È stata finalmente resa pubblica la lista dei ministri che andranno a comporre la squadra del governo di Mario Draghi. L’ex presidente della Banca Centrale Europa ha deciso di seguire, nella scelta dei nomi, il modello di Carlo Azeglio Ciampi, ma ha anche fatto affidamento su quello che viene definito il “mitologico manuale” di Massimiliano Cencelli.

Il governo Draghi dovrebbe essere quel governo “di alto profilo” che ci è stato preannunciato, ma trattandosi di un governo in parte tecnico ma in parte anche politico, non sono poche le poltrone occupate dagli esponenti dei vari partiti politici che hanno deciso di appoggiare il nascente esecutivo.

Troviamo quindi alcune conferme tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e di Liberi e Uguali, ai quali si vanno ad aggiungere esponenti delle altre forze che hanno deciso di sostenere il governo di Mario Draghi, come Lega, Forza Italia e Italia Viva. Come sappiamo l’unico partito che resta fuori è Fratelli d’Italia.

Come sono distribuiti i ministeri tra i vari partiti politici?

La distribuzione delle poltrone ha seguito il criterio della rappresentanza parlamentare di ciascuna forza politica, ovviamente però i ministeri chiave sono andati ai cosiddetti ‘tecnici’, e solo i restanti dicasteri sono stati più o meno equamente distribuiti.

I ministri ‘tecnici’ sono alla fine solo otto, mentre quelli politici sono 15, il che significa che abbiamo una proporzione di 1 a 2 circa. Al Movimento 5 Stelle, che è la forza politica maggiormente presente in Parlamento avendo vinto le elezioni del 2018, sono andati 4 ministeri.

A Lega, Forza Italia e Partito Democratico, che nel 2018 hanno ottenuto più o meno lo stesso numero di rappresentanti nei due rami del Parlamento, sono andati 3 ministeri ciascuno. A Italia Viva e LeU è toccato invece un solo ministero a testa.

Tra le curiosità statistiche che riguardano la nuova squadra di governo la netta minoranza delle donne, che sono solo 8 sul totale di 23. Sale l’età media, dai 48 anni del Conte bis ai 54 anni (il primo governo Conte aveva un’età media dei ministri dai 47 anni, la seconda più bassa nella storia della Repubblica).

Non ci sono leader di partito nella lista dei ministri del governo Draghi, mentre invece trovano spazio i numeri due, come Andrea Orlando per il Pd e Giancarlo Giorgetti per la Lega.

Tra i ministri che componevano il precedente esecutivo ne sono stati confermati solo 9, ma per motivi di parcellizzazione alcuni di loro hanno dovuto cambiare delega, il che naturalmente non permette di fare tesoro dell’esperienza accumulata durante i mesi scorsi.

Tornano a far parte della squadra di governo anche tre leghisti che avevano fatto parte della squadra del primo governo Conte, e troviamo anche tre esponenti di Forza Italia che tornano ad occupare la poltrona di ministro dopo dieci anni.

I ministri ‘tecnici’ del governo di Mario Draghi

Gli ci sono voluti nove giorni a Mario Draghi per tornare dal presidente della Repubblica con la lista dei nomi che andranno ad occupare i vari dicasteri. Lista che Sergio Mattarella ha prontamente approvato firmando poi i decreti di nomina e proprio nella giornata di oggi si è tenuto il giuramento.

Il nuovo presidente del Consiglio ha poi letto alla stampa la lista ufficiale dei ministri che andranno a comporre il suo governo. Non ci sono grandi soprese per quel che riguarda i ministeri, in quanto vengono sostanzialmente confermati quelli del Conte bis, solo con un paio di differenze: sparisce il ministero degli Affari Eruopei, e il ministero dell’Ambiente cambia nome diventando il ministero per la transizione ecologica.

Tutti i ministeri che giocano un ruolo chiave nella gestione del Recovery Fund sono stati assegnati a uomini di fiducia di Mario Draghi, ed il fatto che sia stato soppresso il ministero per gli Affari Europei indica che l’ex presidente della BCE intende occuparsi ‘personalmente’ sia del piano per il rilancio dell’Italia coi fondi europei, sia dei rapporti con l’Ue.

Vediamo quindi quali sono i ministri tecnici del governo Draghi, a cominciare dal dicastero sul quale lo stesso Beppe Grillo aveva posto condzioni, quello per la Transizione energetica, alla nascita del quale pare fosse appeso il sostegno al nascente esecutivo da parte del Movimento 5 Stelle.

Il ministero per la Transizione energetica prende di fatto il posto del ministero dell’Ambiente, e assorbirà le competenze in materia energetica che fino ad ora erano assegnate ad altri dicasteri. L’incarico è stato affidato a Roberto Cingolani, che presiederà anche un comitato interministeriale che ha come obiettivo proprio quello di agevolare la transizione energetica del Paese.

