È stata già completata la stesura della bozza del decreto con il quale il governo guidato dall’ex presidente della Bce provvederà ad avviare quel graduale processo di riapertura del Paese, con le sue attività commerciali e la ripresa degli spostamenti, seppur con alcune limitazioni.

Di ritorno alla normalità non si parla nemmeno, e questo sembra dare ragione, almeno per il momento, a chi ha sempre affermato in modo oltremodo chiaro, che ci si dovrà abituare ad una nuova normalità, uno stile di vita che evidentemente prevede una drastica riduzione delle libertà di cui i cittadini dei cosiddetti Paesi democratici hanno goduto fino ad oggi da almeno settant’anni.

Con il nuovo decreto torna la zona gialla

Sembra debba essere questa la massima aspirazione dei cittadini, una parte dei quali ha probabilmente accettato che tutto sommato le limitazioni vigenti in zona gialla sono il giusto compromesso tra sicurezza e libertà.

Un compromesso che però è tutt’altro che in grado di offrire uno stile di vita dignitoso, e questo vale soprattutto per coloro che ancora oggi stanno tentando di tirare avanti con la propria attività, compiendo un sempre più rocambolesco slalom tra regole senza senso e profondamente contraddittorie, nonché totalmente prive nella maggior parte dei casi anche delle più elementari fondamenta scientifiche.

Con il ripristino della zona gialla almeno 11 o 12 Regioni potranno ottenere a partire dal 26 aprile un ulteriore allentamento delle misure restrittive, con la riapertura di bar e ristoranti anche a cena ma con posti a sedere solo all’aperto, ed il via libera alle attività sportive compresi gli sport di contatto.

Nella bozza del decreto le regole per gli spostamenti dal 26 aprile

In zona gialla dal 26 aprile sono consentiti inoltre gli spostamenti sull’intero territorio della propria Regione, con la possibilità di spostarsi fuori Regione senza alcun bisogno di autocertificazione o di alcun pass se l’altra Regione si trova anch’essa in zona gialla.

Nella bozza del decreto leggiamo infatti che per gli sposamenti tra Regioni in zona gialla non ci sono limitazioni, ma “gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori delle Regioni e delle Provicne autonome collocati in zona arancione o rossa sono consentiti ai soggetti muniti delle certificazioni verdi“.

Nella bozza del decreto viene anche specificato in cosa dovrebbe consistere il pass verde, la cui normazione dovrebbe essere presentata in Cdm nella giornata di oggi 21 aprile. La sua validità dovrebbe essere di sei mesi per guariti e vaccinati, e si ridurrebbe a sole 48 ore per coloro che hanno effettuato un test molecolare o antigenico con esito negativo.

Viene anche specificato che il pass verde potrà essere sia in formato digitale che in formato cartaceo, e che sono previste delle sanzioni per chi lo falsifica che possono arrivare fino alla reclusione. Leggiamo infatti nella bozza del decreto che:

“Se alcuno dei fatti previsti dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489, anche se relativi documenti informatici di cui all’articolo 491-bis del codice penale, ha ad oggetto le certificazioni verdi Covid-19 di cui all’articolo 10, comma 2, si applicano le pene stabilite nei detti articoli aumentate di un terzo”.

“Se la certificazione verde Covid-19 contraffatta o alterata è utilizzata per svolgere attività o compiere spostamenti vietati ai sensi del presente decreto, si applicano anche le relative sanzioni amministrative previste dall’articolo 4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19”.

Dal 26 aprile riaprono le scuole in presenza

A partire dall’inizio della prossima settimana riaprono le scuole in tutte le Regioni che si trovano in zona gialla o arancione con didattica in presenza fino alle scuole superiori dal 60% al 100%. Nelle Regioni in zona rossa invece la didattica in presenza sarà fino alla terza media, con le scuole superiori che faranno didattica a distanza e in presenza al 50%. Nella bozza del decreto si legge infatti quanto segue:

“Dal 26 aprile e fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia, dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado, almeno per il 50 per cento della popolazione studentesca”.

Il decreto specifica anche che a ridurre le attività didattiche in presenza non potranno intervenire provvedimenti amministrativi locali, né attraverso deroghe delle Regioni, né delle province autonome di Trento e Bolzano, così pure non potranno intervenire i sindaci.

Viene invece sottolineato che l’unica deroga “è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l’applicazione a specifiche aree del territorio”.

La bozza del decreto specifica inoltre che “le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, affinché nella zona rossa, sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50% e, fino a un massimo del 75%, della popolazione studentesca e, nelle zone gialla e arancione, ad almeno il 60% e fino al 100% della popolazione studentesca. La restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza”.

Riaprono bar e ristoranti anche a cena

Nella bozza del decreto troviamo anche la riapertura di bar e ristoranti già a partire dal 26 aprile per le Regioni in zona gialla, ma in realtà vengono anche stabilite delle limitazioni molto pesanti che costringeranno alcuni ristoratori ad attendere ancora prima di poter riaprire.

