È iniziato il secondo giorno di consultazioni al Quirinale, con il gruppo delle Autonomie che ha confermato il proprio sostegno al premier uscente. La situazione però, anche in base alle dichiarazioni che sono state rilasciate qua e là dai vari esponenti politici, non sembra prossima a risolversi.
Le distanze si notano soprattutto sul nome del premier, tema su cui arrivano alcune dichiarazioni del segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Non abbiamo nessuna intenzione di chiuderci nelle nostre stanze e cercare un governo a qualunque costo” ha scritto su Facebook “non è questa la nostra storia e non è questo che serve alla nazione”.
“Prendiamoci cura dell’Italia e credo che la cura giusta sia un governo di legislatura, europeista, repubblicano, che rilanci lo sviluppo, socialmente giusto e attento agli ultimi” ha detto il segretario dem “un governo attento alla salute e al futuro degli Italiani. Questa crisi non l’abbiamo voluta noi” ha aggiunto poi “ne avremmo fatto volentieri a meno. Ripeto. L’Italia può e deve guarire”.
Il movimento per le Autonomie conferma l’appoggio a Conte
Il movimento per le Autonomie è stata la prima forza politica a salire al Colle per le consultazioni con il presidente della Repubblica. Dal Mpa arriva la conferma del nome di Giuseppe Conte, così come era arrivato l’appoggio dei parlamentari in occasione della fiducia votata la settimana scorsa.
“Abbiamo una preferenza per un eventuale Conte Ter” dicono dal Mpa “abbiamo avuto una buona esperienza con Conte che ci ha sempre dato una mano. Pensiamo sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti che formano questo governo e senza di lui è difficile avere una stabilità”.
Julia Unterberger, del Gruppo per le Autonomie al Senato al termine dell’incontro con Sergio Mattarella ha dichiarato: “abbiamo confermato al presidente Mattarella il sostegno a qualsiasi formazione purché sia fortemente europeista e abbia nel programma la tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali. Il Paese non ha bisogno di una crisi. Si deve trovare una soluzione politica e non un governo tecnico”.
Nessun contatto tra Conte e Renzi
Italia Viva salirà al Colle alle 17 di oggi, 28 gennaio, e nel frattempo ci si continua ad interrogare sul modo in cui si evolveranno i rapporti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi.
Nelle scorse ora, stando a quanto riportato dai vari media, non ci sono stati contatti tra il premier uscente e l’ex premier, il che evidenzia ulteriormente quanto la situazione, come fanno osservare in ambienti del Quirinale, sia “molto complicata”.
In Parlamento non sembrano esserci stati sviluppi positivi per quel che riguarda la caccia ai responsabili, e questo non fa che complicare le cose, perché rende indispensabile per Giuseppe Conte, l’appoggio di Renzi per formare un nuovo governo. Dal leader di Italia Viva però continuano ad arrivare parole dure, che avvalorerebbero la tesi che “l’biettivo vero di Renzi” sia quello di sostituire Conte.
Intanto vengono smentiti i presunti contatti tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio, sia da Italia Viva che dal Movimento 5 Stelle, eppure secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Ansa, stando a fonti di Italia Viva “una sintonia ci può essere” tra i due partiti su un nome alternativo a Conte.
Si inizia a pensare anche che per via della complessità della situazione, il presidente della Repubblica decida di affidare al presidente della Camera, Roberto Fico, un mandato esplorativo. In realtà lo scopo principale sarebbe quello di far sedere ad un tavolo Conte e Renzi per riuscire ad appianare, se possibile, le divergenze, ed in quest’ottica non sarebbe da escludere nemmeno un mandato esplorativo a Conte stesso.
Conte: “non porrò veti su Italia Viva ma non mi umilierò”
Il clima non è certo dei migliori, a giudicare da alcune frasi pronunciate da Giuseppe Conte, riportate nelle scorse ore da La Stampa. “Non porrò alcun veto su Italia Viva, sono contento se faranno ancora parte di una maggioranza allargata, ma non mi umilierò in alcun modo” ha detto il premier uscente riferendosi evidentemente a Renzi in primis, ma anche ad altri.
Secondo il noto quotidiano torinese, il piano di Conte coincide con quello di Zingaretti e di una parte dei vertici del M5s. È evidente che una maggioranza in cui Renzi risulti determinante per la tenuta dell’esecutivo non può stare in piedi a meno che non si sia disposti ad accontentare ogni capriccio dell’ex rottamatore.
Quindi se Italia Viva non si spacca, con una fetta del partito che vada a sostenere Conte, e si dovrà accettare la convivenza con Renzi, si dovrà per forza di cosa allargare la maggioranza per ridimensionare il peso di Renzi.
Resta da vedere se Renzi porrà il veto su Conte quando si presenterà al Quirinale questo pomeriggio, ma nel Partito Democratico sono piuttosto sicuri che non accadrà, anche perché così facendo rischia di giocarsi il sostegno dei suoi. E se il piano non dovesse andare in porto, per Conte l’alternativa sarebbero le elezioni anticipate.
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