Aumentano le tensioni in Europa per le difficoltà che Bruxelles sta riscontrando nel raggiungere un accordo commerciale con il Regno Unito dopo la decisione di Londra di uscire dall’Ue, nel rispetto del volere espresso dal popolo britannico con il referendum di ormai tre anni fa.
L’annuncio che il governo di Boris Johnson avrebbe presentato l’Internal Market Bill, una legge con cui si andava a ritoccare l’accordo che era stato inizialmente siglato dal premier britannico con l’Ue, ha naturalmente peggiorato le cose e reso la strada verso un accordo tra le due parti ancor più in salita.
Le tensioni sono cresciute ulteriormente dopo le dichiarazioni del segretario di Stato britannico per l’Irlanda del Nord, che commentando la nuova legge presentata in Parlamento aveva affermato: “sì, violiamo il diritto internazionale”. Ed ora si va ad aggiungere un altro tassello al puzzle che sembra sempre più mostrare il quadro di una Brexit senza accordo.
Brexit: l’accordo commerciale arriva ma con il Giappone
Un accordo commerciale il Regno Unito però lo ha siglato, proprio in questi giorni, con il Giappone. Un risultato che naturalmente aiuta il premier britannico, Boris Johnson, nel suo obiettivo di mettere pressione nei negoziati con l’Unione europea.
L’accordo siglato con il Giappone è il primo dell’era post-Brexit, e prevede il libero scambio tra Regno Unito e Giappone. Un accordo che è stato definito “storico” dal Dipartimento per il Commercio con l’estero di Londra, e secondo fonti interne sarebbe persino migliore di quello che la stessa Ue sarebbe riuscita a raggiungere con Tokyo.
Al momento si tratta solo di un accordo “in linea di principio” ma ci sono tutte le premesse perché sia fondamento di una proficua partnership commerciale tra Regno Unito e Giappone. Infatti il comunicato ufficiale lo definisce “il primo grande accordo commerciale del Regno Unito come nazione commerciale indipendente”.
L’accordo siglato “accrescerà gli scambi con il Giappone per una cifra stimata di 15,2 miliardi di sterline, pari a circa 16,5 miliardi di euro”.
Cosa prevede l’accordo commerciale tra Regno Unito e Giappone?
L’accordo raggiunto con il Giappone è stato denominato ‘UK-Japan Comprehensive Economic Partnership Agreement’ ed è arrivato al termine di colloqui che si sono tenuti tra la ministra per il Commercio internazionale britannico Liz Truss e il ministro degli Esteri nipponico Toshimitsu Motegi in modalità videoconferenza nella mattinata di oggi.
Al termine dell’incontro la Truss ha dichiarato: “questo è un momento storico per Regno Unito e Giappone, perché si tratta del primo grande accordo commerciale post-Brexit. L’accordo è stato negoziato in un tempo record e in circostanze complicate. Va molto oltre l’esistente accordo con l’Ue e garantisce nuovi vantaggi per le aziende britanniche, per le nostre grandi industrie manifatturiere, per il cibo e le bevande e per le industrie tecnologiche”.
Per le aziende britanniche infatti l’accordo porterà vantaggi non indifferenti, visto che otterranno l’accesso privilegiato alla regione Asia-Pacifico, e godranno della cancellazione dei dazi sul 99% dei prodotti esportati in Giappone.
L’accordo prevede anche la garanzia del libero flusso dei dati, la neutralità della rete e un divieto di localizzazione dei dati. In seguito all’accordo i servizi finanziari britannici godranno di un accesso migliorato al mercato giapponese. A tal proposito vale la pena ricordare che il 28% dell’export britannico in Giappone è proprio legato a servizi finanziari.
Grazie all’accordo le industrie giapponesi del settore ferroviario potranno accedere più facilmente e in modo più ampio al mercato britannico, e al contempo i produttori di malto britannici saranno avvantaggiati rispetto ad ora sul mercato giapponese. Inoltre l’accordo riduce le tariffe sulle esportazioni di prodotti agro-alimentari, a cominciare dalla carne.
Una Brexit No Deal ancora più vicina
Mentre il Regno Unito getta le basi per migliorare i rapporti commerciali con il Giappone, i negoziati con l’Ue sembrano sul punto di naufragare. Nei giorni scorsi, all’avvio dell’ottavo round di colloqui tra Londra e Bruxelles, non solo non sono stati compiuti passi avanti nella trattativa tra le due parti, ma la situazione è andata rapidamente peggiorando.
Uk e Eu si sono minacciati a vicenda, in seguito alla decisione del governo di Londra di restare fermo sulla sua posizione per quel che riguarda i confini tra Irlanda e Irlanda del Nord, e la successiva ammissione da parte del segretario di Stato britannico per l’Irlanda del Nord di agire in violazione dei precedenti accordi.
In tutta risposta l’Ue ha minacciato di adire per vie legali se il parlamento britannico non avesse rinunciato ad approvare l’Internal Market Bill, la proposta di legge che va proprio a ritoccare l’accordo in questione.
Nella mattinata di oggi, al coro pressoché unanime secondo cui Londra dovrebbe tornare sui propri passi, si aggiunge il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohe, che ha ribadito ancora una volta il concetto: la Gran Bretagna deve rispettare gli impegni presi in precedenza circa l’uscita dall’Ue se vuole evitare la Brexit No Deal.
Donohe ha infatti dichiarato oggi entrando all’Eurogruppo: “mentre il Regno Unito guarda al tipo di relazione commerciale futura che vuole con l’Unione Europea, un prerequisito per questo è onorare gli accordi che sono già in vigore”. Il No Deal però non sembra spaventare tanto il Regno Unito quanto l’Unione Europea.
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