliardi andranno a turismo e cultura, 6,14 miliardi per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, 1,27 miliardi per interventi per l’innovazione della Pubblica Amministrazione.
Per quel che riguarda poi i grandi obiettivi del piano, il 24% degli investimenti previsti va alla digitalizzazione, il 38% al contrasto del cambiamento climatico, e poco più del 10% alla coesione sociale.
Nell’ambito del piano sono previste diverse riforme tra le quali ricordiamo la riforma della giustizia e quella della pubblica amministrazione.
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