Probabilmente non è una sorpresa per nessuno, ma a far cadere il secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte potrebbe essere proprio il suo padrino. Più inaspettato forse il fatto che un governo 5 Stelle avrebbe avuto tra i suoi ‘padri’ proprio quel Matteo Renzi che di attestati di stima da parte dei grillini non ne aveva ricevuti poi tanti.
Insomma Matteo Renzi potrebbe decretare la fine del governo Conte bis così come ne aveva determinato l’inizio, e a quanto pare c’è anche una data, quella del 28 dicembre. Perché il governo potrebbe cadere il 28 di questo mese? La data naturalmente non è casuale, quello è il giorno in cui si terrà l’ultima votazione sulla Legge di Bilancio 2021.
Per quella data il governo Conte dovrà aver accolto le richieste avanzate dal leader di Italia Viva per quel che riguarda il Recovery Plan, altrimenti molto semplicemente Matteo Renzi con il suo gruppo staccherà la spina.
Pare infatti che il leader della Leopolda stia valutando la possibilità di formare una nuova intesa con le forze di centro destra per un nuovo esecutivo, mentre Giuseppe Conte sta lavorando a quel rimpasto da cui potrebbe nascere, se le cose vanno secondo i suoi piani, al Conte-Ter.
Matteo Renzi pronto a far cadere il governo il 28 dicembre
Remano in direzione opposta Matteo Renzi e Giuseppe Conte, il primo per scalzarlo dalla sua posizione, il secondo per consolidarla. Il leader di Italia Viva sta progettando la sua mossa, ed è probabile che decida proprio di togliere la fiducia al secondo esecutivo guidato da Conte, mentre i suoi ministri sarebero già pronti a rassegnare le dimissioni.
Ne verrebbe fuori un’altra crisi in un altro pessimo momento. Chi in passato ha criticato la totale mancanza di tempismo di Matteo Salvini con la sua crisi d’agosto, probabilmente non si aspettava che nell’arco di una manciata di mesi l’altro Matteo sarebbe stato capace di fare di peggio.
In questo caso si avrebbe una crisi di governo nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus, peraltro nel periodo delle festività, con tutte le incertezze derivanti dal timore di un probabile aumento dei casi di contagio.
L’esecutivo infatti sta già valutando se e quali ulteriori restrizioni imporre, mantenendo caparbiamente la rotta tenuta fino ad oggi. Una strategia che mira ad affrontare una emergenza sanitaria quasi esclusivamente con misure di contenimento che hanno devastato e continuano a distruggere l’economia del Paese, ma che paradossalmente non prevede particolari stanziamenti di risorse per potenziare la sanità.
E mentre questo esecutivo è alle prese con una gestione dell’emergenza non esattamente impeccabile, ecco che dietro l’angolo rischia di inciampare in una crisi che è inattesa solo fino ad un certo punto.
Maria Elena Boschi: “non vogliamo nessuna crisi”
Lo ha imparato a sue spese Matteo Salvini, e rischia di impararlo anche Giuseppe Conte, che la costanza e l’affidabilità non sono le migliori doti di Matteo Renzi, ma da Italia Viva giungono comunque delle rassicurazioni.
È Maria Elena Boschi nel corso di una intervista rilasciata a Lucia Annunziata a Mezz’ora in Più a garantire che Renzi non sta pianificando di far cadere il governo. “Non vogliamo nessuna crisi” ha detto chiaro e tondo la Boschi “Conte ha detto che ha i ministri migliori del mondo e quindi per noi anche l’argomento rimpasto è chiuso. Però non siamo yesman”.
La capogruppo renziana ha poi aggiunto: “se ci sarà la crisi non ci sarà un voto perché c’è da eleggere un presidente della Repubblica europeista e perché il M5s ha due problemi: il secondo mandato e il fatto che tanti non tornerebbero in Parlamento” ma senza menzionare che il problema dei parlamentari che non tornerebbero più in Aula riguarda molto da vicino anche Italia Viva, al momento molto distante dalla soglia di sbarramento stando ai più recenti sondaggi politici.
