Il nuovo decreto con le misure restrittive da rispettare nel periodo natalizio entra in vigore a partire da oggi, 19 dicembre, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le limitazioni del decreto di Natale varranno per il periodo che va dal 24 dicembre al 6 gennaio, durante il quale si alterneranno giorni in zona rossa e giorni in zona arancione.
Il nuovo decreto, rispetto a quanto prevedeva la bozza, contiene oltre alle limitazioni per gli spostamenti, anche un articolo relativo a ristori immediati per quelle attività che dovranno ancora una volta abbassare la saracinesca, come bar e ristoranti in primis.
Conte: “il virus circola in tutta Europa, servono ulteriori misure”
Nel presentare il nuovo decreto con le misure restrittive che dovranno essere rispettate durante il periodo delle festività natalizie, il presidente del Consiglio ha prima di tutto ricordato che la situazione negli altri Paesi dell’Ue non è molto diversa da quella dell’Italia.
“Il virus circola in tutta Europa, servono ulteriori misure. Interveniamo subito” ha dichiarato il premier nel corso della Conferenza Stampa. L’intero territorio nazionale viene inserito così in zona rossa o zona arancione in base al calendario, secondo il principio che nei giorni festivi e prefestivi occorre ridurre maggiormente le libertà individuali dei cittadini.
La stretta del nuovo decreto sarà valida dal 24 dicembre fino al 6 gennaio, come lo stesso Giuseppe Conte ha spiegato sottolineando che l’esecutivo non sta perdendo tempo. “Si tratta solo di un intervento ulteriore su un piano natalizio predisposto in anticipo” ha inoltre precisato il premier.
“Detto questo noi abbiamo sempre detto che ci muoveremo sulle evidenze scientifiche, se il nostro Cts ci dice che si preannuncia una circolazione del virus, non solo in Italia ma in Europa, che richiede misure, noi difendiamo il Paese e interveniamo subito, come abbiamo sempre fatto con coscienza” ha spiegato il presidente del Consiglio, in un certo modo addossando la responsabilità della decisione alle valutazioni del Cts.
Tutto dipende, stando alla narrazione del premier, dalla situazione dei contagi perché da questa dipende il rischio di sovraccarico del sistema sanitario nazionale. Tuttavia il sovraccarico dipende anche dalla capacità del suddetto sistema sanitario di far fronte ad una emergenza sanitaria, ma troppo poco è stato fatto per potenziarlo.
Conte: “le misure messe in campo e il sistema a zone hanno funzionato”
Dal punto di vista del presidente del Consiglio il sistema adottato fino a questo momento, con la divisione in fasce di rischio del Paese, creando qundi regioni gialle, arancioni e rosse, ha funzionato, perché ha permesso di evitare il lockdown generalizzato.
Dal nostro punto di vista il sistema adottato dal governo svedese ha funzionato, perché ha permesso di evitare sia il lockdown generalizzato che una devastante crisi economica come quella in cui ora si trovano l’Italia e molti altri Paesi dell’Ue, con tutto ciò che questo comporta in molteplici campi, non ultimo, ancora una volta, quello della salute.
Per il premier Conte però evidentemente va bene così. “Le misure messe in campo e il sistema a zone hanno funzionato” ha spiegato “questo metodo ci ha permesso di evitare il lockdown generalizzato. Quando siamo partiti con questo metodo, l’Rt era a 1,7 e lo abbiamo riportato a 0,86. Tutte le regioni ragionevolmente nei prossimi giorni potrebbero entrare in zona gialla, ma la situazione resta difficile e lo è in tutta Europa”.
Il premier ha anche comunicato quali sono in questo momento le preoccupazioni degli esperti cui l’esecutivo continua a fare affidamento, e questi “temono che la curva possa subire un’impennata nel periodo natalizio” ha fatto presente Conte, sottolineando che “il Cts ga espresso forte preoccupazione”.
Ergo “dobbiamo intervenire, non è una decisione facile, per rafforzare le misure necessarie per affrontare le prossime festività in modo da cautelarci meglio in vista della ripresa delle attività a gennaio. Abbiamo adottato un decreto che offre un punto d’equilibrio tra la stretta e le deroghe, in considerazione dell’importanza sociale e ideale che le festivitò hanno”.
Il decreto Natale: ecco le nuove misure restrittive per le festività
Il presidente del Consiglio in conferenza stampa ha spiegato quali sono i punti cardine del decreto entrato in vigore oggi, 19 dicembre 2020. “L’intero territorio nazionale sarà zona rossa nei festivi e nei prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre, 1-3 gennaio e 5-6 gennaio 2021. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute”.
Quanto alle visite da parenti e congiunti il premier ha subito chiarito che “è possibile ricevere nella propria abitazione sino a 2 persone non conviventi, che potranno portare 2 figli minori di 14 anni, dalle 5 alle 22. È una misura pensata per consentire un minimo di socialità”.
Difficile però imporre a dei ‘liberi’ cittadini chi ospitare in casa propria, ed altrettanto difficile controllare. Un problema che l’esecutivo ha già previsto e che sa come affrontare. “Un sistema liberaldemocratico non manda la polizia nelle case” ha fatto sapere Conte “noi non entriamo nelle case degli Italiani. Il decreto è stato concepito come limite alla circolazione delle persone. Si esce con l’autocertificazione nei giorni prefestivi e festivi. Chi circola per strada, dichiara dove va”.
Conte poi ha anche aggiunto: “se va in un’abitazione, poi eventualmente dopo si potrà verificare” ma non entra nei dettagli, specificando ad esempio in che modo si possa verificare ciò.
