Con la manovra economica 2021 alle porte, ed una lunga serie di misure a sostegno di famiglie e imprese alle spalle, il governo giallo-rosso si trova a fare i conti coi dati che riguardano l’andamento del PIL.
Ne ha parlato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri nel corso di una intervista ad Agorà su Rai3, spiegando che le previsioni indicavano per l’Italia un calo ben più marcato di quello che si è poi effettivamente verificato.
Abbiamo visto che il calo del PIL ha riguardato la stragrande maggioranza dei Paesi dell’Ue, ad eccezione della Svezia, per fare un esempio, dove non è stato imposto alcun lockdown. Fuori dall’Europa le cose non sono andate diversamente, con Paesi come l’India, con un -24% nel secondo trimestre che hanno registrato un vero e proprio crollo del PIL.
Gualtieri: “l’Italia fa meglio di quanto prevedevano”
L’Italia non è certo esente dal calo del PIL, ma secondo il ministro Gualtieri le cose sono andate meglio di quel che gli esperti si aspettavano. La stima annuale fatta in precedenza, secondo il titolare del Mef “è stata fatta quando non si sapeva quanto sarebbe durato il lockdown: la nuova sarà peggio del -8% stimato, ma non così tanto”.
Ad Agorà su Rai 3 il ministro dell’Economia ha spiegato che “tutti i previsori che indicavano -11, -12, -13% dicono che l’Italia fa meglio di quanto prevedevano” e per il terzo trimestre 2020 le previsioni sono buone visto che secondo Gualtieri dovremmo avere un forte rimbalzo.
“Ci sono molti indicatori che lo dicono e quello dell’occupazione si aggiunge” ha spiegato il ministro, che poi ha confermato l’intenzione del governo di procedere come da programma con il taglio del cuneo fiscale e con l’assegno unico a sostegno delle famiglie.
“Stimiamo una ripresa in corso nel terzo trimestre, ci sono segnali di un forte rimbalzo del PIL” ha annunciato Gualtieri che ha poi definito “positivi” i dati Istat sull’occupazione in Italia.
Legge di Bilancio 2021 e riforma del Fisco
Sarà inserita nella Legge di Bilancio 2021, la riforma del Fisco sui cui il governo ha già iniziato a lavorare, e si costituirà di due pilastri. “Proseguire sulla strada del taglio del cuneo fiscale, ridurre l’Irpef sul lavoro per aumentare gli stipendi, e secondo sostenere la grande innovazione dell’assegno unico” ha spiegato il ministro Gualtieri nell’illustrare i due punti fondamentali su cui si fonda la riforma fiscale.
Il ministro ha anche aggiunto che “Gentiloni ha ragione, non può essere finanziata con le risorse del Recovery Fund che devono essere concentrate su pacchetti di riforme e investimenti, la riforma fiscale si dovrà autofinanziare a regime”.
“Naturalmente avere il Recovery Fund, avere una fase di massicci investimenti e risorse che possono far aumentare il PIL, può dare lo spazio per introdurre la riforma fiscale e farla arrivare a regime” ha detto ancora Gualtieri “è una grande sfida ma anche una grande opportunità”.
Pronto l’assegno unico per le famiglie
Anche per quel che riguarda l’introduzione dell’assegno unico per le famiglie vale lo stesso principio. Sono già state finanziate misure a deficit per un totale di circa 100 miliardi di euro, tra i vari decreti Cura Italia, Rilancio e decreto Agosto, ed ora bisogna cercare di fare in modo che le nuove riforme siano ‘autofinanziate’.
L’assegno unico per le famiglie è una di queste. Il governo intende “realizzare l’innovazione dell’assegno unico che definiremo uno strumento più potente per sostenere la famiglia e la genitorialità” ha spiegato il ministro dell’Economia, ricordando appunto che la riforma dovrà essere “autofinanziata” attraverso una riduzione delle tax expenditure e la lotta all’evasione fiscale.
Il nodo del Mes resta ancora da sciogliere
Dopo aver incassato una vittoria con l’approvazione del Recovery Fund, il governo giallo-rosso si trova ancora a dover fare i conti con l’opzione Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e con l’eterno dilemma rappresentato dalla spaccatura all’interno della maggioranza con i 5 Stelle contrari e il centro-sinistra favorevole all’uso del cosiddetto Fondo salva-Stati.
Nel corso dell’intervista concessa al programma Agorà, il ministro dell’Economia ha toccato anche questo tasto spiegando che l’esecutivo “deciderà al momento opportuno”. Il Mes “non dà soldi a fondo perduto ma risorse a tasso zero che determinerebbero un risparmio in termini di interessi nell’orizzonte di diversi miliardi di euro” ha osservato il ministro.
E per quel che riguarda il Mes, Gualtieri ha sottolineato che “spesso ci si dimentica che prima c’era solo il Mes, considerato insufficiente e inadeguato, e che grazie al lavoro svolto dal presidente Conte, all’inizio da solo, sia stato fatto il più grande programma della storia di Eurobond per sostenere spese comuni”.
Ora l’Italia può contare anche sul Recovery Fund, sottolinea Gualtieri, e pertanto si deve tener conto “di tutto il contesto”.
Cisl e Cgil pronti al confronto con il Governo
La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha commentato le dichiarazioni del titolare del Tesoro affermando: “dal ministro Gualtieri propositi positivi sull’esigenza di una vera riforma fiscale che riduca l’Irpef a lavoratori e pensionati per rilanciare la crescita. Ma ora aspettiamo il Governo alla prova dei fatti: apra un confronto con il sindacato sul migliore utilizzo del Recovery Fund, su lavoro, fisco, investimenti”.
Dalla Cgil arrivano parole di approvazione rispetto alle parole del ministro dell’Economia. La vicesegretaria generale del sindacato, Gianna Fracassi, ha infatti dichiarato: “bene l’impegno annunciato questa mattina dal ministro Gualtieri di consolidare il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori”.
Dalla Cgil inoltre osservano che “va ampliata tale misura, voluta dal sindacato confederale, anche ai pensionati e va sostenuta la stagione contrattuale attraverso la detassazione degli incrementi contrattuali. È urgente mettere in campo una riforma fiscale complessiva che sia lo strumento per un intervento strutturale di redistribuzione, di equità e di contrasto all’evasione. Per questo chiediamo la rapida apertura di un confronto” conclude Gianna Fracassi.
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