Ormai mancano solo tre mesi o poco più all’election day negli Stati Uniti, e la sfida tra Donald Trump e Joe Biden è ormai entrata nel vivo con il presidente uscente che appare sempre più in difficoltà.
È anche vero che era dato in svantaggio anche quando si candidò alla Casa Bianca per la prima volta, salvo poi sorprendere tutti diventando l’attuale presidente degli Stati Uniti. Questa volta però la situazione sembra decisamente più difficile per il tycoon, che indubbiamente avrebbe avuto molte meno difficoltà a riproporsi al suo elettorato se non fosse esplosa la pandemia.
Ora il tema centrale del dibattito si è spostato sulla questione energetica, ed in particolare i due sfidanti si stanno confrontando sul petrolio. Ma facciamo prima qualche passo indietro.
Solo qualche giorno fa il presidente Trump aveva ventilato l’ipotesi di un rinvio delle elezioni presidenziali, il che lo ha fatto apparire ancora più in difficoltà di quanto forse non sia. La proposta dell’attuale presidente USA è arrivata via Twitter come di consueto, con un post col quale suggeriva di rimandare il voto per avere maggiori garanzie di sicurezza contro eventuali frodi.
With Universal Mail-In Voting (not Absentee Voting, which is good), 2020 will be the most INACCURATE & FRAUDULENT Election in history. It will be a great embarrassment to the USA. Delay the Election until people can properly, securely and safely vote???
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 30, 2020
La sua immagine però ha risentito molto del modo in cui l’emergenza coronavirus ha colpito il Paese, e questo rappresenta il più grosso ostacolo da superare per la sua riconferma alla guida degli Stati Uniti.
Da qui l’esigenza di trovare una nuova e più efficace strategia per recuperare terreno sul suo sfidante, il democratico Joe Biden. Ed ecco che arriva la decisione di puntare sul sostegno all’energia petrolifera e delle energie fossili. Una linea che ha poi confermato nel corso del suo viaggio in Texas dei giorni scorsi, occasione in cui ha promesso l’annullamento delle leggi fondamentali per la conservazione della nazione.
Trump ha anche preannunciato che se dovesse essere riconfermato alla Casa Bianca provvederà a limitare le revisioni ambientali obbligatorie per legge per autostrade, gasdotti e centrali elettriche.
La linea di Trump sempre meno green
Una direzione, quella imboccata dal presidente Donald Trump, che lo porta in netta contrapposizione rispetto alle tematiche ambientaliste, verso un ulteriore rifiuto di riconoscere le problematiche legate al riscaldamento globale.
Secondo quanto riportato da Investing.com, il presidente Trump reputa ‘una bufala’ il riscaldamento globale, ritiene che i mulini a vento siano tra le cause del cancro, bolla come “senza valore” gli elettrodomestici ad alta efficienza energetica e definisce gli edifici a zero emissioni inquinanti “fondamentalmente senza finestre”.
Di Biden troviamo un ritratto molto diverso. Viene ricordato che “ha presentato un piano da 2 miliardi per affrontare il cambiamento climatico e revisionare le infrastrutture della nazione, puntando così a creare milioni di posti di lavoro grazie ad una economia basata sull’energia pulita”.
La scelta strategica di Biden però sembra anche premiarlo dal punto di vista dei consensi. La sua mossa gli permetterebbe, sempre facendo riferimento a quanto riportato dalla stessa fonte, di “conquistare i giovani elettori e i sostenitori di Bernie Sanders“.
E mentre da una parte riuscirebbe così a tenere dalla sua parte l’elettorato del suo sfidante alle primarie democratiche, dall’altra in questo modo sarebbe in grado di “mantenere il suo legame con gli elettori bianchi e la classe operaia” che avevano votato per Trump alle scorse elezioni presidenziali.
Qual è il piano di Joe Biden sull’energia?
Cosa intende fare quindi lo sfidante democratico Joe Biden nell’ambito del tema dell’energia? Anzitutto pare voler proporre un piano di investimenti da 2 trillioni di dollari composto da un misto di Green New Deal ‘in salsa’ Sanders, e alcune sue idee più conservatrici.
La cosa dovrebbe funzionare in questo modo: senza un carbon pricing attraverso il quale tassare le emissioni di Co2, entro il 2035 dovrà essere definito uno standard neutrale dal punto di vista tecnologico per le utility e gli operatori di rete, Energy Efficiency and Clean Electricity Standard.
