Per scongiurare il più che tangibile rischio di non riuscire a far passare la Legge di Bilancio 2021, il governo giallo rosso potrebbe tingersi anche un po’ di azzurro, con una sempre meno irrealistica entrata di Forza Italia all’interno della maggioranza.

Ad aprire verso il Cavaliere sono in particolare Partito Democratico e Italia Viva, i cui leader sembrano essere pronti ad accogliere anche Silvio Berlusconi nella loro sempre più variopinta maggioranza di governo. E se di rosso, come è facile notare, resta ben poco tra Pd e Iv, la cui politica ‘di sinistra’ ha ormai ben poco, anche il giallo del M5s risulta quanto mai sbiadito, praticamente diafano.

Ad impegnarsi in uno strenuo e probabilmente fallimentare tentativo di difendere quel poco che rimane dei valori fondanti del Movimento 5 Stelle resta solo una parte relativamente piccola della creatura di Beppe Grillo, capeggiata da un Alessandro Di Battista che sempre più facile risulta associare alla figura di Don Quichotte.

Una battaglia, quella del Dibba, che però una parte del MoVimento condivide, insieme ad una ancor più grande parte dell’elettorato originale. Insomma Silvio Berlusconi potrebbe rappresentare la pietra tombale del Movimento 5 Stelle, che dopo aver accettato di governare con Matteo Renzi, vero e proprio padrino del Conte-bis, potrebbe accogliere persino Berlusconi.

Berlusconi entra in maggioranza? Ecco cosa potrebbe succedere e perché

Un sodalizio che sta per diventare realtà e per il quale sono già state gettate solide basi con l’emendamento salva-Mediaset che è stato appositamente inserito nel decreto Covid, che ha prodotto l’immediato effetto di rendere disponibile Forza Italia a sostenere il governo in questo momento di grande difficoltà.

Già perché se gli Italiani sono in una situazione disastrosa sotto ogni punto di vista, il governo dal canto suo ha i suoi problemi, che ovviamente non coincidono con le esigenze del Paese. Problemi ad esempio a far approvare dai due rami del Parlamento, in particolare dal Senato, la nuova manovra economica, ma in ballo c’è molto altro.

Mentre le forze di governo fanno la corte a Forza Italia ignorando le timide rimostranze della componente pentastellata, o almeno di una parte di essa, le preoccupazioni non sono rivolte solo alla Legge di Bilancio 2021, ma anche all’elezione del presidente della Repubblica che sarà a febbraio 2022, tra poco più di un anno insomma.

Nel frattempo l’Italia sta colando a picco per via delle misure di contenimento adottate dall’esecutivo a partire da marzo 2020, e si pone l’esigenza di tappare qualche buco pur nella consapevolezza che la barca è destinata ad affondare in ogni caso.

Servono misure forti per fronteggiare l’emergenza economica, fronte sul quale il governo potrebbe bissare i non tanto esaltanti risultati raggiunti nella gestione dell’altra emergenza, quella sanitaria. Ci sono poi cattive notizie sul fronte degli aiuti europei previsti dal tanto osannato Recovery Fund, quindi sembrerebbe proprio che le peggiori premesse ci siano tutte.

Un quadretto non particolarmente allegro, nel quale si agitano figure di spicco come Nicola Zingaretti e Matteo Renzi, che si sbracciano per avere dalla loro parte un’altra figura di spicco: Silvio Berlusconi. Una figura però piuttosto ingombrante, specie per un Movimento 5 Stelle che dell’anti-berlusconismo ha fatto la propria bandiera fin dal principio.

Non che del Pd avesse ‘parlato bene’ prima di prendere la decisione di governarci insieme, così come le parole spese per descrivere Matteo Renzi non sono mai state particolarmente gentili, come ricorderanno facimente quanti seguirono l’incontro in diretta tra Beppe Grillo e il leader della Leopolda.

Le cose poi sono leggermente cambiate, il Movimento 5 Stelle è diventato la stampella di una maggioranza di centrodestra prima e di centrosinistra poi, cercando di trasmettere la poco credibile narrazione di un sacrificio per il bene del Paese.

Sacrificati infatti sono stati i principi fondanti del Movimento 5 Stelle, un pezzettino per volta, in un percorso che sta per concludersi con l’ultima tappa: l’alleanza con Forza Italia di Silvio Berlusconi, sempre, questo sia chiaro, per il bene del Paese.

