Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio ha ottenuto la fiducia della Camera dei Deputati, ma non era a Montecitorio che l’esecutivo rischiava di non trovare i voti necessari, bensì a Palazzo Madama, dove l’esito sarà reso noto in serata.
Sono momenti di grande incertezza per il secondo governo guidato da Giuseppe Conte, tanto che tra gli scenari ritenuti probabili ormai ci sono sia il cambio di leadership che il voto anticipato. In questo secondo caso poi, come prevedono alcuni analisti, è facile che l’Italia si ritrovi con un governo meno europeista.
Il premier nel suo discorso tenuto ieri alla Camera ha chiuso le porte ad un possibile rientro in maggioranza di Italia Viva, che pure aveva mostrato seppur tardivi segnali di apertura. L’intervento di Ivan Scalfarotto (Iv) lasciava intendere infatti che qualche ritocco sulla formazione dell’esecutivo sarebbe stato sufficiente, insieme a non si capisce bene quali altre condizioni da soddisfare, per ottenere l’appoggio dei renziani.
Per Conte tuttavia non c’è nessuna possibilità di tornare a governare coi renziani, che hanno dimostrato tutta la loro inaffidabilità, dopo mesi di ‘opposizione interna’ che hanno contribuito a logorare il rapporto con le altre forze che compongono la maggioranza.
“Arrivati a questo punto bisogna dirlo con franchezza, non si può cancellare quel che è accaduto, non si può pensare di recuperare quel senso di fiducia necessario per lavorare” spiega il premier uscente, che chiosa: “adesso si volta pagina, questo Paese merita un governo coeso”.
Conte ha anche sottolineato l’importanza di “lavorare per una piena ripartenza e la ripresa” ricordando la necessità di concentrare tutte le energie nel contrastare la crisi economica legata alla pandemia di Covid-19.
Ed è in questa prospettiva che si colloca l’appello del presidente del Consiglio rivolto ai cosiddetti “volenterosi” o “responsabili”. Conte apre quindi al rimpasto ma chiede un sostegno “limpido e trasparente” da parte di forze politiche che condividono la linea europeista dell’attuale esecutivo.
Quel che serve per uscire dalla crisi di governo sono “un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli della delicatezza dei compiti” spiega Giuseppe Conte “capaci di sfuggire gli egoismi e l’utile personale”.
Morgan Stanley: “nuovo premier o elezioni anticipate rimangono opzioni possibili”
Gli esperti di Morgan Stanley sono stati presi in ‘contropiede’ dalla crisi di governo provocata dal leader di Italia Viva. Secondo le previsioni della nota banca d’affari statunitense infatti “il rischio politico del 2021 in Europa sembrava modesto, con elezioni programmate solo in Germania e nei Paesi Bassi, che avrebbero dovuto portare a cambiamenti di minor rilievo”.
Tuttavia quello che sta accadendo in Italia cambia questo scenario. “Il riemergere del rischio politico italiano mette in discussione questa prospettiva” dicono gli esperti di Morgan Stanley “le elezioni anticipate sembrano possibili e probabilmente porterebbero ad un nuovo governo, meno allineato con l’Ue”.
È noto infatti che il primo partito in Italia in termini di consensi non è il Movimento 5 Stelle da almeno un paio d’anni, e nemmeno il Partito Democratico. Stando agli ultimi sondaggi politici, confermati dall’esito delle consultazioni elettorali regionali dei mesi scorsi, se si tornasse a votare per il rinnovo delle Camere sarebbe il centro destra a conquistare la maggioranza.
Tuttavia un ritorno alle urne non è certo l’unico scenario possibile, anzi. Morgan Stanley spiega che “l’esito più probabile vede il premier Conte, il cui governo ha ancora una maggioranza alla Camera, trovare una nuova maggioranza al Senato per sostenere il suo governo nei prossimi ‘voti chiave’, magari con il sostegno di Italia Viva”.
Tra i cosiddetti “responsabili” infatti potrebbero esserci anche degli esponenti di Italia Viva, ma ancora è troppo presto per poterlo affermare con certezza. Inoltre gli esperti della nota banca d’affari sottolineano che ci sono in realtà anche “altre opzioni, tra cui un nuovo premier, o elezioni anticipate” che “rimangono possibili”.
E se si andasse alle elezioni anticipate “un cambio di governo sembra abbastanza probabile” spiegano da Morgan Stanley “visti i numeri più forti dell’opposizione, con la Lega di Salvini in testa nei sondaggi. Nel caso di un governo che coinvolga il partito di Salvini, ci aspettiamo un aumento delle tensioni con l’Ue, date le divergenze politiche, ad esempio in merito a politiche migratorie”.
Gli esperti spiegano anche che “questo potrebbe complicare l’implementazione del Recovery Fund, il quale prevede che l’Ue fornisca risorse finanziarie all’Italia pari al 10% del Pil nei prossimi 5 anni”.
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