La più grande area di interscambio del mondo nasce con un patto che interessa circa il 30% dell’economia globale, ed un totale di 2,2 miliardi di consumatori. L’accordo è stato chiamato: “Regional Comprehensive Economic Partnership” RCEP ed è stato siglato già da 15 Paesi dell’Asia.

Si prevede che questo patto asiatico possa avere un importante impatto economico sia nei Paesi asiatici che in quelli del resto del mondo, dal momento che crea di fatto l’area di libero scambio più grande dell’intero pianeta.

Con il RCEP vengono messe in contatto per la prima volta attraverso un accordo di libero scambio le due più grandi economie asiatiche, vale a dire la Cina e il Giappone, con la prima delle due che, come abbiamo già avuto modo di osservare, viene fuori dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus molto forte, tant’è che le stime del Fondo Monetario Internazionale indicano un PIL in crescita persino per l’anno 2020.

E mentre la Cina supera brillantemente la pandemia che esplode proprio a Wuhan, il resto del mondo, ed in particolare le più grandi economie come quella europea e quella degli Stati Uniti finiscono letteralmente in ginocchio con drastici cali del PIL, conseguenze drammatiche sull’occupazione e sul piano sociale, senza peraltro risultati concreti dal punto di vista strettamente sanitario vista l’attuale diffusione del virus.

Ad ogni modo in Asia si apre un nuovo capitolo, e si segna un importante traguardo con l’accordo che era stato proposto per la prima volta nel 2012. La firma dei 15 Paesi che ne faranno parte è arrivata nella notta alla fine del summit ASEAN che si è tenuto in modalità videoconferenza.

Hanno partecipato al summit Cina, Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Giappone e altri dieci Paesi ASEAN, vale a dire Brunei, Laos, Myammar, Malesia, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Singapore, Filippine e Indonesia.

Al momento non fa parte della Regional Comprehensive Economic Partnership l’India per via di timori legati ad un possibile aumento del suo deficit commerciale con la Cina. Non è da escludere tuttavia che Nuova Delhi possa decidere di entrare in un secondo momento.

All’accordo potrebbero aderire persino gli Stati Uniti, che insieme proprio all’India avevano provato a creare un’area privilegiata di scambi chiamata Trans-Pacific Partnership, un progetto che però l’amministrazione Trump ha accantonato.

Nell’ambito del patto della Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) è prevista la progressiva riduzione delle tariffe in molti settori. Con l’approvazione dell’accordo vengono inoltre stabiliti 20 capitoli di regole che riguardano il commercio di beni, investimenti e commercio elettronico fino alla proprietà intellettuale e agli appalti pubblici.

Il Regional Comprehensive Economic Partnership inoltre non è che il secondo grande accordo commerciale multilaterale raggiunto dai Paesi asiatici. Il primo è stato quello globale e progressivo per la partnership transpacifica (Cptpp), una sorta di versione a undici della Trans Pacific Partnership (Tpp) ma senza gli Stati Uniti.

Il progetto del Tpp infatti si arenò non appena Donald Trump fu eletto presidente, così il trattato non entrò mai in funzione, a differenza del Cptpp, con sette Paesi che fanno ora parte anche dei quindici del Rcep.

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