Non è successo nella mattinata e nemmeno nel primo pomeriggio, per annullare il taglio dei privilegi si è attesa la serata, dopo che i Tg dell’ora di cena erano già terminati e la maggior parte dei quotidiani nazionali avevano chiuso la prima pagina della copia di oggi.

È così che il taglio dei privilegi, attuato con una delibera dell’Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama, è stato letteralmente cancellato, ripristinando di fatto lo status quo per quel che riguarda i vitalizi degli ex parlamentari della Repubblica.

A deciderlo è stata la Commissione Contenziosa del Senato, che ha dato seguito ai ricorsi sul taglio dei vitalizi che erano stati presentati dagli ex parlamentari. Una vittoria di misura, quella del ‘fronte per il ripristino dei privilegi della casta’ ma pur sempre una vittoria, in barba alla drammatica situazione economica in cui si trova il Paese dopo l’emergenza coronavirus.

La delibera dell’Ufficio di Palazzo Madama ricalcolava l’assegno degli ex senatori con il sistema contributivo, ma a molti di loro rinunciare ad una parte della loro lauta pensione, maturata peraltro in tempi record, contro i 40 anni che occorrono ad un comune cittadino, non andava proprio giù.

A favore del ripristino dei privilegi hanno votato in tre, mentre i contrari sono stati due: i senatori della Lega, Simone Pillon e Alessandra Riccardi (ex M5s da qualche giorno). Ha invece deciso di astenersi il presidente della commissione, Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia.

“La Commissione Contenziosa del Senato ha accolto in parte i ricorsi e ha annullato la delibera sui vitalizi in alcune parti. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni e vediamo se ci saranno eventuali impugnazioni. Non aggiungo altro, visto il mio ruolo” ha dichiarato il senatore forzista.

Nei mesi scorsi, in seguito alle polemiche che la vicenda aveva generato dopo uno scoop de IlFattoQuotidiano su una bozza di delibera che restituiva agli ex parlamentari il loro privilegio, il presidente della Commissione Contenziosa aveva fatto sapere che al momento di votare si sarebbe astenuto.

Così è stato, ma oltre al presidente Caliendo, e ai senatori Pillon e Riccardi, ci sono altri 4 componenti dell’organo, quattro tecnici, due avvocati e due giudici, ed è da loro che sono arrivati i 3 voti favorevoli al ripristino degli assegni.

Sdegno da parte del Movimento 5 Stelle: “la casta si tiene il malloppo”

Non poteva che arrivare dal Movimento 5 Stelle il primo commento sulla vicenda. Il reggente Vito Crimi ha dichiarato a proposito dell’annullamento della delibera per il taglio dei vitalizi: “ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. È uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo, noi non molleremo mai per ripristinare lo stato di diritto e il principio di uguaglianza. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione, la presidenza del Senato?”.

Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, esprime profonda disapprovazione per quanto avvenuto ieri in tarda serata. “Ma davvero c’è ancora qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire allora non ha capito nulla” ha scritto l’ex leader 5 Stelle su Facebook.

“Se ci sono interessi da tutelare sono solo quelli dei cittadini italiani che hanno sofferto per mesi gli effetti di questa pandemia” scrive ancora Di Maio “abbiamo già abolito i vitalizi e non abbiano alcuna intenzione di ripristinarli”.

Contro il parere espresso dalla Commissione Contenziosa anche il viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, che su Facebook scrive: “tutti contro il Movimento 5 Stelle! Sono schifato ed amareggiato! Noi non molliamo, ma questa gente deve vergognarsi”.

Ma se dal Movimento 5 Stelle si esprime totale dissenso, anche dalle altre più grandi forze politiche arriva comunque palese disapprovazione. Dal Pd parlano di “sconcerto” per la decisione del Senato e dichiarano: “il Partito Democratico è totalmente contrario alla decisione assunta dalla commissione contenziosa del Senato sui vitalizi”.

La vicepresidente di Palazzo Madama, Anna Rossomondo, ha spiegato che “il Pd non è presente nella Commissione Contenziosa del Senato che ha deliberato sui vitalizi. Quando la vicenda venne affrontata in Consiglio di Presidenza nel 2018, i rappresentanti del Pd avevano proposto una soluzione alternativa che non venne presa in considerazione dall’allora maggioranza. Una soluzione, quella del Pd, che non avrebbe esposto il Senato alla situazione attuale”.

Anche la Lega si è espressa contro questa decisione della Commissione Contenziosa del Senato,con il leader del Carroccio, Matteo Salvini che si è però limitato a dichiarare: “come Lega cercheremo di cambiare la decisione”.