Non ci vuole stare Alessandro Di Battista, che in questa commedia di cattivo gusto, recita il ruolo dell’inguaribile romantico, incapace di accettare che del Movimento 5 Stelle non è rimasto quasi nulla all’interno del Movimento 5 Stelle.

Il Dibba e i suoi dicono di no all’alleanza con Silvio Berlusconi, e promettono di fare muro, ma i numeri su cui può contare il leader romano non gli offrono molte garanzie di successo.

Qualche garanzia di successo invece sembrano averla i favorevoli al sodalizio, che si sono assicurati l’appoggio di Forza Italia con l’emendamento inserito nel decreto Covid che ha permesso di fermare la scalata dei Francesi di Vivendi a Mediaset, ignorando serenamente la recente sentenza della Corte Europea, che visto il fine probabilmente non se ne avrà a male. 

“Bene la disponibilità di Berlusconi, la maggioranza si può allargare” annuncia Matteo Renzi, che rilascia la tutt’altro che sorprendente dichiarazione dopo aver già incassato il consenso di Nicola Zingaretti, nonché di altri esponenti del Partito Democratico a iniziare da Goffredo Bettini.

Resta da capire cosa deciderà di fare il Movimento 5 Stelle, ma a meno di clamorosi colpi di scena, a giudicare dalle parole di Luigi Di Maio, non rappresenterà un ostacolo. “Sono sempre stato un promotore del dialogo con le opposizioni e continuo ad esserlo” ha dichiarato il ministro degli Esteri pentastellato, che è stato molte altre cose in passato, oltre che ‘promotore del dialogo’.

Pare poi, stando a voci di corridoio, che non siano pochi gli esponenti 5 Stelle che sarebbero disposti ad accettare anche di governare con Berlusconi pur di salvare la legislatura, ed ‘en passant’ lo stipendio, sempre animati da quello spirito di sacrificio che ha caratterizzato altre scelte difficili in passato.

Meno disposti a sacrifici di questo tipo però sono altri esponenti del Movimento 5 Stelle, come la ex ministro e attuale senatrice Barbara Lezzi. “Io ricordo al M5s che Forza Italia è un partito fondato da un condannato per mafia. Commetto peccato se chiedo prudenza?” ha fatto timidamente notare la senatrice salentina.

In gioco ci sono il Quirinale e il Mes

Della sopravvivenza del Movimento 5 Stelle, evidentemente legata alla scelta che opererà in questo frangente, interessa ben poco al popolo italiano, quindi ci soffermeremo su quello che veramente il Paese si sta giocando con l’avvicinamento dell’esecutivo a Silvio Berlusconi.

Se a Lega e Fratelli d’Italia la presenza di Forza Italia nella coalizione di centro destra garantiva la vittoria in una ipotetica nuova tornata elettorale, almeno stando agli attuali sondaggi, il suo passaggio dall’altra parte isolerebbe entrambi. Senza dimenticare che insieme a Berlusconi perderebbero il peso mediatico di Mediaset.

Fin qui le ripercussioni sulle varie forze politiche, ma in gioco c’è ben altro a cominciare dall’elezione del presidente della Repubblica. Come accennato, il Capo dello Stato sarà eletto a febbraio 2022, e questa è una delle principali preoccupazioni del centrosinistra, come lo stesso Matteo Renzi ha spiegato.

“Abbiamo creato una coalizione che ha messo in un angolo i populisti di questo Paese, e questa maggioranza vuole eleggere un presidente della Repubblica che metta il Quirinale in salvo fino al 2029 tenendo la barra dritta sull’alleanza atlantica e sull’Unione Europea” sono state la parole di Renzi.

Per Berlusconi si tratta di una nuova scelta di campo “l’occasione per dimostrare che Forza Italia è alleata della Merkel e non della Le Pen” dice ancora il leader della Leopolda.

Se il patto con Forza Italia andrà in porto lo farà grazie al Movimento 5 Stelle, che ha ancora i numeri per ‘dettar legge in Parlamento’ potendo contare sulla maggioranza relativa in entrambi i rami. Altrimenti sarà difficile poi spiegare a quei pochi elettori rimasti le ragioni di questo ennesimo tradimento.

Una volta che Forza Italia sarà parte integrante dell’esecutivo non solo non sarà difficile far approvare la Legge di Bilancio 2021, o eleggere un presidente della Repubblica che piaccia all’Ue, ma anche accettare di ricorrere all’uso del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), quello stesso strumento di cui nessun altro Paese dell’Ue ha voluto servirsi nel contesto della crisi economica legata al Coronavirus, e su cui lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso più volte le sue perplessità.

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