È trascorso solo qualche giorno dall’ultimo Dpcm che il premier Giuseppe Conte ha emanato per introdurre nuove misure restrittive volte a contenere la crescita del numero dei casi di Coronavirus, che in queste ultime settimane sta continuando a segnare un incremento piuttosto evidente.
Il nuovo Dpcm contiene quindi ulteriori restrizioni che, almeno nel loro intento, dovrebbero riuscire ad abbassare la curva dei contagi. Ci si aspettava il coprifuoco di cui si era molto parlato, che non sarebbe stato un vero e proprio divieto di uscire bensì circoscritto ai punti di riferimento della cosiddetta movida.
Tra le questioni più calde vi era anche la possibile chiusura di palestre, piscine, parrucchieri ed estetiste, ed ovviamente il tema della scuola, che come sottolineato in più occasioni, non può permettersi un ulteriore stop.
Per bar e ristoranti il nuovo Dpcm impone nuovi limiti mentre per quel che riguarda palestre e piscine il governo concede una settimana di ‘osservazione’. Gli sport di squadra, il cui stop con il precedente decreto riguardava solo quelli praticati a livello amatoriale, vedono ora una platea di interessati decisamente più ampia dal momento che si fermeranno anche i dilettanti.
Il rischio di un coprifuoco nazionale per ora è scongiurato, ma viene data facoltà ai sindaci di imporre il coprifuoco autonomamente in base all’andamento dei contagi, chiudendo ad esempio piazze o strade dove tendono a crearsi assembramenti.
Vediamo quindi quali sono nel dettaglio tutte le principali misure restrittive contenute nel nuovo Dpcm che entra in vigore a partire da oggi 19 ottobre fino al 13 novembre.
Il coprifuoco lo decideranno i sindaci
Non è stato imposto alcun coprifuoco su base nazionale, come invece era trapelato da alcune indiscrezioni che errivavano nei giorni scorsi da Palazzo Chigi, ma saranno i sindaci dei Comuni più colpiti dall’aumento dei casi di Coronavirus a stabilire eventualmente alcune restrizioni di questa natura.
I sindaci infatti, secondo quanto stabilito dal nuovo Dpcm, potranno disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani dove è più facile che si creino situazioni di assembramento.
Dovrà però essere garantita la possibilità di accesso e deflusso dagli esercizi commerciali ivi presenti, e legittimamente aperti nonché naturalmente alle abitazioni private. L’associazione nazionale comuni italiani (Anci) tuttavia non ha gradito il provvedimento parlando di “scaricabarile” verso le amministrazioni locali.
Stop agli sport di contatto non solo a livello amatoriale ma anche dilettantistico
Nessuna restrizione per l’attività sportiva e motoria all’aperto, sempre che sia rispettata la distanza di sicurezza interpersonale. Restano vietati invece gli sport di contatto per chi li svolge a livello amatoriale, ed ora il divieto si estende anche ai dilettanti comprese le gare in ambito provinciale.
Per chi pratichi uno sport di contatto, come il calcio, la pallacanestro o la pallavolo, è ancora possibile portare avanti gli allenamenti in forma individuale, nonché fare training con i compagni di squadra. Resta però il divieto di giocare, il che significa nessuna amichevole e nessun contatto.
Per quel che riguarda invece le competizioni a livello regionale e nazionale invece non ci sarà alcuno stop per i dilettanti come per i professionisti.
A palestre e piscine una settimana di tempo
Non hanno trovato un compromesso, il ministro della Salute, Roberto Speranza (LeU) e il ministro per lo Sport e le attività giovanili, Vincenzo Spadafora (M5s) sulla questione della eventuale chiusura di piscine e palestre.
Speranza continua a sostenere la ‘linea dura’ che spinge per una chiusura di ‘tutto quel che si può chiudere’ per così dire, mentre il ministro Spadafora ha insistito perché palestre e piscine restassero aperte.
Alla fine si è deciso di concedere a palestre e piscine una settimana di tempo nel corso della quale avranno la possibilità di adeguarsi alle misure di contenimento disposte dai precedenti decreti, altrimenti dovranno andare incontro alla chiusura, che interverrebbe quindi intorno al 25 del mese. Nel Dpcm si legge quindi quanto segue:
“L’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere, svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell’individuo attraverso l’esercizio fisico, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome”.
Per le scuole superiori orari diversi e didattica a distanza
Non ci sarà alcuna chiusura delle scuole, come invece avvenuto in Campania su iniziativa del governatore Vincenzo De Luca, che ha disposto la chiusura di tutte le scuole primarie e secondarie.
Il nuovo Dpcm Conte lascia invece aperte sia le prime che le seconde, ma per quanto riguarda le scuole superiori introduce alcune novità che entreranno in vigore a partire da mercoledì, come la didattica a distanza alternata però a quella in presenza ed una maggiore diversificazione degli orari di entrata e uscita degli studenti. Nel testo del Dpcm leggiamo quanto segue:
“Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione della didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9. Inoltre anche il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni (rappresentanti di classe e di istituto) può avvenire secondo modalità a distanza”.
Nel frattempo le università provvederanno a predisporre sulla base dell’andamento della curva dei contagi, dei piani di riorganizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza.
Per alcuni bar e ristoranti l’attività deve chiudere alle 18
Il nuovo Dpcm non impone la chiusura di bar e ristoranti alle 21, ma la lascia alle 24 a patto che le consumazioni avvengano al tavolo, dove potranno sedere fino a un massimo di 6 persone. Per quei bar, pub o ristoranti che invece non hanno la possibilità di far consumare al tavolo, la chiusura del locale è anticipata alle ore 18.
Nessuna nuova restrizione invece per le consegne a domicilio, che restano l’alternativa più valida che rimane ai ristoratori maggiormente colpiti dalle imposizioni contenute nel nuovo Dpcm.
Il titolare dell’attività avrà anche l’obbligo di esporre all’ingresso del locale un cartello riportante il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente all’interno. Potranno rimanere aperti inoltre gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che si trovano nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade.
Parrucchierei e centri estetici, cinema, teatri, sale giochi e scommesse, sagre, fiere, congressi e riunioni nel nuovo Dpcm
Non dovranno chiudere, come invece si temeva, parrucchieri e centri estetici, che invece potranno portare avanti la propria attività sempre nel rispetto delle norme descritte nei protocolli di sicurezza.
I cinema e i teatri restano aperti ma continuano ad avere il limite massimo di spettatori fissato a 1000 per gli spettacoli all’aperto e a 200 per gli spettacoli in luoghi chiusi.
Possono proseguire con la propria attività dalle ore 8 alle ore 21 le sale giochi, le sale scommesse e le sale bingo, nel rispetto delle norme generali di prevenzione con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.
Le prove pratiche degli esami di guida sono momentaneamente sospesi con il nuovo Dpcm. Sono altresì sospese sagre e fiere di comunità ma sono consentite quelle di carattere nazionale e internazionale.
Le attività convegnistiche e congressuali vengono temporaneamente sospese con il nuovo Dpcm, ma ci sono alcune eccezioni, rappresentate naturalmente da quelle che si svolgono nella modalità a distanza.
Le cerimonie pubbliche possono svolgersi a condizione che si rispettino i protocolli e le linee guida vigenti in assenza di pubblico, ad eccezione di quelle di rilevanza nazionale.
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