Subiscono una impennata le probabilità che si giunga ad un accordo sulla Brexit, dopo che nella giornata di ieri, lunedì 15 giugno, funzionari di Regno Unito e Unione Europea hanno avviato colloqui di alto livello, grazie ai quali sono emerse importanti novità che lasciano intravedere una svolta positiva contrariamente alla direzione che avevano assunto le trattative fino a questo momento.
I progressi fatti ieri sono stati confermati dallo stesso primo ministro britannico, Boris Johnson, dalle cui dichiarazioni non si può che dedurre un netto miglioramento del dialogo. Si inizia quindi a guardare al possibile raggiungimento di un accordo sulla Brexit con crescente ottimismo, e in tempi che potrebbero rivelarsi più brevi di quel che si pensava.
La risoluzione della questione potrebbe risultare decisamente più rapida, stando a quanto trapelato dai colloqui, anche se continuano a rimanere alcuni dubbi non trascurabili all’orizzonte.
Le novità sull’accordo per la Brexit
Dopo i colloqui di ieri l’agenzia Bloomberg, che ha citato alcune fonti a conoscenza della materia, parla di nuova linfa nelle relazioni tra Gran Bretagna e Unione Europea.
Bruxelles ha preso atto di alcuni primi segnali di apertura ad un compromesso da parte di un premier britannico che è sembrato maggiormente disposto ad ammorbidire la sua linea, il che ha indotto la stessa Ue a fare altrettanto.
Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha dichiarato: “non credo che in realtà siamo così distanti: quello che dobbiamo vedere ora è un po’ di grinta nei negoziati”. Le parole del premier sono giunto dopo la fine dei colloqui, ad indicare chiaramente un passo avanti nell’ambito delle trattative.
Vi è poi la questione dei tempi, ma anche su questo Johnson ha lasciato intendere che si può azzardare un certo ottimismo. “Più veloce andiamo e meglio è” ha dichiarato il primo ministro britannico “non vediamo alcun motivo per cui questa cosa non dovrebbe essere fatta a luglio”.
Tanto il Regno Unito quanto l’Ue, hanno voluto basarsi sull’incontro di ieri per valutare le reali probabilità di giungere ad un accordo commerciale sulla Brexit prima della fine del periodo di transizione, prevista per il mese di dicembre 2020, e stando alle indiscrezioni trapelate sembra che nell’aria inizi ad esserci un certo grado di ottimismo.
Charles Michel stempera l’ottimismo sull’accordo per la Brexit
Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha però fatto tornare un po’ tutti coi piedi per terra, sottolineando come l’Ue non abbia alcuna intenzione di comprare a scatola chiusa solo per chiudere rapidamente l’accordo sulla Brexit con Londra. L’obiettivo principale, ha tenuto a precisare Michel, è quello di trovare un accordo che sia vantaggioso per entrambe le parti.
Il prossimo appuntamento in programma è quello del 29 giugno, che si svolgerà in un formato più inclusivo, e ci si aspetta che Londra continui a fare pressioni perché i negoziati procedano speditamente.
Non si esclude la possibilità che Uk e Ue decidano di firmare prima una intesa di fondo, che rappresenterebbe la base per il futuro accordo commerciale sulla Brexit. Il target fissato è quello di concludere i negoziati entro la fine dell’estate, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.
Regno Unito e Unione Europea, da quando i negoziati sono stati avviati, si sono impegnati per trovare un’intesa sul libero scambio e su altri aspetti delle loro relazioni future, come ad esempio la questione dei diritti di pesca e la cooperazione in materia di sicurezza.
Da parte del Regno Unito però sono arrivati dinieghi sia alla richiesta da parte dell’Europa di introdurre condizioni di parità, dalle quali Londra risulterebbe vincolata, sia all’introduzione di norme comunitarie in settori come quello degli aiuti di Stato e sul diritto ambientale.
Ostacoli quelli fin qui elencati, che fino alla giornata di ieri erano sembrati insormontabili, e che di fatto hanno reso impossibile il raggiungimento di un accordo sulla Brexit. Ora però le indiscrezioni trapelate lascerebbero intendere che queste distanze non sono poi così incolmabili, e tuttavia un vero primo passo non è stato ancora compiuto da nessuna delle due parti.
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