Dopo essere stati superati sia dalla Russia che dalla Cina nella ricerca del vaccino contro il Coronavirus, gli Stati Uniti di Donald Trump assicurano che sarà “pronto molto presto”, per l’esattezza si parla di un vaccino disponibile nel giro di appena qualche settimana.
I tempi saranno invece decisamente più lunghi nel resto del mondo. Infatti se da una parte vediamo che per rendere disponibile il vaccino prima possibile sia la Russia che la Cina hanno accorciato notevolmente l’iter, dall’altra in Europa si preferisce procedere coi piedi di piombo.
Quanto agli Stati Uniti, Donald Trump, nel corso di una intervista Fox News, ha affermato in questi giorni che gli Usa avranno il vaccino contro il Covid-19 nel giro di qualche settimana.
In precedenza il presidente Trump aveva già annunciato che la realizzazione del vaccino era ormai imminente, ma alcuni analisti continuano a nutrire dei dubbi temendo che possa trattarsi di una mossa propagandistica studiata per recuperare lo svantaggio sul suo sfidante, Joe Biden, per le elezioni presidenziali di novembre.
Trump ha dichiarato infatti: “avremo il vaccino molto presto” specificando poi “in settimane, potranno essere 4 settimane o 8, ma lo avremo”. Il tycoon ha anche aggiunto: “siamo veramente molto vicini e sarà un bene non solo per noi, ma per il mondo”.
Il presidente Donald Trump ha anche negato di aver fatto pressioni sulla Fda (Food and Drug Administration) affinché si accelerasse sul vaccino in vista delle elezioni. “Non lo faccio per ragioni politiche, ha infatti tenuto a sottolineare Trump “voglio il vaccino, velocemente”. Ha poi sottolineato che appena sarà disponibile il governo provvederà alla sua distribuzione “immediatamente”.
In Europa si procede con maggior cautela
In Germania si preferisce agire con maggior cautela, infatti si prevede che il vaccino potrà essere disponibile per molte persone solo a partire dalla seconda metà del 2021. Ne ha parlato la ministra dell’Istruzione e della Ricerca tedesca, Anja Karliczek, che ha voluto sottolineare l’importanza del fattore “sicurezza” del farmaco.
La ministra ha ribadito il no a quelle che ha definito “rischiose scorciatoie” nella ricerca “anche adesso che il mondo sta aspettando” la cura. Ad ogni modo i progressi ci sono anche in Germania, progressi che Karliczeck ha definito “veloci” e in virtù dei quali il governo è “fiducioso”.
La ricerca va avanti a Berlino “ma dobbiamo dire che non siamo ancora dove vogliamo” ha spiegato la ministra “e non sappiamo cosa può succedere nelle prossime settimane”.
La ministra tedesca dell’Istruzione e della Ricerca ha poi aggiunto: “non devieremo da questa strada né in Germania né in Europa. E ritengo che tutti i Paesi del mondo debbano procedere in questo modo. Molte cose possono succedere nelle prossime settimane. Dobbiamo essere pronti al fatto che non ci sarà un vaccino fino alla metà del prossimo anno”.
Il ministro della Salute Spahn ha invece toccato un altro tasto, quello molto controverso della possibile obbligatorietà del vaccino. A tal proposito il ministro ha affermato che “ci sarà una vaccinazione volontaria” quindi niente obbligo, ma servirà “il 55-65% dei cittadini vaccinati per ottenere l’immunità di gregge”.
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