Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, sarà entro il mese di luglio che il Parlamento italiano si esprimerà finalmente sulla possibilità di ricorrere all’uso del Mes, e più in generale sull’intero pacchetto di strumenti messi a disposizioni dall’Unione Europea per consentire ai Paesi di contrastare la crisi innescata dalle misure restrittive adottate durante il periodo di lockdown per contenere il contagio da Covid-19.
Tra i vari strumenti messi sul tavolo dall’Ue, c’è appunto il tanto contestato Meccanismo Europeo di Stabilità, che potrà essere utilizzato però solo per investire nella Sanità.
Ad annunciare le valutazioni sul fondo salva Stati entro luglio è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in alcune interviste apparse nella giornata di oggi sui maggiori quotidiani nazionali.
“Come ogni buon padre di famiglia, prima di recarmi in banca voglio valutare bene” ha spiegato il premier, mostrando un atteggiamento ora chiaramente più possibilista rispetto a quello iniziale. In una prima fase infatti Conte aveva detto chiaramente di essere contrario all’uso del Mes, considerato uno strumento inappropriato, pensato per crisi asimmetriche e che in sostanza non serve all’Italia.
Tra l’altro è anzitutto il ‘suo partito’ ad essere in prima linea contro l’uso del Mes. Il Movimento 5 Stelle infatti ha in più occasioni ribadito il proprio no al fondo salva-Stati, e insieme al convinto no di Lega e Fratelli d’Italia, in una ipotetica votazione del Parlamento, difficilmente potrebbe prevalere la linea del sì.
Conte: “sono qui non per interessi personali”
Nei giorni scorsi sono stati diffusi i dati di un sondaggio che valutava il peso politico di un eventuale partito di Giuseppe Conte, ma il premier ha più volte smentito che tale prospettiva faccia parte dei suoi progetti per il futuro.
Ieri lo ha confermato una volta di più affermando nel corso di una intervista a Repubblica: “sono qui non per interessi personali o per coltivare un mio partito, o per favorire miei amici o conoscenti, ma per svolgere questo servizio. Un incarico di rilievo diventato ancora più gravoso per l’emergenza. Sarebbe folle da parte mia dedicare anche una sola caloria a questi pensieri”.
Conte sulla revoca delle concessioni: “decideremo nel senso che c’è una procedura che va chiusa”
Nelle interviste rilasciate nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio ha toccato anche altri temi, come quello della revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia, controllata del gruppo Atlantia della famiglia Benetton.
“Decideremo nel senso che c’è una procedura che va chiusa” ha chiarito il premier Conte, lasciando intendere che non ci saranno altri colloqui con la società del gruppo Atlantia.
Il Recovery Plan sarà presentato a settembre
All’annuncio del presidente del Consiglio riguardante la convocazione degli Stati generali sono seguite in un primo momento accese polemiche, ma in seguito il Partito Democratico ha ‘dato la sua benedizione’.
Conte ha intanto annunciato che gli incontri prenderanno il via a partire dalla giornata di domani, e ha tenuto a precisare: “non sarà una sfilata o una passerella. Non ne abbiamo bisogno, il Paese non ci consente di fare kermesse di sorta. Tra l’altro, la dotazione finanziaria europea non è un tesoretto che il Governo spende liberamente, ma una grande responsabilità da condividere con tutte le forze”.
“E per questo voglio assoldare singole personalità e le migliori energie del Paese” ha ricordato il premier “dopo gli Stati generali, richiamerò ministri e partiti di maggioranza e avremo un piano condiviso dell’azione di governo. Sarà più ampio del solo Recovery Plan e collegato al Piano nazionale delle riforme. Avrà una forza incredibile”.
Conte ha quindi annunciato che il Recovery Plan verrà presentato a settembre “con un cronoprogramma dettagliato per non perdere quei soldi”, e per quel che riguarda il Piano Colao, il premier ha voluto assicurare che il progetto non si sovrappone a quello dell’esecutivo “perché non è un piano di rilancio politico, sono delle schede di lavoro. Gli esperti hanno fatto un grandissimo lavoro”.
Quanto agli Stati generali, il premier ha anche sottolineato che “non si tratta di una fuga in avanti. In ogni caso la situazione del Paese è tale che bisogna fare questa iniziativa, e farla con questa modalità largamente condivisa. È davvero urgente per avere uno scatto in avanti”.
L’invito a villa Pamphili
Il presidente del Consiglio, che aveva invitato le forze di opposizione ad un confronto indicando come sede Villa Pamphili e ricevuto un rifiuto, ha spiegato che l’invito “dimostrava grande riguardo. Non li ho invitati come fossero una associazione di categoria o sindacale. Non li facevo scorrere come gli altri ospiti. Avevo riservato loro un intero pomeriggio. Mi è stato risposto che la sede non è istituzionale, ma c’è un difetto di conoscenza: a Villa Pamphili sono stati ricevuti capi di Governo”.
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