In Italia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, ma anche in Europa in un certo qual modo si sta agendo nella stessa direzione, solo che la proroga in questo caso si riferisce solo alle misure anti-crisi adottate fino a questo momento.
La conferma della proroga decisa dalla Commissione Europea è arrivata dalla stessa presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen. L’obiettivo è quello di cercare di contenere il più possibile gli effetti disastrosi che i lockdown imposti dai vari Paesi membri ha prodotto durante la pandemia di Coronavirus.
Le misure adottate da Bruxelles ed ora prorogate fino a giugno 2021 dovrebbero essere in grado di stimolare la ripresa e di evitare il collasso del sistema produttivo europeo.
La presidente della Commissione Ue ha quindi comunicato che il quadro delle regole sugli aiuti di Stato è stato prolungato per altri sei mesi. Un segnale che non può che essere ritenuto di grande importanza perché indica la volontà da parte dell’esecutivo comunitario di dare il massimo supporto ai governi dei Paesi membri impegnati in questo momento nell’ardua impresa di contenere i danni all’economia causati dai lockdown.
Con lo scoppio dell’emergenza e l’adozione delle misure straordinarie a sostegno delle economie europee, ai Paesi membri è consentito andare in soccorso delle imprese senza incorrere nel divieto di elargire aiuti di Stato, discorso su cui il sistema economico europeo prevede dei vincoli piuttosto stringenti.
Con la proroga del quadro emergenziale saranno consentiti fino a giugno 2021 gli aiuti diretti statali alle aziende che si trovano in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus per un importo non superiore a “800 mila euro per impresa sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili, agevolazioni fiscali o di pagamenti; tutti i valori utilizzati sono al lordo di qualsiasi imposta o altro onere”.
Una misura questa che era stata adottata solo a titolo temporaneo proprio perché legata all’emergenza Coronavirus, ma per la quale il limite fissato inizialmente a dicembre 2020 viene spostato a giugno 2021. La Commissione ha anche stabilito che le disposizioni straordinarie sulle ricapitalizzazioni resteranno valide fino al 30 settembre 2021.
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