Per scendere più nel dettaglio possiamo dire che se si votasse con l’attuale sistema, vale a dire il Rosatellum, basandoci sulla media dei sondaggi di Youtrend, il centrodestra otterrebbe circa i due terzi dei parlamentari, mentre Italia Viva andrebbe vicina a scomparire, e rispetto agli attuali 48 parlamentari eletti come esponenti del Pd, se ne ritroverebbe al massimo 5 o 7 eletti nei collegi uninominali.
Questo farebbe pensare alla possibilità che Renzi stia solo bluffando, visto che la prospettiva di un ritorno alle urne non dovrebbe piacere né a lui né agli altri esponenti di Italia Viva.
Ed è lo stesso Matteo Renzi a riferire oggi a La Stampa in un retroscena di Amedeo Lamattina, di aver avuto contatti con Gianni Letta per valutare la possibilità di allargare il centro destra ad Italia Viva, così da scalzare l’attuale maggioranza composta da 5 Stelle e centro sinistra.
Dall’opposizione intanto arrivano delle conferme, con voci di contatti intercorsi anche tra Renzi e lo stesso Salvini. Il leader della Lega però ha sempre negato la prospettiva di un esecutivo con Renzi, e lo stesso ha sempre fatto anche Giorgia Meloni.
Si va verso il Conte ter o sarà crisi di governo?
Sembra che l’attuale esecutivo sia in ogni caso destinato a terminare a breve, forse con il rimpasto di governo di cui si è parlato nei giorni scorsi, oppure sotto i colpi delle strategie di Matteo Renzi che potrebbero far cadere l’attuale maggioranza innescando la crisi.
Sulla questione si è pronunciato anche Silvio Berlusconi, che in una lettera al Corriere della Serra ha scritto: “voglio essere per quanto possibile ottimista. Confido che al di là delle ragioni di schieramento si possa trovare una convergenza sulle concrete esigenze del Paese. Da parte nostra, faremo tutto il possibile, come sempre, non per una parte politica ma per tutti gli Italiani”.
Conte nel frattempo continua a lavorare per preparare il terreno al Conte ter, per questo nella giornata di oggi avvia la verifica di governo parlando con la delegazione del Movimento 5 Stelle per prima, poi con quella del Partito Democratico e infine con quella di Italia Viva.
Il premier chiede che le forze politiche gli confermino la fiducia oppure glie la tolgano in Parlamento, e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva un consiglio: quello di non toccare i ministeri chiave, vale a dire Interni, Difesa, Economia, Salute ed Esteri.
Cosa più facile a dirsi che a farsi però, visto che stando ad un retroscena della Stampa firmato da Ilario Lombardo il Movimento 5 Stelle vorrebbe per sé proprio il dicastero di Luciana Lamorgese. C’è poi la delicata questione della delega ai Servizi Segreti, che in caso di rimpasto andrebbe al Partito Democratico, e quella dei due vicepremier.
Ad Italia Viva, in caso di rimpasto, quindi con la nascita del Conte Ter, andrebbe probabilmente il ministero della Difesa e potrebbe essere proprio Matteo Renzi ad occupare quella poltrona.
Ma non è detto che le cose andranno così in caso di rimpasto, su Il Messaggero leggiamo infatti uno scenario diverso. “L’ultimo scenario, infine, è quello di un rimpasto di grande portata. Una sorta di sconvolgimento delle poltrone dell’esecutivo che passa, però, anche sulla testa del premier”.
“Perché quest’ultimo caso prevede impossibile la nascita, anche se ci dovessero essere i numeri, di un Conte ter” si legge ancora sulle pagine del Messaggero “più probabile, in questo scenario considerato grave e solo un gradino sotto a nuove elezioni, la nascita di un governo tecnico con un nuovo premier” ed è qui che per l’ennesima volta spunta fuori il nome di Mario Draghi.
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