È piuttosto evidente che il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, non incontrerà particolari resistenze lungo il suo iter verso la formazione del nuovo esecutivo. I partiti che componevano la vecchia maggioranza, compreso il Movimento 5 Stelle, hanno steso davanti all’ex presidente della Banca Centrale Europea un tappeto rosso, insieme a Forza Italia e persino alla Lega di Salvini.
Esclusa quindi l’idea che l’azione di governo dell’esecutivo guidato da Mario Draghi possa incontrare un qualche contraddittorio in Parlamento. L’opposizione si riduce ad un gruppetto di forse una cinquantina di persone tra Deputati e Senatori, tra cui gli esponenti di Fratelli d’Italia e probabilmente qualche dissidente grillino.
Oggi, lunedì 8 febbraio, Mario Draghi avvia il secondo giro di consultazioni per meglio definire la base di partenza del suo esecutivo, e nel frattempo dall’attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, arriva il via libera.
Lagarde: “l’Italia e l’Europa sono fortunate che Draghi abbia accettato la sfida”
“L’Italia e l’Europa sono fortunate che Mario Draghi abbia accettato la sfida di aiutare a mettere fine alla crisi economica e sociale dell’Italia, in un momento in cui questo è il Paese dell’Eurozona colpito più duramente dalla pandemia” ha detto la Lagarde “ho piena fiducia che Mario Draghi sarà all’altezza della sfida. Ha tutte le qualità che ci vogliono: ha la competenza, il coraggio e l’umiltà necessarie”.
Eppure al di fuori del Parlamento non sono in pochi a temere che l’arrivo di Draghi possa far cadere gli Italiani dalla padella nella brace. Fu infatti all’epoca in cui Mario Draghi era presidente della BCE che fu decretata la ‘fine della Grecia’, fu allora che fu ignorato il volere espresso dal popolo greco tramite il referendum e al governo di Tsipras fu ‘imposto’ di andare nella direzione opposta.
La situazione in cui versa l’Italia è decisamente peggiore di quella della Grecia di quegli anni, e se il governo Conte non ha esitato a mettere in campo una lunga serie di misure a sostegno dell’economia per autare imprese, lavoratori e famiglie in ginocchio per via delle misure restrittive anti-Covid, pare che il governo Draghi non avrà la manica così larga.
Fiduciosa invece si mostra evidentemente Christine Lagarde, che ha dichiarato nelle scorse ore: “Draghi farà ripartire l’economia con l’aiuto dell’Ue”. Una ripresa, quella dell’economia italiana che secondo la numero uno della Bce “si è rallentata ma non è deragliata”, ripresa che a quanto dice la Lagarde arriverà in estate.
Tuttavia la presidente della BCE tiene a sottolineare che “non dobbiamo ripetere gli errori del passato togliendo in una sola volta gli stimoli” mentre invece occorre una riduzione flessibile.
Al via il secondo giro di consultazioni di Mario Draghi
Nel corso dei primi colloqui che si sono tenuti nei giorni scorsi tra le delegazioni dei vari partiti che siedono in Parlamento e il presidente del Consiglio incaricato si è parlato soprattutto di obiettivi.
Mario Draghi ha infatti sottolineato che la prima tappa prevede la ricostruzione della “fiducia” nel Paese devastato dalle misure restrittive imposte in chiave anti-Covid, con la crisi sociale ed economica che queste hanno provocato, senza peraltro ottenere risultati apprezzabili in fatto di contenimento del contagio.
Draghi ha spiegato che per raggiungere questo obiettivo bisogna puntare prima di tutto su “lavoro e impresa” ma al contempo anche su “scuola e cultura”. Tuttavia non si sa ancora quale sarà di preciso la linea dell’esecutivo Draghi, ma bisognerà attendere che termini il secondo giro di consultazioni che ha avuto inizio appunto oggi stesso.
Giro di consultazioni che terminerà entro la giornata di domani, martedì 9 febbraio 2021, al termine del quale, in seguito alla salita al Colle per sciogliere la riserva, verranno avviati gli incontri con le parti sociali.
I dossier sul tavolo di Mario Draghi: Recovery Plan, piano vaccinazioni, decreto Ristori 5
Sul tavolo del nuovo premier ci saranno numerosi dossier, e tutti piuttosto urgenti. Si dovrà affrontare subito il problema dell’emergenza sanitaria, con una campagna di vaccinazioni che se non si è arenata poco ci manca.
Poi c’è la questione Recovery Plan, con il lavoro svolto dal governo Conte rimasto in sospeso grazie alla provvidenziale iniziativa di Matteo Renzi. In questo ambito così come in tutti gli altri, il nuovo presidente del Consiglio non avrà da fare i conti con alcun tipo di opposizione, e difficilmente incontrerà obiezioni dalle forze che lo sostengono, a cominciare da Matteo Renzi che sarà il ritratto di obbedienza e mansuetudine.
Tra i nodi delicati c’è quello della possibile proroga del rinvio delle cartelle fiscali, attualmente bloccate fino al 28 febbraio. E ancora ci sarà il decreto Milleproroghe che ovrà superare l’esame della Camera, e la stesura del testo definitivo del decreto Ristori 5.
Quanto al decreto Ristori Quinquies le misure finora inserite necessitano di 32 miliardi di euro di coperture che dovrebbero essere ottenuti grazie allo scostamento di bilancio. Tra i provvedimenti che dovrebbero essere inseriti nel nuovo decreto Ristori troviamo anche la proroga della cassa integrazione d’emergenza fino a 26 settimane e un nuovo pacchetto di indennizzi.
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