Mantiene invece un certo distacco, l’attuale Commissario all’Economia ed ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiolini, che con sarcasmo annuncia via Twitter: “a volte ritornano. Il mondo aspettava che l’Italia tornasse ad accapigliarsi sui vitalizi”.

L’esultanza degli ex Parlamentari: “ripristinato lo Stato di diritto”

Si chiama Maurizio Paniz, è un ex deputato di Forza Italia, ed è l’avvocato che ha difeso la maggior parte degli ex senatori che hanno fatto ricorso, che parla di “soddisfazione personale”. “È stato ripristinato lo Stato di diritto. Questa è soddisfazione personale ma anche sul piano dei rapporti personali che ho intrattenuto con centinaia di ex senatori che ho assistito”.

“È un risultato che mi ripaga dell’impegno e degli insulti e minacce ricevuti. Io non ho dieso un privilegio ma un diritto” arriva ad affermare Maurizio Paniz, sottolineando “in uno Stato di diritto questa è una vittoria di tutti”.

Quanto a quello che accadrà da ora, è lo stesso Paniz a tracciare un quadro parlando con Repubblica. “Gli effetti sono almeno tre” spiega “il Senato può impugnare l’annullamento all’organismo di secondo grado, che in questo caso è il Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Vanno risarciti gli arretrati, e la Camera potrebbe subire gli effetti di questa decisione”.

I torbidi retroscena della vicenda del ripristino del privilegio

La vicenda del ricorso contro la delibera dell’Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama per il taglio dei vitalizi degli ex parlamentari non si è svolta esattamente in modo limpido e cristallino. Ci sono state molte ombre che hanno aleggiato per l’intera durata del ricorso, ombre fatte di conflitto di interessi e dimissioni.

Poi è arrivato anche lo scoop del Fatto Quotidiano cui abbiamo accennato, che il 30 gennaio aveva pubblicato la bozza di delibera con la quale si accoglieva il ricorso degli ex parlamentari, e questa era stata preparata molto prima che si concludesse la Camera di Consiglio.

Ma facciamo ancora un passo indietro, a due mesi prima, quindi siamo al novembre del 2019, quando Elvira Evangelista, senatrice del Movimento 5 Stelle, decise di lasciare la Commissione adducendo come motivazione il fatto che “tra i membri c’è un intreccio di relazioni amichevoli e professionali“.

Secondo quanto riportato dal noto quotidiano, la senatrice grillina si riferiva ai componenti della Commissione nominati della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. Come presidente era stato scelto Caliendo, storico senatore di Forza Italia, ma anche molto vicino alla seconda carica dello Stato, nonché al suo capo di gabinetto, l’ex senatore e ministro Nitto Palma.

Il conflitto di interessi era stato fatto notare dal senatore del Movimento 5 Stelle, Primo Di Nicola, che evidenziava il fatto che Caliendo avrebbe avuto così l’opportunità di decidere su un trattamento vantaggioso di cui avrebbe beneficiato personalmente, dal momento che è tra i beneficiari del vitalizio.

Così dal M5s era giunta la richiesta di azzerare i componenti e il lavoro svolto fin qui dalla Commissione. La richiesta però fu naturalmente bocciata. L’unico sviluppo fu che il senatore Caliendo annunciò al Senato che si sarebbe astenuto nel giudizio sul ricorso degli ex parlamentari.

Le accuse non riguardavano solo Calendo, ma anche Cesare Martellino, giudice e componente tecnico dell’organo interno a Palazzo Madama. Martellino, secondo quanto leggiamo su IlFattoQuotidiano “è stato collega di Nitto Palma alla Procura di Roma, all’Ufficio Indagini della Federcalcio e al Comitato organizzatore dei mondiali del ’90“.

Ed è qui che arriva lo scoop del Fatto Quotidiano, che pubblica la bozza di delibera per il ripristino dei vitalizi, che era stata scritta prima della camera di consiglio. Accuse che sono state subito negate dallo stesso presidente Caliendo, che rispose affermando: “è falso” e spiegando che la bozza era solo “una vecchia ipotesi”.

La decisione presa nella tarda serata di ieri però sembra proprio confermare proprio quella notizia. Ora il Senato ripristinerà i vitalizi senza il taglio previsto dal ricalcolo su base contributiva che era entrato in vigore il 1 gennaio 2019 in seguito alla delibera dell’Ufficio della Presidenza di Palazzo Madama.

In soldoni questo vuol dire che la “vittoria di tutti” di cui parla l’avvocato Maurizio Paniz, ex deputato di Forza Italia, si tradurrà nel ripristino dell’assegno per oltre 700 ex senatori, con una spesa su base annua di 22 milioni di euro. Come non definirla una “vittoria di tutti?”.

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