Sono ben pochi i punti che la politica di Trump e quella di Biden hanno in comune, mentre sulla stragrande maggioranza dei temi le visioni dei due presidenti Usa sono diametralmente opposte, o quanto meno molto distanti.
Ed è proprio su alcuni di questi temi che Donald Trump, nelle ultime settimane in cui era in carica, ha preso delle decisioni che mettono Joe Biden di fronte al fatto compiuto. Il nuovo presidente degli Stati Uniti ora dovrà vedersela con il lascito del precedente inquilino della Casa Bianca, e probabilmente dovrà impegnarsi prima di tutto a disfare quanto non condivide.
Sono almeno cinque i temi caldi su cui Trump è intervenuto a pochi giorni dal passaggio di poteri, dal controllo dell’immigrazione alle limitazioni sull’ingresso di cittadini dall’Europa, dal rapporto con la Cina a quello con l’Iran.
Via libera a viaggiatori dall’Europa
Fin dall’inizio della pandemia di Covid-19, il presidente degli Stati Uniti aveva imposto delle restrizioni che interessavano i cittadini provenienti dall’Europa, al fine di contenere la diffusione del contagio negli Stati Uniti.
Queste restrizioni erano state introdotte attraverso un apposito ordine esecutivo emanato a metà marzo 2020. Ma con un nuovo ordine esecutivo che dovrebbe entrare in vigore martedì 26 gennaio 2021, il presidente uscente elimina queste restrizioni.
Joe Biden però ritiene che le restrizioni siano ancora necessarie, visto l’andamento dell’epidemia, e ha già fatto sapere che non intende rimuovere le restrizioni, le quali saranno invece estese quanto prima nell’ambito delle politiche che la sua amministrazione metterà in campo per contrastare la diffusione del Coronavirus negli USA.
Abolite le restrizioni ai contatti tra diplomatici di Usa e Taiwan
Quella dell’amministrazione Trump non è certo stata una politica particolarmente amichevole nei rapporti con la Cina, basti pensare alla guerra tecnologica, alle vicende che hanno coinvolto non solo Huawei ma anche altre grandi società che operano nel mercato dell’high tech, come ByteDance con il ban dell’app TikTok.
Poco prima dell’insediamento di Joe Biden, avvenuto ieri 20 gennaio 2021, l’amministrazione Trump ha seguito ancora questa linea nell’annuncio del 9 gennaio dell’abolizione delle restrizioni ai contatti tra diplomatici di Usa e Taiwan.
Un cambio di rotta netto su questo delicato tema rispetto alla politica che gli Usa hanno tenuto in vita da decenni ormai. Si tratta di una questione da gestire con la massima attenzione in quanto il governo cinese ha sempre considerato la repubblica democratica di Taiwan come parte del suo territorio, definendola una “isola ribelle”.
Secondo la BBC questa è una delle questioni più delicate che riguardano i legami tra Stati Uniti e Cina. Sulla questione si è espressa anche Bonnie Glaser, esperta delle relazioni Usa-Cina che a Reuters ha spiegato che “l’amministrazione Biden sarà legittimamente scontenta per il fatto che una decisione politica come questa sia stata presa da Trump negli ultimi giorni del suo mandato”.
Nel frattempo il Dipartimento della Difesa Usa, la settimana scorsa, ha messo nove società cinesi, tra cui il gigante high tech Xiaomi, in lista nera per presunti legami con l’esercito di liberazione del popolo.
Contrasto all’immigrazione clandestina al confine col Messico
Aveva fatto scalpore la notizia della costruzione del muro al confine con il Messico per esercitare un maggior controllo sui flussi migratori. Una politica che il democratico Joe Biden chiaramente non condivide, cosa che non ha impedito a Trump di recarsi nella città di confine Alamo in Texas, otto giorni prima di lasciare la Casa Bianca, per verificare lo stato dei lavori di costruzione del muro.
Lavori che il nuovo presidente Usa ha già fatto sapere di voler bloccare, ma che Trump evidentemente spera ancora possano proseguire. Per questo motivo il presidente uscente avrebbe già cercato di convincere Biden a non cambiare del tutto la sua politica sull’immigrazione.
Cuba torna nella lista dei Paesi che sostengono il terrorismo
A poco più di una settimana dall’insediamento di Joe Biden, Donald Trump ha fatto un annuncio con importanti ripercussioni per l’America Latina. Secondo quanto riportato dalla BBC, l’11 gennaio il presidente uscente ha riportato Cuba nella lista nera dei Paesi che sostengono il terrorismo.
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha pubblicato un comunicato nel quale afferma: “con questa mossa riteniamo ancora una volta responsabile il governo di Cuba ed inviamo un messaggio chiaro: il regime castrista deve porre fine all’appoggio al terrorismo internazionale”.
Il nuovo presidente Usa però ha già fatto sapere che le sue intenzioni sono quelle di portare ad un miglioramento dei rapporti diplomatici con Cuba, proseguendo sulla strada che era stata imboccata a suo tempo dal presidente Barak Obama, ad esempio con l’introduzione della possibilità per i cubano-americani di recarsi in visita ai familiari o di inviare denaro.
Le recenti scelte della precedente amministrazione però potrebbero rappresentare un ostacolo a progressi di questa natura. Secondo quanto riportato dalla BBC infatti, gli analisti avrebbero fatto sapere che per riportare i rapporti con Cuba sull’altro binario il Dipartimento di Stato dovrà condurre una revisione formale per la quale potrebbero essere necessari diversi mesi.
Ultima offensiva contro l’Iran
I rapporti tra Stati Uniti ed Iran non sono andati certo migliorando in epoca Trump, e la recente dichiarazione del Segretario di Stato Mike Pompeo segue ancora una volta questa linea. Il 12 gennaio 2021 infatti, Pompeo ha accusato Teheran di essere “il nuovo quartier generale” di Al Qaeda, e di avere stretti legami con i terroristi.
Toccherà a Joe Biden il compito di lavorare al miglioramento dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. A tal proposito Lyse Doucet, principale corrispondente internazionale della BBC ha dichiarato che “la fine della guerra nello Yemen, un’idea inizialmente sostenuta da Obama, sarà una priorità per il team di Biden”.
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