Il decreto stabilisce infatti che dal 26 aprile i ristoranti potranno servire i tavoli anche per cena, ma solo per gli spazi all’aperto. Il che naturalmente pone dei pesanti limiti in tutte quelle località, specie nelle Regioni del Nord, dove il clima non permette ancora di fruire dei tavoli situati all’aperto, specie per cena.

Non solo, perché bisogna anche considerare che non tutti i ristoratori dispongono di spazi all’aperto, e questo rappresenterebbe quindi un elemento altamente discriminante perché sarebbero autorizzati a lavorare solo alcuni ristoratori mentre per gli altri di fatto resterà in vigore il divieto. Nella bozza viene però stabilito che le regole cambiano nel mese di giugno, infatti leggiamo quanto segue:

“Dal 1° giugno, nella zona gialla, le attività dei servizi di ristorazione sono consentite anche al chiuso, con consumo al tavolo, dalle ore 5 fino alle ore 18, o fino a un diverso orario stabilito con deliberazione del Consiglio dei ministri”.

In zona gialla via libera anche agli sport di contatto

Dopo uno stop di oltre 6 mesi, il governo ha deciso finalmente di concedere ai cittadini la possibilità di praticare attività sportive compresi gli sport di squadra anche laddove si tratti dei cosiddetti sport di contatto.

Il via libera riguarderà naturalmente solo le Regioni in zona gialla, e permetterà di tornare a giocare a calcetto e agli altri sport di contatto già a partire dal 26 aprile. Resta tuttavia il divieto di utilizzare gli spogliatoi. Nella bozza si legge quanto segue:

“A decorrere dal 26 aprile 2021, in zona gialla, nel rispetto delle linee guida vigenti, è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto. È comunque interdetto l’uso degli spogliatoi”.

Per le palestre invece si dovrà attendere qualche settimana in più, infatti nella bozza la data fissata è quella del 1° giugno, mentre per e piscine all’aperto il via libera, sempre per le Regioni in zona gialla, arriverà già dal 15 maggio.

“A decorrere dal 15 maggio 2021, in zona gialla, sono consentite le attività di piscine all’aperto in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”.

“A decorrere dal 1° giugno 2021 in zona gialla sono consentite le attività di palestre in conformità ai protocolli e alle linee guida adottati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulla base dei criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”.

Il 26 aprile riaprono cinema e teatri

Mentre nelle chiese di tutta Italia le cerimonie hanno continuato a svolgersi, per cinema e teatri lo stop è stato decretato già da diversi mesi, e solo ora si parla finalmente di riaprire, seppur con tutta una serie di limitazioni che dovrebbero avere lo scopo di ridurre al minimo il rischio dei diffusione del contagio.

A partire dal 26 aprile, stando a quanto troviamo scritto nella bozza del decreto, potranno riaprire sia i cinema che i teatri e potranno ricominciare a tenersi spettacoli dal vivo seppur con capienza ridotta al 50% e con un pubblico di massimo 1000 persone se all’aperto, o 500 persone se al chiuso. La bozza del decreto recita infatti quanto segue:

“A decorrere dal 26 aprile 2021, in zona gialla gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale”.

“La capienza consentita non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala”.

“Le attività devono svolgersi nel rispetto delle linee guida vigenti. Restano sospesi gli spettacoli aperti al pubblico quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni di cui al presente articolo”.

Al via fiere, convegni e congressi

Il decreto la cui bozza viene presentata oggi 21 aprile sul tavolo del Consiglio dei Ministri, stabilisce anche che a partire dal 1° luglio nelle Regioni in zona gialla potranno di nuovo svolgersi fiere, convegni e congressi. Nella bozza si legge infatti:

“È consentito dal 1° luglio 2021 in zona gialla lo svolgimento in presenza di fiere nel rispetto dei limiti e delle modalità previsti dai provvedimenti di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti, ferma restando la possibilità di svolgere, anche in data anteriore, attività preparatorie che non prevedono afflusso di pubblico”.

“Dal 1° luglio 2021 in zona gialla sono altresì consentiti i convegni e i congressi, nel rispetto dei limiti e delle modalità previsti dalle deliberazioni di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti”.

Dal 1° luglio riaprono terme, parchi tematici e lunapark

È stata fissata al 1° luglio la riapertura per terme, parchi tematici e lunapark, e naturalmente nella bozza del decreto viene specificato che dovranno essere rispettati protocolli e linee guida che dovrebbero avere la funzione di contenere al minimo il rischio di diffusione del contagio. Il testo del decreto recita infatti quanto segue:

“Dal 1° luglio 2021 sono consentite in zona gialla le attività dei centri termali, nel rispetto dei limiti e delle modalità previsti dai provvedimenti di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti”.

“Dal 1° luglio sono consentite le attività dei parchi tematici e di divertimento, nel rispetto dei limiti e delle modalità previsti dai provvedimenti di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legge n. 19 del 2020 e da protocolli e linee guida definiti con i medesimi provvedimenti”.

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