Non che un paio di settimane fa la situazione dei contagi fosse particolarmente preoccupante, ma adesso la percentuale dei positivi per tamponi effettuati è calata ulteriormente attestandosi al momento intorno al 5,6%. Non si rileva invece un calo altrettanto marcato nel numero dei morti registrati come decessi Covid, che nella giornata di ieri erano ancora 551.
La situazione insomma sembra mostrare un complessivo miglioramento, infatti l’elevato numero dei decessi “potrebbe essere dovuto all’accumulo di notifiche”, come riportato dall’Ansa, dove viene anche sottolineato che “la curva delle vittime è inferiore a quella delle precedenti ondate”.
Il governo Draghi prepara un graduale allentamento delle restrizioni
Mentre la Germania si prepara a prorogare il lockdown fino al 18 aprile, con Angela Merkel che lancia l’allarme legato alle nuove varianti nonostante dal punto di vista dei contagi ma anche per quel che riguarda i decessi, la situazione in Germania sia persino migliore di quella che abbiamo in Italia, il governo Draghi valuta la possibilità di andare verso graduali riaperture.
A tal proposito è quindi interessante notare come le restrizioni adottate nei vari Paesi non abbiano dei riferimenti scientifici, ma siano il frutto di scelte politiche. La scelta di misure restrittive più o meno severe risulta del tutto slegata dall’effettivo grado di pericolo per la salute pubblica rappresentato dalla diffusione del Coronavirus.
In Italia comunque il governo sembra incline a valutare la possibilità di cambiamenti graduali nelle misure restrittive dopo le festività di Pasqua. Quando il decreto del 13 marzo scadrà, cioè il 6 aprile, è probabile che si provveda a varare un nuovo Dpcm con minori restrizioni, ma qualcuno ipotizza anche il contrario, e cioè una ulteriore proroga delle misure attualmente in vigore.
Alcune Regioni potrebbero passare da zona rossa a zona arancione prima di Pasqua
In alcune Regioni intanto si sta già pensando alla possibilità di passare dalla zona rossa alla zona arancione prima di Pasqua. Si tratterebbe di soli 5 giorni nella fascia di rischio immediatamente più bassa, ma sarebbe già qualcosa per le Regioni che potrebbero passare in zona arancione tra le quali troviamo in particolare Lombardia e Lazio.
Quanto ai dati del monitoraggio dell’ISS che verranno resi noti venerdì prossimo, sembra sia lecito sperare che mostrino un complessivo miglioramento della situazione a giudicare dai dati sui contagi su base nazionale, con il tasso di positivi per tamponi effettuati che è sceso intorno al 5,6% come abbiamo visto.
il ministro dell’Economia Daniele Franco ha commentato la situazione affermando: “pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda”.
Insomma sembra che quanto accaduto l’anno scorso finirià col ripetersi, vale a dire la pressoché totale scomparsa del virus dal punto di vista clinico con l’arrivo della stagione calda.
In arrivo il nuovo decreto-legge con le misure anti Covid
Il nuovo decreto legge con le misure anti-Covid dovrebbe arrivare la prossima settimana. A confermarlo sarebbero diverse fonti governative, secondo le quali non vi è ancora stata una discussione politica nel merito, ma sarebbe già stato avviato un lavoro istruttorio.
I temi caldi sono anzitutto quello della scuola, ma anche la questione degli spostamenti. Le scuole chiuse infatti stanno causando una lunga serie di disagi alle famiglie, creando problemi ai genitori e danneggiando il percorso dei figli, motivi per cui diversi ministri invocano la riapertura in presenza anche in zona rossa almeno fino alla prima media.
Il ministro dell’Istruzione a tal proposito ha dichiarato secondo quanto riportato dall’ANSA “lavoriamo giorno e notte per poter riaprire”, e sarebbe stato lo stesso ministro a chiedere in Cdm che le scuole siano le prime a riapruire appena possibile nel rispetto delle norme anti-contagio indicate dal Cts, specificando che “i piccoli devono essere i primi a poter tornare”.
L’intenzione di riaprire le scuole prima possibile era stata già esternata dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi, che aveva dichiarato: “la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Riprendendo perlomeno la frequenza fino alla prima media”.
Anche la ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha confermato questa linea d’azione ribadendo la necessità di “valutare la riapertura in zona rossa almeno della scuola d’infanzia e della primaria”.
Alcuni ministri però continuano a spingere per la linea dura, quella dell’estrema prudenza nelle riaperture e portano ad esempio le drastiche scelte di Angela Merkel in Germania, dove comunque scuole e asili restano aperti per il momento, con test antigenici che devono essere effettuati due volte a settimana.
Ma se tutto lascerebbe pensare ad un allentamento delle misure restrittive in linea con il miglioramento del quadro epidemiologico, qualcuno ipotizza che la strada che il governo imboccherà sarà addirittura quella di una proroga delle attuali restrizioni fino al 15 aprile. Altre fonti però smentiscono e assicurano che “ad oggi non è prevista nessuna proroga”.
Tra l’altro nel corso della riunione del pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, il ministro della Salute e i rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, non si sarebbe parlato di misure restrittive. Scopo dell’incontro secondo quanto riportato dall’ANSA era “fare un punto sul quadro epidemiologico” esaminando le curve del contagio. Fuori dall’ordine del giorno sarebbe rimasto persino il tema dell’andamento della campagna vaccinale.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della trasmissione Cartabianca in onda su Rai3 ha infatti spiegato che “nessuna decisione è stata assunta in questo momento. Ci confronteremo nei prossimi giorni e prenderemo le decisioni. Oggi abbiamo analizzato la curva ma non abbiamo discusso di misure e non c’è alcuna decisione che va in questa direzione”.
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