Ancora una volta ci si trova a fare i conti con una realtà alla quale troppo spesso si presa poca attenzione. È innegabile la necessità di stabilire in che modo ridurre il rischio di diffusione del contagio in base alle evidenze scientifiche e in base ai pareri, spesso peraltro molto discordanti, del mondo scientifico, ma le scelte da fare poi sono altrettanto innegabilmente di carattere politico.
Basti pensare all’assunzione di alcolici o al fumo, su cui non mancano certo le evidenze scientifiche a sostegno del fatto che arrecano danno alla salute. Tuttavia la decisione di permetterne la vendita non va ‘contro la scienza’, ma si rende necessaria anche a fronte dei pessimi risultati ottenuti ad esempio con il proibizionismo.
E anche nell’ambito dell’emergenza Coronavirus il compito della politica non cambia, si pone infatti l’esigenza di trovare un compromesso tra le indicazioni del mondo scientifico, che per inciso andrebbero ascoltate nella loro pluralità e non invece fissando dei dogmi come sta accadendo, e le esigenze di vita pratica della popolazione.
I cittadini insomma dovranno pur tornare a vivere e, come sempre più numerosi pareri del mondo scientifico sostengono, iniziare a convivere con il Coronavirus. La campagna vaccinale procede più rapidamente rispetto a un mese fa, inoltre l’arrivo della stagione calda offre un margine molto ampio come abbiamo visto la scorsa estate, per non parlare del fatto che la curva epidemiologica mostra un netto miglioramento.
A partire dal 26 aprile infatti si inizierà con l’allentamento delle misure di contenimento in tutta Italia. La zona gialla che era stata sospesa almeno fino al 30 aprile, viene invece ripristinata già a partire dalla prossima settimana, e dovrebbero essere almeno 11 o 12 le Regioni con le carte in regola per passare dalla zona arancione alla fascia di rischio immediatamente inferiore.
Meloni sul coprifuoco “non ha alcun senso”
Con il ritorno della zona gialla potranno riaprire bar e ristoranti anche la sera, per cominciare, e nelle settimane seguenti è previsto che riaprano anche cinema e teatri. Tutto questo però è in evidente contrasto con la permanenza del coprifuoco alle 22 cui il ministro della Salute Roberto Speranza (LeU) sembra ancora molto ‘affezionato’.
Nelle scorse ore però i pareri critici rispetto alla posizione come sempre oltremodo rigorista del ministro Speranza si sono moltiplicati. Non è una sorpresa che una parte dei pareri contrari arrivino dal centro destra con Fratelli d’Italia in prima linea.
Della necessità di rimuovere il coprifuoco ha parlato infatti la leader di FdI, Giorgia Meloni, che al termine dell’incontro sul Recovery Plan che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi ha affermato: “cose come il coprifuoco, che non c’entrano niente con la lotta al contagio, per FdI non si possono più portare avanti. Su questo siamo stati molto fermi”.
“Il coprifuoco non ha alcun senso” ha aggiunto la Meloni “se tu dici che puoi andare al ristorante, al teatro ma entro le dieci di sera, la gente la fai ammassare anche di più e lo abbiamo detto a Draghi”.
Secondo l’immunologa Viola senza coprifuoco “non cambierebbe nulla sotto l’aspetto dei contagi”
I pareri contrari arrivano anche dal mondo scientifico, come sempre accaduto fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus anche se alla cosa è stato dato ben poco risalto. In questo caso a criticare la decisione dell’esecutivo di tenere ancora in vigore la regola del coprifuoco dalle 22 alle 5 è un’immunologa, Antonella Viola.
L’immunologa ha infatti spiegato che “spostare il coprifuoco di un’ora permetterebbe ai ristoratori che stanno investendo nelle strutture all’aperto di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza. Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli”.
Secondo l’immunologa Viola si tratta di “piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza” e ora il governo non potrà fare a meno di tener conto di queste posizioni.
Dalla Lega la proposta di spostare il coprifuoco alle 23
Sulla questione del coprifuoco, a meno di una settimana dalla riapertura di bar e ristoranti in molte Regioni d’Italia, è arrivata insomma una pioggia di critiche che probabilmente indurrà il governo di Mario Draghi a rivedere la misura che è in vigore ormai da diversi mesi.
Ad affrontare l’argomento è stato anche il leader della Lega, che nel corso di una intervista rilasciata a Radio 24 ha proposto di far slittare il coprifuoco alle 23.
“Siamo a metà dell’opera sulle riaperture. Abbiamo ottenuto che valessero le regole della scienza. A Madrid per esempio, bar e ristoranti sono aperti fino alle 23, ma anche cinema, musei e teatri. Uno sforzo nel nome della libertà e della ripartenza è doveroso” ha detto Matteo Salvini.
“Porteremo in Cdm la proposta di allargare il coprifuoco alle 23, lo chiede il buon senso” ha quindi annunciato il leader del Carroccio. “Speranza qualche ascolto ha iniziato a darlo” ha fatto sapere poi.
Tra l’altro anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, sembra essere ormai intento a fare marcia indietro sulla questione coprifuoco, infatti ha affermato: “nel momento in cui decidiamo di riaprire ristoranti all’aperto, cinema e teatri, credo sia ragionevole pensare a posticipare l’orario del coprifuoco. C’è un dibattito in corso, mi auguro che prevalga il buonsenso”.
“Non credo che spostare il coprifuoco di un paio d’ore possa incidere sul contagio in maniera così devastante” ha concluso il sottosegretario Costa.
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