È ancora una volta il governo tedesco a richiamare all’ordine gli Stati europei che sono in ritardo sulla tabella di marcia del Recovery Fund. Nelle ultime settimane alcune dinamiche interne ai Paesi membri rischiano di far ritardare l’erogazione delle risorse previste dal piano di molti mesi, se non addirittura bloccarle del tutto.

Il ministro tedesco degli Affari Europei, attuale presidente del Consiglio Europeo Micheal Roth, ha ricordato prima della videoconferenza Affari Generali: “a luglio ci siamo trovati d’accordo su un sostanzioso piano di Recovery” ma il meccanismo ora sembra essersi inceppato.

“Tutti gli Stati membri si sono impegnati sullo stato di diritto come valore essenziale per l’Unione” ha poi aggiunto il ministro tedesco “sarebbe irresponsabile ritardare ulteriormente questo sostegno essenziale per i nostri cittadini, abbiamo bisogno di sbloccare rapidamente il sostegno finanziario che è fondamentale per molti Stati membri”.

Ed era stato lo stesso Micheal Roth ad esprimersi con toni piuttosto duri circa la questione del veto da parte di Ungheria e Polonia al nuovo bilancio Ue, cosa che ha di fatto bloccato i progressi sul Recovery Fund. Il presidente di turno del Consiglio europeo aveva detto infatti “non è tempo di veti” aggiungendo che questi avrebbero portato i popoli dell’Ue a pagare un prezzo “molto alto”.

Nel mirino della Germania in questi giorni sembrano esserci proprio Polonia e Ungheria, ai governi dei due Paesi infatti da Berlino arriva un ulteriore avvertimento. Il governo tedesco infatti sembra aver manifestato l’intenzione, qualora le posizioni di Budapest e Varsavia non cambiassero, di andare avanti senza di loro.

Il presidente tedesco del gruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber, parlando coi giornalisti, ha dichiarato infatti che “per il Parlamento Europeo non si rinegozia nella sostanza l’accordo che è stato raggiunto nei triloghi” con il Consiglio e la Commissione Europea sul pacchetto economico che include sia il Recovery Fund che il Quadro finanziario pluriennale.

L’europarlamentare tedesco ha anche aggiunto poi: “i 25 sono uniti, mentre Polonia e Ungheria sono isolate e dobbiamo a questo punto sostenere un piano B a 25, l’idea di Ursula von der Leyen, che è una opzione sul tavolo anche se nessuno la vuole, ed è un chiaro segnale per i nostri partner”.

Non è da escludere quindi che se il muro contro muro tra i Ungheria e Polonia contro gli altri 25 Paesi membri dovesse andare avanti, questi ultimi proseguirebbero il loro percorso senza gli altri due.

Questo insomma è il piano B di Ursula von der Leyen, è la Germania evidentemente non lo esclude, eppure è ancora il ministro Micheal Roth a ricordare che la linea che Berlino intende seguire resta prevalentemente quella del piano originale sul quale è necessario insistere.

Roth ha infatti dichiarato che la presidenza tedesca dell’Ue “continuerà a lavorare fino all’ultimo minuto della mezzanotte del 31 dicembre” nel tentativo di trovare un’intesa sul Recovery Fund e sul bilancio dell’Ue “che tutti e 27 possano accettare”. “È una settimana decisiva, in questo momento e nei prossimi giorni non vogliamo lasciare niente di intentato per trovare una soluzione” ha poi concluso Roth.

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