Non è certo la prima volta che si parla di un possibile rimpasto nell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, e per dirla tutta non sarebbe nemmeno la prima volta che ciò avviene, visto che il primo governo Conte era sostenuto dalla Lega mentre il secondo è sostenuto dal Partito Democratico.
Ad ogni modo le voci circa un possibile rimpasto si erano notevolmente affievolite nel corso dell’emergenza sanitaria, quantomeno nella sua fase più acuta, e tuttavia in piena seconda ondata il tema è tornato in auge.
Ed è stato lo stesso presidente del Consiglio a commentare le indiscrezioni in una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, dove però si limita a minimizzare.
Fatto sta che al momento, almeno in via ufficiale, nessuno nella maggioranza vuole il rimpasto, ma sono sempre di più quelli che ne parlano fin da prima che la seconda ondata di Coronavirus colpisse il Paese.
Conte, stando a quanto riportato dal Corriere, ha allontanato per l’ennesima volta l’ipotesi del rimpasto, ma stando alle voci di corridoio che sarebbero trapelate da Palazzo Chigi, sarebbe in particolare Matteo Renzi a spingere in questa direzione, non senza il sostegno del Partito Democratico peraltro, che sarebbe pronto ad un cambio di alcuni ministri appena la situazione della diffusione del virus dovesse migliorare.
Se rimpasto sarà, questa volta è abbastanza facile immaginare che anche Forza Italia darà il suo contributo, visto l’avvicinamento di Silvio Berlusconi alla maggioranza di governo. Altrettanto facile però è immaginare che difficilmente il presidente del Consiglio Conte verrebbe confermato per la terza volta alla guida dell’esecutivo, e spunta invece per l’ennesima volta il nome di Mario Draghi.
Cosa rischia Conte se ci sarà un rimpasto di governo?
Se nei prossimi mesi, come si spera, la situazione dell’emergenza sanitaria del Coronavirus migliorerà, allora forse potrebbe presentarsi l’occasione giusta per il rimpasto di governo di cui ultimamente si sente sempre più parlare.
Ma chi vuole il rimpasto? Iniziamo da Goffredo Bettini, esponente del Pd che ha detto chiaro e tondo che spera in un ingresso nella squadra di governo del segretario Nicola Zingaretti.
Cosa che evidentemente non dispiacerebbe nemmeno allo stesso presidente del Consiglio, che si è detto “ben felice” di questa prospettiva, anche non ha potuto fare a meno di ricordare che Zingaretti ricopre attualmente anche il ruolo di presidente della Regione Lazio, e che quindi andrebbe incontro ad un doppio incarico.
Anche Matteo Renzi, stando a quanto riportato da alcuni media nazionali, sarebbe interessato ad un dicastero, il ministero della Difesa per l’esattezza, cosa che gli aprirebbe la strada verso un successivo passaggio nel ruolo di segretario generale della Nato, che non è poco per uno che doveva smettere di fare politica.
In bilico ci sarebbero anche le poltrone della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ultimamente ha ricevuto non poche critiche. Anche la ministra Paola De Micheli potrebbe essere a rischio in caso di rimpasto, ma soprattutto, se a cambiare dovessero essere più ministri, in bilico ci sarebbe la premiership di Giuseppe Conte.
Se si dovesse fare un rimpasto che prevede la sostituzione di più di un ministro, allora sarebbe necessario un passaggio alle Camere e Giuseppe Conte sarebbe tenuto a chiedere ancora una volta la fiducia in Parlamento.
E per Conte ottenere la fiducia questa volta potrebbe essere particolarmente difficile, specialmente al Senato dove i numeri sono molto ballerini. Qui poi entra in gioco anche Forza Italia, ed il suo possibile ingresso in maggioranza, che potrebbe al contempo determinare una spaccatura nel Movimento 5 Stelle.
Conte sul rimpasto: “non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti”
Nel corso dell’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio ha parlato soprattutto del Recovery Fund, spiegando che i 209 miliardi destinati all’Italia “sono per il nostro Paese la sfida della vita”.
Sul come verranno gestiti questi fondi poi il premier ha assicurato che “ci sarà grande confronto pubblico” inoltre, ha detto: “coinvolgeremo tutto il Parlamento”. Nel frattempo si avvicina il nuovo vertice sulla governance del Recovery Fund, che potrebbe tenersi proprio nella giornata di oggi 30 novembre 2020.
Tra le ipotesi che circolano circa i fondi europei destinati all’Italia, quella di un “super dirigente”, vale a dire una specie di super commissario che avrebbe il compito di coordinare i sei manager responsabili delle missioni del Recovery Fund e la task force composta dai 300 esperti.
Ma per quel che riguarda le voci che danno l’esecutivo vicino ad un nuovo rimpasto, il premier ha commentato: “non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti” liquidando così la questione.
In seguito una nota da Palazzo Chigi ha chiarito: “in merito al colloquio con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicato su ‘Il Corriere della Sera’, si precisa che l’unico tema trattato è stato il Recovery Plan. Tutte le altre ricostruzioni contenute nell’articolo, incluse quelle relative al cosiddetto rimpasto e al ruolo di Luigi Di Maio e Matteo Renzi, non solo non corrispondono a parole espresse dal Presidente del Consiglio, ma non corrispondono neppure ai suoi pensieri”.
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