Dire che era nell’aria da tempo è estremamente riduttivo, perché in realtà una scissione, seppur mai formalizzata, all’interno del Movimento 5 Stelle è già avvenuta e da un bel po’ di tempo ormai, visto che le posizioni tra le due frange che si sono formate sono sempre più spesso sempre più distanti.
Uno dei temi su cui c’è contrapposizione di vedute diametralmente opposte è il Mes, con una minoranza dei 5 Stelle che resta fedele alle posizioni originali della forza politica creata da Beppe Grillo, ed una maggioranza invece ormai totalmente assimilata dal Partito Democratico, del quale è ridotta ad una costola priva di identità e di ragione di esistere.
Quel che è accaduto in questi giorni sta ampliando quella spaccatura presente da tempo all’interno dei 5 Stelle, ed ora sono in quattro gli Eurodeputati che hanno lasciato le fila del Movimento. Secondo quanto riportato da La Stampa e dagli altri media nazionali, si tratta di Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi.
Le loro posizioni sono quelle del Movimento 5 Stelle delle origini, quelle posizioni che hanno trovato il consenso del 35% dei votanti in occasione delle ultime elezioni politiche. Le stesse posizioni disattese nei fatti più e più volte e disattese una volta ancora, una volta di troppo per i quattro deputati pentastellati che siedono nel Parlamento europeo.
Di Battista ai fuoriusciti del 5 Stelle “questa vostra scelta mi dispiace”
Appartengono a quella frangia che fa riferimento ad Alessandro Di Battista, eppure è lo stesso Dibba a non dare la sua benedizione alla decisione presa dai colleghi di partito. “Questa vostra scelta mi dispiace” ha detto il leader romano “per me è un errore”.
Sotto il post su Facebook con cui Ignazio Corrao comunica la sua decisione di lasciare il gruppo 5 Stelle, Alessandro Di Battista ha commentato ricordando di aver molte volte espresso la sua contrarietà ad abbandonare e ha poi aggiunto: “sei una persona per bene e sei un amico, e per me l’amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. È stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km assieme a te… Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo”.
Un colpo piuttosto pesante comunque per la rappresentanza grillina a Strasburgo dal momento che sul totale di 14 eurodeputati ora i 5 Stelle ne perdono quasi un terzo.
Quanto al resto, i fuoriusciti dovrebbero lasciare definitivamente il M5S, ma potrebbero anche optare per una soluzione meno drastica, cioè uscire dalla delegazione ma senza lasciare il MoVimento, anche se a credere in questo scenario sono in pochi. Più probabile che confluiscano nel gruppo dei Verdi dell’Europarlamento avendo con questi condiviso diverse battaglie per l’ambiente.
Ignazio Corrao: “dire lo avalliamo ma ‘non lo attiveremo’ è una clamorosa offesa”
Delle ragioni che hanno spinto l’eurodeputato a lasciare la delegazione 5 Stelle, Corrao ha parlato in un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, in cui parla senza mezzi termini di una “presa in giro”.
“Dire lo avalliamo ma ‘non lo attiveremo’ è una clamorosa offesa a chiunque possiede un cervello e anche una incredibile violazione del programma elettorale. Il nostro impegno con i cittadini era di fare il massimo per smantellare, liquidare il fondo salva Stati e altri strumenti di austerity” scrive nel suo post Ignazio Corrao.
Nel frattempo è stata anche pubblicata una nota diffusa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini in cui leggiamo: “la frangia ambientalista del M5s al Parlamento Europeo, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi, si separa formalmente dalla delegazione pentastellata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo”.
Il nodo del Mes porta il Governo di nuovo sull’orlo della crisi
La questione del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) rischia di mettere in gioco la stabilità del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Non sono solo gli eurodeputati che hanno lasciato la delegazione 5 Stelle ad opporsi alle nuove posizioni del Movimento rispetto al fondo salva Stati, ma anche un buon numero di deputati e senatori del parlamento italiano.
“Consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (EDIS e NGEU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes“.
È questo il messaggio sottoscritto da ben 52 deputati e 16 senatori del Movimento 5 Stelle, contenuto nella lettera che è stata inviata al reggente Vito Crimi, al capo delegazione Alfonso Bonafede, ai capigruppo di Camera e Senato.
Nella lettera inviata ai vertici, i parlamentari 5 Stelle che si dichiarano ancora coerentemente contrari al Mes scrivono inoltre: “il nuovo contesto dovrebbe portarci a riaffermare, con maggiore forza e maggiori argomenti, quanto già ottenuto negli ultimi mesi: NO alla riforma del Mes”.
Sono però gli stessi parlamentari a precisare di “non voler mettere a rischio la maggioranza” ma al contempo non si esimono dal chiedere che la risoluzione che sarà votata in Parlamento sia “subordinata” alla logica del pacchetto.
E qualora ciò non accadesse, e sono gli stessi parlamentari a sottolinearlo “l’unico ulteriore passaggio che i parlamentari del MoVimento 5 Stelle avrebbero per bloccare la riforma del Mes sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere“.
Nel frattempo inoltre lo stesso gruppo di parlamentari sta agendo su un altro fronte, raccogliendo adesioni per votare contro il decreto Sicurezza che sarà presentato alla Camera il 9 dicembre. Secondo quanto riportato dall’Ansa, “fonti del Movimento precisano che l’occasione per sollevare la questione sarà l’assemblea congiunta dei deputati e senatori convocata per venerdì dal capo politico del Movimento”.
Una situazione quantomeno delicata quindi, eppure sulla tenuta del governo Alfonso Bonafede non sembra nutrire particolari dubbi. Il capo delegazione del M5s nonché ministro della Giustizia infatti, parlando con Radio 24 ha commentato l’iniziativa dei parlamentari 5 Stelle (52 deputati e 16 senatori) contro la riforma del Mes, minimizzando i rischi per la maggioranza.
“Basta leggere la lettera per constatare che non c’è questo rischio” spiega Bonafede “gli stessi parlamentari che l’hanno scritta precisano che non c’è un problema di maggioranza”. Bonafede ha poi colto l’occasione per ribadire il proprio “massimo sostegno” a Giuseppe Conte.
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