Matteo Renzi continua ad insistere sui punti che ritiene inaccettabili, e dopo le numerose occasioni in cui ha ribadito di non essere disposto a soprassedere, minacciando di fatto di togliere al governo l’appoggio di Italia Viva, ecco che interviene il presidente della Repubblica.
Secondo quanto riportato da La Stampa, il Capo dello Stato avrebbe contattato il leader di Iv per chiedergli di fermarsi. È probabile infatti che le dimissioni già pronte di due ministre del suo partito, che erano state preannunciate già un mese addietro, non verranno presentate almeno per il momento.
A dimettersi sarebbero state le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, che così facendo avrebbero innescato una crisi di governo formale. L’unica strada percorribile, almeno secondo la maggioranza, sarebbe stata in questo caso un ritorno anticipato alle urne.
Diventerebbe infatti impossibile percorrere l’altra strada, quella della formazione di un governo Conte ter con le stesse forze in campo, ma con una squadra di governo diversa. Secondo un retroscena pubblicato da La Stampa infatti l’intervento del presidente Sergio Mattarella sarebbe stato finalizzato proprio a preservare questa possibilità.
Il quotidiano torinese ha infatti sottolineato che “per almeno una settimana il governo dovrà rimanere con i ranghi al completo” per avere la possibilità di completare l’iter di approvazione del Recovery Plan, visto come l’attuale priorità per l’Italia. Se Conte fosse costretto a rassegnare le dimissioni infatti il Parlamento resterebbe bloccato e l’approvazione del piano slitterebbe pericolosamente.
Appare chiaro che il secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte non può reggere ancora a lungo se Renzi non rientra nei ranghi. Un dato di fatto ormai anche secondo lo stesso Partito Democratico, che non crede più nemmeno nel rimpasto.
Per andare avanti servirà forse un “patto di legislatura” in modo che dopo l’approvazione del Recovery Plan si possa andare avanti con l’approvazione del Mes e della nuova legge elettorale. Bisognerà però fare i conti con le altre forze politiche, a cominciare proprio dal Movimento 5 Stelle, e con lo stesso presidente del Consiglio, la cui figura verrebbe pesantemente ridimensionata, e non è detto che sia disposto ad accettare il nuovo ruolo.
Bellanova: “questa esperienza per me è archiviata”
Le richieste di Matteo Renzi sono state messe nero su bianco in un documento nel quale vengono elencati i 30 punti che Giuseppe Conte dovrebbe accettare. Ne ha parlato l’Ansa, che lo ha chiamato “ultimatum” evidenziando le parole di Teresa Bellanova.
La ministra dell’Agricoltura infatti ha chiesto “risposte” e ha aggiunto che “per uscire serve discontinuità. Radicale discontinuità, nei metodi e nel merito. Ed il compito di metterla in campo, ben oltre qualche post Fb ma con atti politici” spetta al presidente del Consiglio.
Le parole di Teresa Bellanova le leggiamo in un suo post su Fb, dove aggiunge: “il tempo è davvero finito” e ancora “questa esperienza per me è archiviata”. La ministra di Renzi chiede “risposte” e poi tocca il tema centrale, almeno nella forma “arrivi questo benedetto Recovery Plan, ci si dia il tempo di valutarlo e ci si confronti in Consiglo dei Ministri. Anzi, ci si confronti anche sugli altri nodi” con “un patto di legislatura”.
“Se ci sarà tutto questo noi ci siamo” fa sapere la ministra “diversamente l’esito è già scritto e la responsabilità solo di altri”.
“Al presidente del Consiglio chiedimo, ora sì, chiarezza di comportamento, capacità di rilanciare, onere della sintesi politica, affermazione del proprio ruolo di garanzia di tutte le componenti. In una parola: leadership. Perché a chi queste ore mi chiede che farà Italia Viva dico che la domanda è inversa: cosa risponde Conte? È Conte che deve dire. Noi abbiamo già detto” ha spiegato Bellanova.
Il documento di Italia Viva coi 30 punti di Matteo Renzi
La ministra Teresa Bellanova si dilunga ancora nelle sue considerazioni, che fanno da cornice al documento redatto da Italia Viva, diviso in 30 punti nei quali vengono elencate le “questioni politiche aperte”, che vanno dall’approvazione della riforma del Mes alla questione Autostrade, dalla riforma del Fisco al ponte sullo Stretto.
Nel documento, Matteo Renzi afferma che il premier non ha mantenuto l’impegno di chiudere i tavoli sul programma entro novembre e chiede: “con chi si scrive un accordo serio? In che tempi? Chi garantisce che gli impegni si mantengano? Iv è pronta da mesi. Gli altri?”.
All’interno di Italia Viva si continua a ripetere che una eventuale crisi non è da imputare ai renziani, ma che la colpa può essere solo del premier Conte. Nulla di nuovo visto che il problema di addossare su altri le responsabilità di eventuali crisi di governo si era presentato anche durante la gestione giallo-verde.
“È il presidente del Consiglio a staccare la spina del governo, non noi” dicono infatti da Italia Viva per bocca di Ettore Rosato “perché è lui a continuare nel suo atteggiamento di non farsi carico dei problemi, ma anzi, mettendoli sotto il tappeto. Non si può andare avanti così. Ci ha detto che ci vedremo in aula sfidandoci? Va bene. Ci vedremo in Parlamento e utilizzeremo la dialettica e i nostri numeri per vedere chi ha ragione rispetto ai ritardi di questo governo”.
Tra le altre cose, Rosato ha tenuto a sottolineare che non si andrà alle elezioni anticipate. Scenario che in effetti non converrebbe di certo al Movimento 5 Stelle, ma soprattutto non converrebbe a Italia Viva. Scenario che infatti sarebbe da escludere secondo il presidente nazionale di Italia Viva che a tal proposito rilancia: “se c’è qualcuno che pensa che i problemi del Paese si risolvano con le elezioni anticipate, si faccia avanti, ma ho l’impressione che le forze politiche sappiano benissimo che non è questa la strada”.
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