Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, ha ottenuto la fiducia di uno dei rami del Parlamento, e dopo aver incassato il Sì della maggioranza al Senato si appresta oggi ad incassare anche la fiducia alla Camera dei Deputati.

Nel governo presieduto dall’ex presidente della Banca Centrale Europea hanno fiducia tutte le forze politiche, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia. Vi sono poi alcune defezioni nel Movimento 5 Stelle, ed il No di alcuni parlamentari che fanno parte del gruppo misto, ma di fatto oggi in Parlamento non vi è una opposizione in grado di porre un freno all’azione di governo.

Mario Draghi si trova ad avere quindi ampi spazi in cui muoversi e non incontrerà ostacoli in Parlamento per mettere in atto la sua agenda. Draghi è l’uomo che ha ‘salvato l’euro’ e questo dà molta fiducia ai mercati, ma il suo “whatever it takes” non si riferisce e non si è mai riferito al salvataggio dei popoli e dell’economia reale, bensì proprio al progetto della moneta unica.

Mario Draghi ha salvato l’euro, ora salverà l’Italia?

È questa la domanda che in molti si pongono, ed è questa probabilmente la speranza, evidentemente mal riposta, di molti cittadini. Sono tanti gli Italiani che, secondo i sondaggi, ripongono fiducia in Mario Draghi, ma questa fiducia è davvero ben riposta?

I mercati hanno reagito in modo estremamente positivo fin dall’assegnazione da parte del Presidente della Repubblica dell’incarico di formare il nuovo governo a Mario Draghi. Lo spread è immediatamente precipitato ed i mercati hanno preso coraggio.

Quello che abbiamo visto in questi ultimi giorni è un netto miglioramento per gli asset italiani, con il FTSE MIB che è salito del 9,5% dall’inizio del mese di febbraio, mentre lo Stoxx 600 è in rialzo del 5,7%.

Anche per le banche le cose hanno iniziato ad andare meglio, con rialzi compresi tra il 10% ed il 20% dovuti al fatto che gli investitori, prima timorosi ed estremamente prudenti per via dell’incertezza politica ed economica dovuta all’attuale complessa congiuntura storica, hanno iniziato a investire nei bond attualmente coi rendimenti tra i più alti di tutta l’Europa.

Scende il rendimento sui Titoli di Stato a 10 anni, con lo spread che come accennato è precipitato fino ai minimi storici.

Draghi: “gli Stati devono cedere sovranità nazionale”

Insomma l’arrivo di Mario Draghi fa sicuramente bene ai mercati, ma per l’economia reale, per i cittadini italiani che l’ex presidente della BCE dovrebbe rappresentare, cosa comporterà la nascita di questo nuovo governo tecnico?

Mario Draghi nel suo discorso di ieri al Senato ha detto in modo molto chiaro quali sono i suoi progetti per l’Italia. “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza all’Unione Europea. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro e la prospettiva di una UE sempre più integrata che approderà a un bilancio comune” ha detto Draghi.

Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini ma nelle aree definite della loro debolezza devono cedere sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa” ha poi aggiunto il nuovo premier.

In parole povere uno degli obiettivi che questo governo si prefigge è quello di ridurre ulteriormente la sovranità del popolo italiano, rafforzando i legami che lo vincolano all’Europa dei poteri finanziari. L’esecutivo guidato da Mario Draghi darà una forte spinta a quel processo che prevede il passaggio da una forma di governo democratico ad un governo delle oligarchie finanziarie.

Quali sono le sfide che il governo Draghi dovrà affrontare?

Il governo Draghi dovrà comunque dare delle risposte ai cittadini, gestendo in qualche modo le criticità che l’Italia sta affrontando, a cominciare dalla gestione dell’emergenza Covid, quindi della crisi economica provocata dalle misure restrittive imposte dal governo Conte nel dichiarato tentativo di contenere la diffusione del virus.

In Italia si contano ad oggi, stando ai dati ufficiali, circa 94.000 vittime con/per il Covid, dato che in linea teorica farebbe dell’Italia il Paese con il maggior numero di decessi di tutta Europa.

La gestione dell’emergenza in ambito sanitario non è stata esattamente impeccabile, infatti lockdown e misure restrittive si sono rivelati del tutto inefficaci come strategia di contrasto al virus, ma estremamente efficaci nel distruggere l’economia del Paese.

In Italia infatti il PIL si è contratto del 2% circa nell’ultimo trimestre del 2020, e visto che si continuano ad imporre anche in questi mesi misure restrittive, si prevede un ulteriore calo per il trimestre in corso. Tuttavia il ministro della Salute, Roberto Speranza, almeno secondo Mario Draghi, ha fatto un buon lavoro, motivo per cui il suo è uno dei pochi nomi confermati nella nuova squadra di governo.

Senza riforme strutturali per l’Italia l’euro è a rischio

Tra le sfide che il nuovo esecutivo dovrà affrontare ci sono quelle riguardanti le riforme strutturali, senza le quali l’Italia con il suo debito pubblico che ha ormai raggiunto i 2,5 mila miliardi di euro, potrebbe mettere a rischio la moneta unica. Se l’Italia dovesse uscire dall’Euro infatti, essendo la terza economia d’Europa, rischierebbe di far saltare l’intero progetto.

Secondo gli analisti di JP Morgan “siccome i problemi dell’Italia sono sempre stati sotto gli occhi di tutti durante le discussioni sulla sopravvivenza dell’euro, l’operato di questo governo sarà seguito anche al di fuori dei suoi confini“.

La sensazione insomma è che la priorità del nascente esecutivo non siano tanto le difficoltà di famiglie, lavoratori e imprese italiane, bensì ancora una volta la sopravvivenza dell’Euro. E qui non può che tornare alla mente la celebre frase che Draghi stesso pronunciò in tempi non sospetti, quando disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse stata necessaria, “whatever it takes” pur di salvare l’euro.

Cosa succederà con il governo di Mario Draghi?

Secondo alcuni osservatori, affinché il governo di Mario Draghi abbia successo nel perseguire i suoi obiettivi, è necessario che alcune forze politiche che attualmente appoggiano l’esecutivo abbandonino una parte del loro elettorato.

In realtà i rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento sono pagati per rappresentare il proprio elettorato e non per abbandonarlo. In questo caso invece questo strappo nel tessuto democratico viene ritenuto un passaggio chiave necessario per portare avanti un’agenda che il popolo non condivide.

Uno di quelli che vengono annoverati tra i “rischi” che il governo Draghi potrebbe correre riguarda le difficoltà a portare avanti riforme impopolari ma necessarie. Alcuni temono infatti, probabilmente a torto, che Draghi possa non riuscire a mantenere la disciplina e l’unità del suo governo mentre segue il suo programma di riforme. Ma se invece dovesse riuscirci, per gli Italiani sarà un bene?

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