Il passaggio di consegne tra il presidente uscente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden sembra tutt’altro che imminente. Il tycoon infatti non si è dimostrato affatto disposto a cedere la Casa Bianca al candidato democratico che stando a quanto emerso dalle indagini in corso, potrebbe effettivamente aver ottenuto i voti necessari attraverso alcune irregolarità nel conteggio dei voti.
Sono tuttora in corso le indagini che vedono interessati in particolare lo Stato della Pennsylvania e quello della Georgia, ma stando alle dichiarazioni rilasciate sia da Chanel Rion dell’Ufficio Stampa della Casa Bianca, che da Rudolph Giuliani, sarebbero già numerose le testimonianze e le prove raccolte circa le irregolarità di cui il presidente Trump ha parlato in più occasioni.
Lo stesso presidente degli Stati Uniti ha pubblicato un post su Facebook nel quale riporta il comunicato di Chanel Rion: “Resoconto: Dominion ha cancellato 2,7 milioni di voti per Trump nel Paese. L’analisi dei dati ha portato alla luce 221.000 voti in Pennsylvania che sono passati dal presidente Trump a Biden. 941.000 voti per Trump cancellati. Gli Stati che si affidano ai sistemi di voto di Dominion hanno trasferito 435.000 voti da Trump a Biden”.
Dichiarazioni che trovano conferma anche nelle parole del Segretario di Stato Mike Pompeo, che in conferenza stampa ha dichiarato che si va gradualmente verso un secondo mandato per l’amministrazione Trump.
Il ritardo nell’assegnazione della vittoria preoccupa i mercati finanziari
Una situazione, quella in cui si trovano gli Stati Uniti dopo la fine delle elezioni presidenziali, che non favorisce affatto i mercati finanziari. L’incertezza dovuta al fatto che ancora oggi non è chiaro chi abbia vinto le elezioni e quindi quale sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti rappresenta un vero e proprio rischio per i mercati.
I democratici continuano ad affermare che non ci sono state irregolarità, mentre le indagini in corso sembrerebbero iniziare a mostrare alcune prove che quanto affermato da Donald Trump non sia del tutto infondato.
Ad ogni modo, occorre ancora del tempo perché si possa venire a capo della vicenda, e se dovessero emergere ulteriori elementi a sostegno della tesi di Donald Trump, il passaggio di poteri verso Joe Biden non potrà che essere ulteriormente ritardato con tutto ciò che questo comporterà per i mercati.
Preoccupazioni che sono state espresse dagli esperti, i quali hanno anche sottolineato un altro aspetto di importanza certamente non trascurabile, l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.
“Con i casi di contagio di Covid-19 negli Stati Uniti che si stanno spostando a livelli record, il processo di transizione senza condivisione di informazioni e la cooperazione del presidente uscente potrebbe essere complicato” ha infatti spiegato Adam Vettese, analista di mercato di eToro.
“Il forte aumento dei tassi di positività al test Covid nelle ultime settimane suggerisce che gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso un’altra epidemia di virus che potrebbe superare la ricaduta di quest’estate negli Stati del Sud” spiega David Page, Head of Macro Research di Axa Investment Managers “per questo motivo, riteniamo probabile che gli Stati Uniti vedranno di nuovo un graduale aumento delle restrizioni statali nelle prossime settimane“.
Lo stesso esperto ha anche aggiunto che “le fasi dell’economia si concentreranno probabilmente su un disegno di legge di stimolo a breve termine, che ci aspettiamo di vedere il prossimo anno. Tuttavia, speriamo che Biden porti rapidamente gli Stati Uniti ad aderire all’accordo di Parigi, che segna un importante passo avanti per la risposta al cambiamento climatico“.
Per quel che riguarda invece il commercio, secondo Page “è improbabile che il presidente Biden riesca ad invertire rapidamente le tariffe dell’epoca Trump. Rimaniamo fiduciosi che la nuova amministrazione continuerà a rispondere alle preoccupazioni sulle pratiche sleali nel commercio cinese, in particolare per quanto riguarda la tecnologia”.
E ancora, fa notare l’esperto di Macro Research di Axa Investment Managers “ci aspettiamo che Biden mantenga un approccio più multilaterale. Può usare l’eliminazione delle tariffe come un modo chiave per riallacciare i rapporti con la Cina su questioni specifiche”.
Sulla questione dei rapporti commerciali con gli altri Paesi ed in particolare con la Cina, si è espresso anche Sebastien Galy, responsabile della strategia macroeconomica di Nordea AM, che ha osservato che “mentre lo status quo rimane, in una certa misura, il presidente eletto è abbastanza sensibile ai 70 milioni di elettori che hanno preferito Trump”.
Il che suggerisce, secondo l’esperto di Nordea AM “che la pressione sulla Cina e, in misura minore, sulla Russia, potrebbe intensificarsi, anche se non un tweet alla volta. Dato che il renminbi è estremamente debole, la Cina molto probabilmente si farà apprezzare per evitare ritorsioni coordinate”.
Secondo Alvaro Cabeza, Country Head di UBS AM Iberia “il contesto di inizio ciclo rimane positivo per le azioni globali e la performance tattica superiore dei segmenti di mercato ciclici. L’impatto più evidente dell’esito delle elezioni per il mercato è che è stato posto il palcoscenico per la debolezza del dollaro e per i rendimenti superiori degli asset dei mercati emergenti”.
“La maggior parte dello sconto protezionistico incorporato nelle attività estere è destinato a svanire e una moderazione nelle prospettive di stimolo fiscale ridurrà probabilmente le probabilità di un incremento incontrollato dei rendimenti reali che potrebbe far aumentare il dollaro” ha aggiunto infine Cabeza.
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