Si era parlato di una settimana decisiva per la Brexit, con gli ultimi tentativi di giungere ad un accordo commerciale tra Regno Unito ed Unione Europea che sarebbero stati fatti proprio in questi giorni. Il risultato tuttavia non è arrivato, ed il primo ministro britannico ha già preannunciato il No deal invero nell’aria da tempo.
La Gran Bretagna uscirà dall’Ue allo scadere del periodo di transizione, e questo terminerà il 31 dicembre prossimo. Di accordi commerciali per ora però non si vede neanche l’ombra e questo non può che significare che Londra lascerà Bruxelles senza un accordo commerciale, con tutto ciò che questo comporterà per i rapporti tra le due parti.
Boris Johnson non ha potuto fare a meno a questo punto di avvisare il Paese di prepararsi ad una uscita del Regno Unito dal mercato unico senza nessun accordo con Bruxelles.
Secondo il premier britannico uscire tra tre settimane senza un accordo commerciale è da ritenersi ormai il risultato più probabile. “Penso che dobbiamo essere molto, molto chiari, ora c’è una forte possibilità che avremo una soluzione molto più simile ad una relazione australiana con l’Ue che ad una relazione canadese con l’Ue” ha infatti dichiarato il leader Tory.
Ma per arrivare ad un accordo condiviso tra Londra e Bruxelles il premier britannico ha fatto sapere di essere disposto ancora ad impegnarsi. Ha infatti dichiarato di essere pronto a “volare subito a Berlino o Parigi” se potesse servire a raggiungere un’intesa con l’Unione Europea, prospettiva che però a quanto pare è poco realistica.
È dall’inizio del 2020 che Boris Johnson ha iniziato a citare il non-accordo commerciale tra Unione Europea ed Australia per indicare quali potrebbero essere i termini di quello tra Londra e Bruxelles. Ha parlato più volte infatti di un “Australian deal” mostrando in che modo potrebbero essere regolamentati i rapporti commerciali tra Uk ed Eu.
Ed è in questo che finirà per tradursi un eventuale No deal in ambito Brexit, scenario che a questo punto è quanto mai concreto. Infatti a differenza del Canada, l’Australia non ha un accordo commerciale con l’Europa, tant’è che sta attualmente tentando di negoziarne uno.
A rappresentare un ostacolo evidentemente insormontabile per giungere ad un accordo è la grande differenza di vedute tra Londra e Bruxelles. Quello che dovrebbe essere un approccio al dialogo, da parte dell’Ue è più un tentativo di imporre una linea ben precisa e ciò traspare con particolare chiarezza delle parole usate dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Parole sulle quali Boris Johnson si è espresso con chiara disapprovazione. La Von der Leyen nel corso di una cena cui hanno preso parte i negoziatori ha detto che il blocco europeo ed il Regno Unito “sono un po’ come gemelli” ed ha spiegato che “se la Ue decide di tagliarsi i capelli, il Regno Unito si taglierà i capelli o subirà una punizione”.
E ancora “o se l’Ue decide di acquistare una borsetta costosa, allora il Regno Unito deve acquistare anche lui una borsetta costosa, altrimenti dovrà affrontare delle tariffe” e Johnson ha precisato: “chiaramente questo non è il modo di procedere ed è diverso da qualsiasi altro accordo di libero scambio”.
Il Regno Unito però tende ancora una volta la mano all’Ue, con il premier britannico che si rivolge alla cancelliera tedesca e al presidente francese esortandoli ad intervenire personalmente per raggiungere un accordo.
“Quello che ho detto ai nostri negoziatori è che dobbiamo andare avanti e fare il possibile e andrò a Bruxelles, andrò a Parigi, andrò a Berlino, andrò ovunque per cercare di portare questo accordo a casa” ha dichiarato Boris Johnson.
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