Cingolani è un “manager di Leonardo che ha partecipato a Sum, il convegno annuale organizzato dalla fondazione di Gianroberto Casaleggio”. Sempre “Cingolani è stato ospite della Leopolda di Matteo Renzi e di Vedrò, il vecchio think tank di Enrico Letta” come spiegano su Il Fatto Quotidiano.

Tra i ministri tecnici del governo Draghi troviamo anche quel Vittorio Colao cui Giuseppe Conte aveva affidato la guida della task force per la ripartenza dell’Italia nel dopo pandemia. A Colao viene affidato il ministero per l’Innovazione Tecnologica e la transizione digitale.

Il ministero della Giustizia passa da Alfonso Bonafede a Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale, mentre il ministero dell’Istruzione va a Patrizio Bianchi, ex assessore regionale in Emilia Romagna e rettore di Ferrare, e all’Università va invece Cristina Messa, ex rettrice della Bicocca.

A Enrico Giovannini che fu ministro del governo di Mario Monti viene assegnato il ministero delle Infrastrutture, mentre all’Economia Roberto Gualtieri viene sostituito con Daniele Franco, direttore di Bankitalia e persona molto vicina a Mario Draghi. Viene confermata al Viminale Luciana Lamorgese, che nel 2019 aveva sostituito Matteo Salvini.

I ministri politici del governo di Mario Draghi

Ora che abbiamo visto quali sono i ministri tecnici del governo Draghi, vediamo quali sono quelli politici, a cominciare dalle conferme. Troviamo infatti Luigi Di Maio confermato al ministero degli Esteri, Federico D’Incà che resta ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fabiana Dadone che però passa dalla Pubblica Amministrazione al ministero per le Politiche Giovanili.

Viene confermato anche il nome di Stefano Patuanelli, che però passa dal ministero per lo Sviluppo Economico a quello dell’Agricoltura dove nel Conte Bis trovavamo la renziana Teresa Bellanova.

Al Partito Democratico sono toccati tre ministeri, partendo dalla conferma di Dario Franceschini alla Cultura, dicastero che però perde la delega al Turismo, e da quella di Lorenzo Guerini che resta al ministero della Difesa. Arriva poi Andrea Orlando che va al ministero del Lavoro, dopo aver in passato occupato il posto di ministro dell’Ambiente e ministro della Giustizia.

Roberto Speranza di Liberi e Uguali viene confermato al ministero della Salute, d’altra parte dopo lo splendido lavoro fatto nella gestione della pandemia (l’Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure restrittive più stringenti registrando uno dei tassi di mortalità per Covid più alti al mondo) era impossibile non lasciarlo al suo posto.

Anche a Italia Viva un solo ministero, quello delle Pari Opportunità dove troviamo confermata Elena Bonetti.

Quanto ai partiti che prima facevano parte dell’opposizione e che ora sostengono il governo, troviamo i tre ministri di Forza Italia e i tre ministri della Lega. Per il partito di Silvio Berlusconi i nomi sono quelli di Renato Brunetta che va alla Pubblica Amministrazione, di Mariastella Gelmini che va agli Affari Regionali, e Mara Carfagna che diventa ministro per il Sud.

Per quel che riguarda infine la Lega di Matteo Salvini i nomi sono quelli di Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Erika Stefani che va al ministero delle Disabilità, e Massimo Garavaglia che diventa ministro del Turismo.

Ecco la lista completa dei ministri del governo Draghi

Ministri con Portafoglio:

  • Ministero del Turismo: Massimo Garavaglia (Lega)
  • Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: Luigi Di Maio (M5s)
  • Ministero dell’Interno: Luciana Lamorgese (tecnico)
  • Ministero di Grazia e Giustizia: Marta Cartabia (tecnico)
  • Ministero della Difesa: Lorenzo Guerini (Pd)
  • Ministero dell’Economia e della Finanza: Daniele Franco (tecnico)
  • Ministero dello Sviluppo Economico: Giancarlo Giorgetti (Lega)
  • Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: Stefano Patuanelli (M5s)
  • Ministero per la Transizione Ecologica: Roberto Cingolani (tecnico)
  • Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Enrico Giovannini (tecnico)
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Andrea Orlando (Pd)
  • Ministero dell’Istruzione: Patrizio Bianchi (tecnico)
  • Ministero dell’Università e della Ricerca: Cristina Messa (tecnico)
  • Ministero della Cultura: Dario Franceschini (Pd)
  • Ministero della Salute: Roberto Speranza (LeU)

Ministri senza Portafoglio:

  • Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Roberto Garofoli
  • Ministro per i Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà (M5s)
  • Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale: Vittorio Colao (tecnico)
  • Ministro per la Pubblica Amministrazione: Renato Brunetta (Forza Italia)
  • Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: Mariastella Gelmini (Forza Italia)
  • Ministro per il Sud e la Coesione territoriale: Mara Carfagna (Forza Italia)
  • Ministro per le Politiche giovanili: Fabiana Dadone (M5s)
  • Ministro per le Pari opportunità e per la Famiglia: Elena Bonetti (Italia Viva)
  • Ministro per le Disabilità: Erika Stefani (Lega)

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