L’audio della telefonata tra il presidente Usa Donald Trump ed il Segretario di Stato della Georgia, il Repubblicano Brad Raffensperger è stata subito pubblicato dal Washnigton Post, quotidiano di proprietà della Nash Holdings LLC, società controllata da Jeff Bezos, e in seguito anche dal New York Times, dalla CNN e da altri media.

Apparentemente Donald Trump, nel corso della telefonata ‘incriminata’ avrebbe fatto pressioni sul Segretario di Stato della Georgia per ribaltare il risultato delle elezioni nello Stato. La vittoria assegnata a Joe Biden infatti, secondo il presidente uscente, non sarebbe che il frutto di brogli elettorali, non solo nella Georgia ma anche in altri cosiddetti “swing State”.

Trump, al telefono con Brad Raffensperger, lo esorta ad ammettere che il risultato del voto nello Stato della Georgia è falsato, e gli ricorda che la sua posizione lo espone a conseguenze legali visto che la presidenza sarebbe stata in realtà rubata.

“Voglio solo trovare 11.780 voti, uno di più di quelli che abbiamo, perché abbiamo vinto lo Stato” avrebbe detto Trump al telefono con Raffensperger ribadendo poi: “abbiamo vinto le elezioni, e non è giusto che ci portino via la vittoria in questo modo. Questo costerà un caro prezzo in molti modi”.

Gli estratti della chiamata, trapelati inizialmente da almeno due organi di stampa, il Washington Post e l’Atlanta Journal Constitution, mostrano anzitutto un grave deteriormento dei rapporti tra il presidente uscente degli Stati Uniti, ed una parte dei membri del suo stesso partito, come nel caso di Brad Raffensperger, che in questo momento ricopre un ruolo chiave come Segretario di Stato della Georgia.

Donald Trump ha affermato in più occasioni che la vittoria di Joe Biden è stata alimentata da centinaia di migliaia di voti fraudolenti in Georgia e in molti altri swing State. Il mese scorso la CNN ha citato una fonte anonima affermando che il tycoon aveva chiamato il governatore repubblicano Brian Kemp e lo aveva esortato a ordinare una verifica delle firme delle schede elettorali arrivate per posta.

Trump: “abbiamo vinto queste elezioni in Georgia e non c’è niente di sbagliato nel dirlo, Brad”

Il presidente uscente nel corso della telefonata ha esortato il Segretario di Stato della Georgia ad ammettere che ci sono state delle irregolarità nelle operazioni di voto, cosa di cui Trump sembra sinceramente convinto, quantomeno ascoltando quanto afferma nell’audio diffuso nelle scorse ore.

“Abbiamo vinto queste elezioni in Georgia, sulla base di tutto questo, non c’è niente di sbagliato nel dirlo, Brad” afferma Trump, che poi aggiunge: “la gente della Georgia è arrabbiata, la gente del Paese è arrabbiata e non c’è niente di sbagliato nel dire che, sai, che hai ricalcolato”. Raffensperger però lo contraddice, ribadendo che i dati in suo possesso sono sbagliati.

Il presidente Trump ha chiesto un rapido riesame dei risultati anche perché in Georgia tra poche ore si va al ballottaggio, e gli elettori repubblicani rischiano di essere profondamente sfiduciati a causa della ‘vittoria rubata’. Tra l’altro se entrambi i candidati Repubblicani dovessero perdere, i Democratici otterrebbero la maggioranza anche al Senato ed avrebbero così il controllo di entrambe le camere del Congresso.

Trump: “la gente della Georgia sa che questa è una truffa”

Nell’audio della telefonata si può sentire Donald Trump tentare di convincere Brad Raffensperger che quel che sta accadendo si ripercuoterà inevitabilmente sulla fiducia del popolo americano nelle istituzioni, a cominciare evidentemente dalla gente della Georgia.

“La gente della Georgia sa che questa è una truffa” afferma Trump “e, a causa di quello che è stato fatto al presidente, molte persone non andranno a votare”. “Molti Repubblicani voteranno negativo perché odiano quello che avete fatto al presidente, ok? Odiano questo e voteranno. Saresti rispettato, se questa cosa potesse essere chiarita prima delle elezioni” ha affermato ancora Trump.