Il decreto inoltre consente “l’attività motoria nei pressi della propria abitazione e l’attività sportiva in forma individuale” spiega Conte “ci sarà la chiusura dei centri estetici, bar e ristoranti. Restano aperti alimentari, supermercati, farmacie, tabaccherie, lavanderie, parrucchiere e barbieri. I luoghi di culto saranno aperti fino alle 22”.
Infine per quel che riguarda gli spostamenti tra Comuni, Conte spiega che “nei giorni in cui l’Italia è zona arancione (28-30 dicembre e 4 gennaio) ci si potrà spostare all’interno del proprio Comune senza giustificare il motivo”.
Poi per quel che riguarda i piccoli Comuni, il decreto Natale prevede delle deroghe, ma solo per quelli con meno di 5.000 abitanti. “Per venire incontro a chi abita nei Comuni più piccoli, sono permessi gli spostamenti dai Comuni fino a 5 mila abitanti per un raggio di 30 km, senza raggiungere però i capoluoghi di provincia. I negozi saranno aperti fino alle 21″.
Conte annuncia Ristori immediati per le attività costrette a chiudere ancora
È iniziata con un certo ritardo la conferenza stampa del presidente del Consiglio, che ha anche spiegato perché: “volevamo inserire immediate misure di ristoro, comprendiamo le difficoltà economiche e comprendiamo il sacrificio che chiediamo agli operatori coinvolti. Abbiamo adottato meccanismi di ristoro rapidi e automatici, abbiamo sospeso tributi e contributi“.
“Misure restrittive e nuovi aiuti economici devono viaggiare insieme, chi subisce danni economici deve essere subito ristorato” ha chiarito il premier, aggiungendo che “questo decreto prevede ristori per circa 645 milioni a favore di ristoranti e bar costretti alla chiusura in questo periodo. Ci sono beni e negozi aperti, si potranno acquistare nell’ambito del programma cashback“.
Ma quanto dovrà durare ancora questa altalena tra periodi caratterizzati da restrizioni più o meno pesanti? Il premier Conte vede la luce in fondo al tunnel, ed annuncia che “abbiamo davanti la fine di questo incubo” che dovrebbe essere decretata dall’arrivo del vaccino in Italia.
“Ci avviamo al ‘vaccine day’: il 27 dicembre in Italia e in altri Paesi europei ci sarà il giorno del vaccino” ha annunciato Giuseppe Conte, che però ha anche precisato che “non risolveremo il problema il 27 dicembre, dovremo attendere i primi mesi dell’anno. Interverremo con il piano vaccinale che abbiamo presentato”.
Tra i temi toccati arriva poi inevitabilmente relativo al vaccino, se sarà facoltativo oppure obbligatorio. “Offriamo il vaccino come facoltativo, non prevediamo l’obbligo. Sarà un vaccino sicuro e sarà offerto a tutti, speriamo che tutti si predispongano a sottoporsi a questo trattamento. Dobbiamo rimanere concentrati, senza abbassare la soglia di attenzione” ha spiegato Conte.
Conte: “recupero della didattica in presenza a partire dal 7 gennaio”
Per quanto riguarda la scuola l’interrogativo più pressante è quello che riguarda le scuole superiori, che sono state costrette a chiudere, passando alla didattica a distanza. Conte ha premesso che al “governo sta particolarmente a cuore la ripresa dell’attività in presenza”, e che quindi si sta agendo per giungere al “recupero della didattica in presenza a partire dal 7 gennaio“.
Un obiettivo per il quale il governo sta “lavorando tantissimo” dice Conte, che spiega: “i tavoli presso le prefetture stanno funzionando molto bene. Rimaniamo convinti che la scuola non sia focolaio di contagio, ma tutto quello che ruota attorno alla scuola va disciplinato con un’organizzazione flessibile”.
Conte sui dissidi nella maggioranza “i chiarimenti sono necessari”
Negli ultimi giorni la maggioranza di governo ha dovuto affrontare alcuni temi spinosi come quello che riguarda la riforma del Mes, che ha causato nuove defezioni nel Movimento 5 Stelle da pare di coloro che non erano disposti a calpestare anche questo punto del programma presentato ai cittadini.
Poi ci sono stati, e tuttora non sono ancora del tutto placati, malanimi con il partito di Matteo Renzi, che non intende dare la sua benedizione all’impiego di una task force per la gestione delle risorse che arriveranno dall’Ue con il Recovery Fund, che verranno sfruttate dall’esecutivo attraverso il Pnrr.
Proprio per via di queste spaccature si è parlato del rischio per l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte di giungere a termine prima della sua naturale scadenza. Si è parlato della possibilità di un rimpasto e delle probabilità che si vada incontro ad una crisi di governo proprio a causa di un eventuale mancato appoggio da parte di Italia Viva.
“I chiarimento sono necessari a noi per recuperare coesione, chiarezza di intenti e condivisione di obiettivi e sono auspicati dai cittadini, che non possono tollerare incertezze da parte delle forze di maggioranza” ha spiegato Conte “abbiamo urgenza di completare questo percorso di confronto”.
“Ho raccolto indicazioni dalle forze di maggioranza, dovremo definire una lista di priorità, torneremo a confrontarci tutti insieme e dovremo dire al Paese, al di là della sfida della pandemia, dove vogliamo andare” ha poi aggiunto il presidente del Consiglio “in questo discorso c’è anche il Recovery Plan, che dobbiamo approvare tutti insieme nel confronto con le parti sociali e con il Parlamento”.
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