I numeri relativi alla diffusione del Coronavirus continuano a preoccupare, con circa 19 mila nuovi casi al giorno di persone risultate positive al tampone, delle quali mediamente il 95% non manifesta alcun sintomo o dei sintomi molto lievi della malattia.
I soggetti effettivamente contagiati sono quindi mediamente meno di mille sul totale di 19 mila, e tuttavia la situazione è allarmante anche perché di tutti i posti letto in terapia intensiva che avrebbero dovuto essere aggiunti nelle varie regioni, ben pochi sono stati effettivamente approntati, come ampiamente mostrato dai grafici di Infodata aggiornati in tempo reale che troviamo su IlSole24Ore.
Una pesante negligenza dunque da parte delle Regioni, con conseguenze che ora dovranno essere i cittadini a pagare, non solo rinunciando ancora una volta a porzioni più o meno ampie di libertà, ma anche andando incontro a sempre più pesanti difficoltà economiche dovute all’imposizione di nuove chiusure delle attività con orari di apertura sempre più ristretti.
Con il nuovo Dpcm misure ancora più stringenti
Mentre in Campania migliaia di cittadini e lavoratori scendono in piazza per protestare davanti al Palazzo della Regione contro il coprifuoco imposto dal governatore Vincenzo De Luca, il premier Giuseppe Conte ancora una volta ribadisce di voler evitare di ricorrere ad un secondo lockdown dell’intero territorio nazionale.
E proprio per “scongiurare un secondo lockdown generalizzato” il presidente del Consiglio ritiene necessario ricorrere ad ulteriori misure restrittive nella speranza che arrivino dove non sono arrivate quelle imposte fino a questo momento visto il costante aumento del numero dei nuovi casi di Coronavirus registrati quotidianamente.
Non ci sarà quindi alcun blocco per le scuole e per le attività produttive, niente lockdown nazionale insomma, ma si parla di un’altra ipotesi che stando alle ultime indiscrezioni è piuttosto accreditata: quella di un coprifuoco a partire dalle 21 o dalle 18, con chiusura delle attività di ristorazione ben prima dell’ora dell’aperitivo.
In parole povere si esce di casa solo per andare a scuola e al lavoro, del resto evidentemente si ritiene che gli Italiani possano fare a meno per compensare le mancanze del sistema sanitario nazionale.
Il nuovo Dpcm potrebbe essere pronto nel fine settimana
Il governo non ha ancora deciso quali misure adottare, anche se le ipotesi al vaglio sono già emerse, e quanto alla necessità di adottarle prima possibile sembra che la maggioranza sia tutta coesa sulle stesse posizioni.
A nutrire un clima di tensione ormai sempre più vicino al parossismo il monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, secondo il quale “la situazione è grave. Vanno limitati i contatti, la popolazione resti a casa quando possibile. Servono restrizioni di attività non essenziali e della mobilità”.
Ma quali saranno le misure restrittive che l’esecutivo potrebbe decidere di adottare? Si parla della possibilità di imporre un coprifuoco generalizzato forse già dalle 21, con chiusura di bar e ristoranti già a partire dalle 18, e con la possibile introduzione del divieto di spostamento tra le regioni.
Non si può escludere la chiusura di palestre e piscine, nonostante il giro di vite riguardante le misure sempre più rigide che sono state imposte in questi ambienti proprio per evitare la chiusura.
C’è poi quell’ala dell’esecutivo che spinge per un secondo lockdown nazionale che potrebbe essere limitato a sole due o tre settimane, anche se naturalmente non si può escludere che venga poi protratto per un periodo di tempo più lungo. Da Palazzo Chigi però fanno sapere che questa possibilità non è attualmente al vaglio dell’esecutivo.
Il problema dell’affollamento dei mezzi pubblici e della scuola
In queste ore si sta cercando di rafforzare il sistema di tracciamento dei contagiati, e si sta valutando in che modo sia possibile alleggerire il trasporto pubblico, mentre non sembra si parli molto della necessità di potenziare il sistema sanitario con nuovi posti letto e assunzioni di personale.
Sul problema dei trasporti in particolare si è aperto un acceso dibattito tra i ministeri a causa del quale, secondo quanto riportato da IlSole24Ore, si sarebbe ritardato a convocare la riunione con le Regioni necessaria per coordinare il lavoro svolto dalle giunte regionali.
Per quanto riguarda invece il problema della scuola, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non sembra voler sentire ragioni e spinge perché non si rinunci alla didattica in presenza. A sostenere la sua linea anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il resto del Movimento 5 Stelle.
Dal canto suo la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli non intende cedere alle pressioni dei 5 Stelle che insistono per abbassare la capienza dei mezzi di trasporto pubblici che è attualmente fissata all’80%.
L’appello di De Luca “dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi”
La linea del governatore della regione Campania è stata chiara fin dall’inizio, e nelle ultime ore ha ulteriormente ribadito il concetto facendo un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al quale chiede un lockdown nazionale.
“Dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi, non domani” dice il governatore Vincenzo De Luca “dobbiamo chiudere per un mese, 40 giorni, e poi si vedrà, senza soluzioni drastiche non possiamo reggere”.
De Luca è in procinto di firmare intanto un’ordinanza che entrerà in vigore probabilmente a partire da lunedì con la quale impone un lockdown in tutta la regione, con buona pace di quei cittadini che per il coprifuoco alle 23 sono scesi a protestare nelle strade del centro e davanti al palazzo della regione, e che difficilmente accetteranno di buon grado una nuova serrata.
L’ordinanza per il lockdown in Campania sarebbe però necessaria secondo De Luca, perché “nel giro di pochi giorni rischiamo di avere le terapie intensive intasate”. Non si comprende infatti come mai le nuove strutture con posti letto per malati Covid che sono state già realizzate non abbiano ancora ottenuto il collaudo e versino in stato di abbandono invece di essere rese operative come riportato da Fanpage solo qualche giorno fa.
Non tutti però condividono la linea di De Luca, anzi allo stato attuale il presidente della Campania si trova in netta minoranza. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si è detto apertamente contrario al lockdown nazionale “un secondo lockdown sarebbe insopportabile per il Paese” ha dichiarato “rischieremo di non essere in grado di risollevarci”.
Contrario alla serrata del Paese anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni e governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha spiegato quanto ci sia “uniformità di vedute” tra governo e regioni sul no ad un secondo lockdown.
Persino Italia Viva per voce della ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, manifesta il proprio dissenso rispetto all’ipotesi di chiudere il Paese una seconda volta. La ministra ha tra l’altro spiegato che un coprifuoco nazionale causerebbe “ripercussioni pesantissime sulla vita delle persone e dell’intero sistema produttivo che il Paese non si può permettere”.
A spingere per misure di contenimento drastiche, posizionandosi sulla stessa linea del governatore Vincenzo De Luca sono invece ormai da tempo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ed il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
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