Poi il presidente uscente ha ricordato che le schede elettorale sono state distrutte in Georgia, e che le macchine per il voto sono state rimosse in fretta e furia per nascondere le prove di frode. Alla domanda se alcune macchine o alcuni componenti delle stesse siano stati rimossi ha risposto il consigliere generale dell’ufficio di Raffensperger, Ryan Germany, che ha pronunciato un secco ‘No’.

Trump: “sai cosa hanno fatto e non lo stai segnalando, questo è un reato penale”

“Sai cosa hanno fatto e non lo stai segnalando” ha detto ancora Trumo durante la telefonata, aggiungendo: “questo è un reato penale e non puoi lasciare che accada… Questo è un grosso rischio per te e per Ryan, il tuo avvocato”. E ancora, riguardo la distruzione delle schede elettorali e l’occultamento delle prove dei brogli attraverso la rimozione delle macchine: “stai lasciando che accada. Ti sto notificando che stai lasciando che accada”.

Il suo collega di partito però non sembra minimamente incline ad accontentare le richieste del presidente degli Stati Uniti. Trump chiede infatti di riesaminare i voti “ma riesaminarli con persone che vogliono trovare risposte, non con persone che non le vogliono trovare” ed ha aggiunto che basterebbe un solo gruppo di voti che è andato a Biden in modo fraudolento a “farci vincere le elezioni, di molto”.

Raffensperger: “dobbiamo restare sui nostri numeri. Crediamo che i nostri numeri siano corretti”

La replica del Segretario di Stato della Georgia non lascia alcuno spazio alle richieste del presidente uscente. “Signor presidente, ci sono persone che inviano informazioni, e noi abbiamo le nostre persone che inviano informazioni, e poi si arriva davanti al tribunale e sarà il tribunale a prendere una decisione” ha risposto Raffensperger “dobbiamo mantenere i nostri numeri. Crediamo che i nostri numeri siano corretti”.

Al momento i legislatori repubblicani sono divisi sull’opportunità di sostenere le accuse di frode elettorale mosse da Donald Trump quando i voti elettorali verranno presentati per la certificazione al Congresso il 6 gennaio. Almeno 12 senatori, incluso un gruppo guidato dal repubblicano texano Ted Cruz, hanno dichiarato che solleveranno obiezioni alla certificazione.

Intanto però i Repubblicani Mitt Romney dello Utah, Susan Collins del Maine, Lisa Murkowski dell’Alaska e Bill Cassidy della Louisiana hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono che la vittoria di Joe Biden venga ufficializzata.

La battaglia per la certificazione della vittoria di Biden viene vissuta come una sorta di prova di lealtà per i Repubblicani, con i legislatori che subiscono pressioni dai sostenitori di Trump per contestare i risultati delle elezioni o affrontare le conseguenze del rifiuto quando si presenteranno per la rielezione.

Trump fa causa al Segretario di Stato della Georgia

Se il contenuto della telefonata tra il presidente Trump ed il Segretario di Stato Raffensperger indicava un evidente raffreddamento dei rapporti, la decisione del tycoon di fargli causa indica che i due sono ormai ai ferri corti.

Stando a quanto trapelato nelle ultime ore, il presidente Usa ha intentato una causa legale contro il Segretario di Stato della Georgia in seguito alla diffusione dell’audio con la registrazione della telefonata tra i due nella quale Trump chiedeva il riconteggio dei voti per dimostrare i presunti brogli elettorali che avrebbero consegnato la vittoria al candidato democratico Joe Biden.

David Shafer, presidente del Partito Repubblicano dello Stato della Georgia, ha infatti scritto un tweet in cui afferma: “il presidente Trump ha intentato due cause – federali e statali – contro il Segretario di Stato della Georgia. La telefonferenza segretamente registrata è stata una ‘discussione di risoluzione riservata’ di quel contenzioso che è ancora in sospeso”.

Inoltre è stato sempre Shafer a scrivere su Twitter che la registrazione presumibilmente completa della telefonata, rilasciata dal Washington Post, era in effetti ‘pesantemente modificata’ e non ha incluso la parte in cui Meadows avrebbe affermato che era “allo scopo di discutere l’accordo sui contenziosi pendenti”.

Tuttavia il Washington Post ha negato di aver in qualche modo manomesso la registrazione, insistendo sul fatto di aver pubblicato “l’intera chiamata, dall’inizio alla fine”. La giornalista del WaPo, Amy Gardner, ha poi scritto in un altro tweet che “non si fa menzione che si tratti di una riunione di transazione riservata. Nessuno”. 

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