Non sarà Joe Biden a vincere le elezioni presidenziali Usa 2020, bensì Donald Trump, che secondo il ‘mago dei sondaggi’ riporterà “una vittoria schiacciante”. L’attuale presidente degli Stati Uniti verrebbe quindi riconfermato al suo posto con un margine ampio, quantificato dal sondaggista in 186 voti elettorali.
Ad elaborare questa previsione è stato Helmut Norpoth, docente di scienze politiche presso la Stony Brook University, e ideatore del ‘Primary Model’ con il quale sono già state fatte in altre occasioni delle previsioni rivelatesi non solo corrette ma anche estremamente accurate.
L’esperto ha infatti predetto con precisione il risultato delle ultime cinque elezioni su sei. “Il mio modello assegna al presidente Trump il 91% di possibilità di vincere le presidenziali 2020, con appena il 9% di possibilità per Joe Biden” spiega Norpoth all’Adnkronos, e aggiunge poi: “Trump otterrà 362 voti elettorali, Biden 176”.
Ma si tratta di una previsione abbastanza attendibile? E soprattutto quanto potrebbe variare fino alla fine della campagna elettorale? Secondo quanto affermato dall’esperto l’affidabilità è piuttosto alta. “Questa previsione è definitiva e senza condizioni. Significa che non ci saranno aggiornamenti” ha infatti spiegato ai giornalisti.
Impossibile sorprendersi però di cotanta discrepanza tra le previsioni di Helmut Norpoth e quelle della maggior parte dei sondaggi pubblicati fino ad oggi, che danno Biden in vantaggio di oltre 10 punti percentuali sull’attuale presidente degli Stati Uniti.
Norpoth, con il suo ‘Primary Model’, è considerato il ‘maverik’ dei sondaggisti negli States, ossia l’anticonformista dei politologi, ma il bello è che di solito a quanto pare ci azzecca anche, e a ricordarcelo è lui stesso tornando indietro a quattro anni fa.
“Nel 2016, quando i sondaggi e gli esperti prevedevano tutti la vittoria di Hillary Clinton, il mio modello fu praticamente l’unico a prevedere la vittoria di Donald Trump” spiega infatti il politologo “e lo fece a partire dal 7 marzo di quell’anno, assegnandogli l’87% di possibilità di successo”.
Previsioni esatte che sono state elaborate con il ‘Primary Model’ di cui sopra, ma come funziona questo modello? “È un modello statistico che si affida alle primarie presidenziali e, in aggiunta, al ciclo elettorale per prevedere l’esito delle elezioni generali” spiega lo stesso esperto “quest’anno il modello è stato calibrato per prevedere il voto del collegio elettorale” con riferimento all’insieme di grandi elettori (538) che secondo la Costituzione hanno il compito di eleggere ogni quattro anni il presidente USA.
Un modello che funziona, come dimostrato da quanto avvenuto in passato, come accennavamo. Infatti il modello di Norpoth “ha indovinato i vincitori di 25 elezioni su 27 a partire dal 1912, l’anno in cui furono introdotte le primarie”.
Furono commessi quindi solo due errori, uno nel 1960, occasione in cui ci fu uno dei margini più ristretti di sempre, e l’altro nel 2000 quando il riconteggio delle schede in Florida consegnò la vittoria nelle mani di Bush, mentre lo sfidante Al Gore vinse il voto popolare.
Norpoth spiega anche che “vincere le prime primarie è fondamentale per la vittoria elettorale a novembre da parte democratica, Joe Biden e Bernie Sanders si sono divisi le primarie in New Hempshire e South Carolina, mentre Trump ha vinto facilmente le primarie repubblicane in New Hempshire – le primarie repubblicane in South Carolina quest’anno sono state cancellate”.
Ma come è possibile che vinca davvero Trump visto che i sondaggi indicano così chiaramente la vittoria di Biden? È anche vero che i sondaggi sbagliarono già in occasione della prima elezione del tycoon, e quindi non c’è tutto sommato da stupirsi poi tanto che si commetta nuovamente un errore a causa dell’elemento Trump.
Ad ogni modo, secondo Helmut Norpoth, “ciò che favorisce Trump per il 2020 è il ciclo delle elezioni presidenziali che opera da quasi 200 anni”. L’esperto spiega quindi che “dopo un mandato alla Casa Bianca, il partito uscente è favorito per la rielezione, a meno che non abbia alle spalle due o più mandati”.
Il modello di Norpoth è il frutto dell’acquisizione e dell’elaborazione dei dati delle elezioni a partire dal lontano 1912. Quanto al funzionamento, l’esperto precisa che “per le elezioni precedenti al 1952, sono stati inseriti i dati di tutte le primarie. A partire dal 1952, come regola, sono stati usati solamente i dati delle primarie in New Hempshire. Quelle in South Carolina sono state inserite a partire dal 2008”.
Norpoth sottolinea quindi che “sia Obama a suo tempo, che Hillary Clinton nel 2016, hanno entrambi goduto del forte sostegno degli elettori democratici più leali, gli afroamericani, che sono numericamente pochi in New Hempshire, così ha fatto Joe Biden quest’anno, affidandosi alla Carolina del Sud come sua ‘trincea'”.
La suddetta trincea però secondo Helmut Norpoth non sarà sufficiente a difendersi da Donald Trump, che stando alle previsioni del quasi infallibile ‘Primary Model’ resterà il presidente degli Stati Uniti per altri quattro anni.
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