Non sarà con il periodo natalizio che ai cittadini italiani verrà restituita la libertà di spostarsi a proprio piacimento da persone libere. Il presidente del Consiglio ha già messo le mani avanti, chiarendo subito che per il periodo delle feste di Natale verranno varate misure ad hoc, e non saranno permesse quelle che ha definito: “vacanze indiscriminate sulla neve”.

L’ennesimo divieto cui il popolo dovrà sottostare nella speranza di raggranellare briciole di sicurezza in ambito sanitario, quella stessa sanità su cui, emergenza Coronavirus o no, si continua ad investire troppo poco, come ampiamente illustrato anche su IlSole24Ore, dove troviamo tra le altre cose i dati riguardanti la situazione delle terapie intensive in Italia, con un focus sui target mancati dalle Regioni. 

La soluzione prospettata dall’esecutivo però non è investire a oltranza sul sistema sanitario, bensì allentare o stringere il guinzaglio. Per le festività natalizie il premier Conte si è premurato di garantire che verrà rispettata la tradizione dei doni da una parte, ma al contempo anticipando lo stop alle vacanze sulla neve, danneggiando ulteriormente e pesantemente un comparto già in ginocchio da mesi.

Conte: “spero che venerdì l’Rt si avvicini all’1”

Il presidente del Consiglio, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7 ha confidato alla giornalista che il governo è pronto ad una prima apertura degli spostamenti tra Regioni e di essere intenzionato a “riaprire le scuole prima di Natale”.

Nel corso del programma sono stati toccati molti punti, ed in particolare si è cercato di chiarire quali misure restrittive verranno allentate e quali invece no. Il premier ha spiegato a tal proposito che “sullo spostamento tra Regioni a Natale” il governo ci sta lavorando, ed ha poi aggiunto: “se continuiamo così a fine mese non avremo più zone rosse”.

Conte ha poi confidato alla Gruber: “spero che venerdì l’Rt, l’indice che misura la velocità del contagio, si avvicini all’1. Significherebbe che siamo riusciti a congelare” la corsa del Coronavirus.

Su Il Fatto Quotidiano leggiamo anche che “le energie del governo non sono concentrate solo sul fronte sanitario”. In effetti sembra che siano concentrate su molti aspetti, ad eccezione del fronte sanitario, sul quale è stato fatto poco e niente ad oggi, mentre i medici si trovano ad affrontare un’ondata di panico scatenata dai mass media a causa della quale i pronto soccorso si trovano presi d’assalto da gente che potrebbe tranquillamente curarsi da casa.

Conte: “il periodo natalizio richiede misure ad hoc”

Le misure restrittive che verranno imposte durante il periodo natalizio saranno valutate anche sulla base dei dati ‘incoraggianti’ che riguardano la curva dei contagi, ma il presidente del Consiglio ha già respinto proprio ieri la richiesta di valutare l’avvio della stagione sciistica.

“Il periodo natalizio richiede misure ad hoc” ha spiegato il premier, che ha poi aggiunto: “si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto, ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile”.

“E con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo” ha poi aggiunto il presidente del Consiglio. 

Al tempo stesso Conte ha spiegato che “uno Stato libero e democratico non può entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavolo”. Uno Stato libero e democratico non può nemmeno vietare diritti fondamentali come quello di muoversi e di lavorare, eppure quello italiano lo fa, e se non entra nelle case degli Italiani non è per rispetto dei principi di libertà e democrazia, ma semplicemente perché ancora non è in grado di farlo.

“Vogliamo ridurre la socialità” ha poi detto il premier Conte, come se i rapporti sociali non fossero un diritto di ogni libero cittadino sul quale lo Stato non ha alcuna autorità. Conte ha anche precisato però che il governo vuole “consentire la tradizione a noi molto cara dei doni. In questo senso è controproducente limitare gli orari dei negozi”.

Insomma siamo in un Paese democratico in cui lo Stato ridurrà la socialità in occasione delle festività natalizie, ma garantirà il diritto di fare shopping, tutelando, almeno in parte, il consumismo che accompagna il Natale.

Con il Dpcm del 3 dicembre l’Italia resterà divisa in fasce in ogni caso, con regioni a rischio basso, medio e alto, e quindi differenti restrizioni. Nel frattempo si continua ad aspettare il vaccino che, secondo il premier potrebbe essere disponibile già da fine gennaio.

