Non ci saranno ritardi da parte dell’Italia nella presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che infatti stando a quanto è stato confermato dal governo nei giorni scorsi, sarà presentato a Bruxelles il 30 aprile.

Il Piano messo a punto dall’esecutivo guidato da Mario Draghi partendo dal lavoro fatto anche dal governo Conte prima della crisi provocata da Matteo Renzi, verrà invece presentato per l’approvazione da parte dei due rami del Parlamento il 26 e il 27 aprile.

Il Pnrr non subirà nessuno slittamento a maggio

L’Italia sta rispettando i tempi e non mancherà all’appuntamento con l’esecutivo comunitario per l’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza già fissato per il 30 aprile prossimo.

Non ci sarà quindi nessuno slittamento al mese di maggio, come invece qualcuno aveva iniziato a ipotizzare. Il presidente del Consiglio ha incontrato, nel pomeriggio di giovedì 15 aprile la delegazione del Movimento 5 Stelle e successivamente anche quella della Lega di Salvini. Poi nella giornata di venerdì gli incontri sono proseguiti con Forza Italia e Partito Democratico, mentre nella giornata di ieri è stata la volta di Fratelli d’Italia e Italia Viva.

Tutto pronto quindi per andare avanti con la tabella di marcia che prevede per i giorni 26 e 27 aprile il passaggio da Camera e Senato. Da Palazzo Chigi hanno confermato infatti che “l’Italia presenterà puntualmente il 30 aprile il PNRR”.

I punti cardine del PNRR

Nel Pnrr non si parla solo delle riaperture, che pure sono previste come inevitabile che sia a meno che non si intenda distruggere quel poco che resta dell’imprenditoria. Il piano prevede infatti il ripristino della zona gialla con un leggero anticipo, già dal 26 aprile, e “si dà la precedenza alle attività all’aperto e alle scuole”.

Nel Pnrr viene evidenziato che le riaperture “portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza dell’economia”, e le previsioni dell’esecutivo per quel che riguarda i risultati continuano a sembrare piuttosto ottimistiche, infatti Draghi prevede un “rimbalzo molto forte nei prossimi mesi”.

Il premier ha spiegato che “poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita” precisando che “il rimbalzo è certo, non è sicuro esattamente quanto forte sarà. Ma dobbiamo lavorare sulla sfida di assicurare che dopo la ripresa dei prossimi mesi continueremo a crescere e tenere alto il livello dell’occupazione, dopo tantissimi anni in cui purtroppo la situazione è stata diversa”.

Il progetto che il premier ha tratteggiato è quello di portare il Paese su un binario di crescita duraturo che possa permettere all’Italia di recuperare terreno anche nel lungo periodo in termini di efficienza e competitività.

Con il Pnrr riduzione del gap strutturale e transizione ecologica

Il Piano messo a punto dal governo Draghi fissa tra gli obbiettivi quello di chiudere il gap strutturale col quale l’Italia si trova costantemente costretta a fare i conti. Per ottenere questo risultato servirà una riforma di grande respiro sulle semplificazioni amministrative che potrebbe essere messa in campo già dal mese di maggio 2021.

Il processo di semplificazione rappresenta uno dei punti cardine del Pnrr, senza il quale gli altri 72 miliardi di euro di investimenti previsti per i prossimi 10 anni rischiano di non portare i risultati sperati.

Un altro punto cardine del Pnrr è la riforma della pubblica amministrazione, alla quale si affianca poi la riforma della giustizia che potrebbe arrivare non prima del secondo semestre 2021.

Una buona parte delle risorse messe in campo per la realizzazione del Pnrr riguardano poi il tema della transizione ecologica, infatti a tal proposito il presidente del Consiglio ha evidenziato che “al di là dell’entità dello scostamento di bilancio, va sottolineato il percorso di rientro dal deficit, che solo nel 2025 vedrà il 3%”.

“È una scommessa sulla crescita: se sarà quella che ci attendiamo da tutti i nostri provvedimenti vinceremo la scommessa senza una manovra correttiva” ha spiegato quindi Mario Draghi, specificando poi: “vogliamo una crescita sostenibile, rispettosa dell’ambiente, il Pnrr è un piano che dispiega la transizione ecologica”.

È una scommessa sul debito buono, perché qui non è più questione se fare o non fare debito. Abbiamo fatto e faremo debiti, ma va investito bene. Per fare questo bisogna che le norme che disciplinano gli investimenti siano semplificate” ha quindi spiegato il premier, concludendo poi che gli investimenti devono essere fatti e che non devono esserci né ritardi né rallentamenti.

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