Erano i primi dell’anno, quando il Movimento 5 Stelle ha espulso Gianluigi Paragone, senza peraltro addurre spiegazioni convincenti. Di lui Alessandro Di Battista in quell’occasione disse: “è più grillino di tanti“.
Probabilmente infatti era questo che non andava, visto che il giornalista parlamentare 5 Stelle non aveva ritrattato sui temi cardine coi quali il Movimento si era presentato agli elettori, non aveva voltato le spalle agli ideali di una forza politica nata per contrastare un sistema che non funziona, e non per lasciarsi assimilare da esso come è poi invece accaduto.
Per portare avanti quelle stesse battaglie, con maggior determinazione e senza il rischio di essere cacciati per questo, Gianluigi Paragone ha fondato un nuovo soggetto politico che ha chiamato: “No Europa, per l’Italia”. Tra gli obiettivi naturalmente l’uscita dell’Italia dall’Ue.
L’Italexit di Paragone
Gianluigi Paragone sta all’Italexit come Nigel Farage stava alla Brexit, in estrema sintesi, ed è proprio in compagnia del leader britannico che l’ex 5 Stelle si presenta al suo elettorato.
Ma di che elettorato stiamo parlando? Quanti sono gli Italiani che voterebbero effettivamente il partito di Gianluigi Paragone? Per ora dobbiamo accontentarci di questi primi sondaggi effettuati dall’Istituto Piepoli, secondo il quale la base di partenza di No Europa per l’Italia è del 5% circa.
Il nuovo soggetto politico attingerebbe sia a destra che a sinistra, per costituire la base del suo elettorato. Sarebbe questo uno dei dati emersi dai primi sondaggi, che sono stati effettuati analizzando un campione di 503 cittadini italiani di età superiore di 18 anni, attraverso interviste CATI/CAWI che hanno toccato un campione rappresentativo della popolazione, segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri, proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.
Ma torniamo ai temi, quello dell’uscita dell’Italia dall’Ue in particolare, che Paragone presenta come biglietto da visita forte dell’appoggio ricevuto un paio di giorni fa a Londra dal leader britannico pro-Brexit, Nigel Farage.
“Dobbiamo dire stop all’inganno delle istituzioni europee. Il cittadino europeo non esiste, l’Europa è solo una somma di personalismi dei vari Stati” afferma Gianluigi Paragone nel presentare la linea politica del suo partito.
Nei giorni scorsi aveva anche spiegato: “non c’è nessun partito in Italia che dice esplicitamente di voler uscire dall’Ue e dall’Unione monetaria. Penso a costruire una comunità di gente che ha sempre pensato queste cose, ma che non si sente rappresentata. Il consenso crescerà di pari passo con le balle che l’Europa ci racconterà”.
E ancora, a proposito dell’incontro con il leader Brexit “ho incontrato a Londra Nigel Farage, leader del Brexit Party, che ha trionfato nel referendum britannico portando il Regno Unito fuori dalla gabbia dell’Unione Europea. Un vero patriota britannico, l’unico che ha mandato a quel paese i tecnocrati di Bruxelles”.
E qual è quindi il piano? Portare l’Italia fuori dall’Ue non è esattamente un obiettivo da poco. “Mi sono confrontato con lui (Nigel Farage ndr) sul presente e futuro di un Paese realmente sovrano che, a maggior ragione dopo Brexit, riesce a dare risposte reali ai cittadini in piena crisi economica post Covid. È questa la strada da seguire: non possiamo più essere ricattati da Paesi paradisi fiscali che si permettono di offendere il grande prestigio dell’Italia”.
Ma cosa dicono i sondaggi? Il partito di Paragone parte dal 5% secondo l’Istituto Piepoli, il che significa che con la nuova legge elettorale potrebbe essere in grado di superare la soglia di sbarramento e portare dei rappresentanti in Parlamento a differenza di altre forze politiche come Italia Viva, +Europa, La Sinistra, Azione e Cambiamo!.
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