Quanto al fatto che il vaccino debba essere facoltativo, il premier ha ricordato che “non c’è un orientamento per l’obbligo del vaccino, ma lo raccomandiamo”, prendendo quindi le distanze da quell’ala dell’esecutivo che ritiene necessario imporne l’obbligo. Poi Conte ha anche annunciato che “il vaccino sarà disponibile prima per le categorie vulnerabili ed esposte. Penso sarà da fine gennaio”.

Conte sul Recovery Fund “non siamo assolutamente in ritardo”

Procede a rilento la ripresa economica, per non dire che di tutto si può parlare in questo momento meno che di ripresa. E tanto per completare il quadro, i tempi per il Recovery Fund si stanno ulteriormente allungando.

Eppure questa volta non è colpa dell’Italia, bensì di alcuni Paesi dell’Ue che hanno posto il proprio veto. Intanto il presidente del Consiglio ha fatto il punto della situazione ricordando che “per il Recovery Fund dobbiamo aspettare il Consiglio Europeo di dicembre che sarà decisivo. In questo momento effettivamente c’è un problema” ha anche aggiunto “perché abbiamo superato varie questioni, siamo in dirittura d’arrivo, però è stato sollevato un veto politico da parte di Polonia e Ungheria”.

Ad ogni modo secondo il premier si può serenamente escludere che i cosiddetti “Paesi frugali” possano in qualche modo compromettere il progetto. “C’è un impegno politico di tutti i Paesi, preso lo scorso luglio, e non si può rimettere in discussione. Una risposta che è nell’interesse di tutti, non solo dell’Italia che è la maggiore beneficiaria. Perché tutti stanno vivendo una seconda ondata che è distruttiva”.

E per quanto riguarda i tempo quindi cosa dobbiamo aspettarci? Conte ha detto che “anche sulla base del cronoprogramma, siamo desiderosi di farlo subito, potremo presentare già a febbraio il piano nazionale italiano. Ci sarà un ritardo rispetto ai tempi iniziali, ma non troppo”.

“Non abbiamo ancora sottoscritto l’accordo del Recovery Fund, c’è il veto” ha poi aggiunto il presidente del Consiglio “non è possibile presentare il piano a dicembre. C’è un’interlocuzione settimanale con la Commissione europea e non siamo assolutamente in ritardo. Se va tutto bene, lo potremo presentare agli inizi di febbraio”.

E sempre nell’ambito dell’utilizzo delle risorse che verranno messe in campo con il Recovery Fund, il presidente del Consiglio ha anche aggiunto: “c’è da creare una struttura operativa ad hoc con un profilo manageriale che garantisca il monitoraggio dei progetti e la verifica della loro attuazione”.

“Sarà una struttura condivisa presso Palazzo Chigi, ma con il coordinamento di altri ministeri. Inoltre, condivideremo i piani con tutto il Paese, lo faremo in Parlamento, ora ci sarà un aggiornamento sui progetti” ha anche spiegato il premier.

Inoltre, a proposito di risorse economiche su cui poggiare le basi di una ipotetica ripartenza, si è parlato del Mes. “Noi abbiamo già tantissime risorse, abbiamo i fondi strutturali, la legge di Bilancio, il Recovery” ha detto il premier “è necessario cambiare passo nella capacità amministrativa per realizzare i progetti in tempi certi”.

Conte sull’avvicinamento di Forza Italia “dialogo costruttivo e responsabile”

Si tratterebbe di un dialogo costruttivo e responsabile, secondo il presidente del Consiglio, che parla dell’avvicinamento di Forza Italia alle forze di maggioranza dopo la legge “salva Mediaset”.

Nel corso dell’intervista su La7 infatti è stato toccato anche questo spinoso tema, sul quale il premier ha dichiarato: “devo riconoscere che Forza Italia si è predisposta per un dialogo costruttivo e responsabile. E ha anche spiegato che non vuole allargare la base del governo ma restare all’opposizione”.

Lilli Gruber ha quindi sottoposto all’attenzione del presidente Conte un post pubblicato via social dall’ex deputato grillino Alessandro Di Battista, dove il partito del condannato Silvio Berlusconi veniva paragonato al letame. La cosa però non sembra toccare Giuseppe Conte che si limita a commentare: “è un linguaggio che non mi appartiene”.

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