In questo modo non solo si spalanca la porta alle energie rinnovabili, ma si apre anche al nucleare, senza nemmeno dire di no ai combustibili fossili, al gas e al carbone, a patto che gli impianti vengano adeguatamente implementati con sistemi in grado di catturare le emissioni di anidride carbonica.
Stiamo parlando dei cosiddetti CCS (Carbon Capture and Storage) grazie ai quali gli USA dovrebbero riuscire a raggiungere il 100% di energia pulita.
Biden ha annunciato anche altre misure, tra cui la creazione di una nuova agenzia dedicata alle attività di ricerca e sviluppo (ARPA-C) e il programma di riqualificazione energetica di 4 milioni di edifici, nell’ambito del quale verrebbe data la priorità alle scuole, agli ospedali e agli immobili pubblici.
Il piano di Biden prevedrebbe anche l’installazione di almeno 500 mila punti di ricarica per veicoli elettrici, il potenziamento dei trasporti pubblici e delle ferrovie, la creazione di un milione di posti di lavoro nell’industria dell’auto a stelle e strisce, con un occhio di riguardo per la produzione di veicoli elettrici e ibridi.
Nel presentare il suo piano, il candidato presidente Joe Biden ha dichiarato: “quando penso al cambiamento climatico, la parola che mi viene in mente è ‘posti di lavoro’ ben pagati che metteranno al lavoro gli Americani, rendendo l’aria più pulita per i nostri figli, ripristinando le nostre strade e i ponti e i porti che si stanno sgretolando”. Quanto al fatto che le promesse si tradurranno in fatti chiaramente nessuna garanzia.
Trump: “rientrare nell’accordo di Parigi sul clima ucciderebbe totalmente la nostra energia”
Non sono mancate le critiche da parte dell’attuale presidente USA, Donald Trump, al piano dello sfidante democratico, che “farebbe salire alle stelle i costi di costruzione e porrebbe fine all’uso del gas naturale nelle case”. Per Trump inoltre pare sia impossibile ridurre le emissioni inquinanti dei nuovi edifici.
“Diciamo ai politici di Washington che cercano di abolire l’energia americana che non si scherza con il Texas” ha detto Donald Trump in riferimento al fracking. L’avvertimento che arriva dopo è tutt’altro che velato, infatti il tycoon preannuncia che la sua mancata rielezione annullerebbe tutto il lavoro fatto nel settore dell’energia dopo Barak Obama.
“Biden vuole ri-regolamentare massicciamente l’economia energetica, rientrare nell’accordo di Parigi sul clima, che ucciderebbe totalmente la nostra energia” ricorda Trump “dovreste chiudere il 25 per cento delle vostre attività e uccidere lo sviluppo del petrolio e del gas” ha poi aggiunto annunciando una “revisione dall’alto verso il basso” della legge nazionale sulla politica ambientale.
Trump ha anche fatto sapere di aver già firmato quattro permessi per oleodotti e ferrovie che agevoleranno il Texas nella vendita di petrolio al Messico. Poi è arrivato un altro annuncio sempre in ambito energetico: il Dipartimento dell’Energia consentirà le spedizioni di gas naturale liquefatto verso Paesi senza accordi di libero scambio con gli USA fino al 2050.
La reazione degli industriali del settore petrolifero, secondo quanto riportato dal Washington Post, è stata positiva. Hanno “applaudito le mosse del presidente. Robin Rorick, vice presidente midstream e delle operazioni industriali presso l’American Petroleum Institute, ha affermato che l’annuncio di Trump ‘riflette l’importanza di garantire al resto del mondo l’accesso ad un’energia accessibile, affidabile e più pulita, il tutto continuando a modernizzare le nostre infrastrutture energetiche qui a casa”.
Sul campo del mercato energetico il presidente Trump ha già dato dimostrazione di sapersi muovere con maestria. Lo aveva fatto notare quando era scoppiata la ‘guerra dei prezzi’ del petrolio tra Arabia Saudita e Russia, e attraverso i negoziati era riuscito a frenare la produzione di greggio stabilizzando i prezzi.
Quel Texas ricco di petrolio che Trump ha scelto per questa sua mossa strategica che dovrebbe permettergli di ricucire il distacco dal suo sfidante potrebbe effettivamente rivelarsi di importanza fondamentale per la sua corsa verso la rielezione.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.