A mettere in subbuglio le forze di maggioranza sarebbero state le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa del 3 giugno. Il premier infatti aveva annunciato i 10 pilastri del Piano Rinascita Italia, per avviare il quale si sarebbe avviato un ampio processo di consultazione che avrebbe coinvolto diverse realtà, dai sindacati a Confindustria, dalle forze a sostegno dell’esecutivo, a quelle di opposizione,
Il piano che sarebbe stato messo in piedi avrebbe previsto l’utilizzo delle risorse in arrivo con il Recovery Fund, ma il progetto all’atto pratico ancora non esiste. Non solo, persino all’interno della maggioranza se ne è parlato ben poco e a grandi linee, da cui l’escalation che ha portato ad alti livelli di tensione all’interno delle forze che sostengono il Governo, in particolare il Partito Democratico.
Il primo effetto di questa crescente tensione è stato il rinvio degli Stati generali, che si sarebbero dovuti tenere nella giornata di oggi, lunedì 8 giugno, e che invece dovrebbe slittare a mercoledì, giovedì al massimo. In questa occasione si riuniranno i sindacati, Confindustria, e tutte le parti del Sistema Italia, per poi arrivare ad un progetto ben definito da mettere in campo.
Dal Partito Democratico e da Italia Viva però frenano in un primo momento, ricordando che per ora non c’è nulla di condiviso. E nel corso della riunione coi capi delegazione dei partiti poi è stato espresso ampio dissenso rispetto alle posizioni prese dal presidente del Consiglio.
Per Dario Franceschini è impensabile avere a disposizione quasi 200 miliardi di euro “una cifra enorme” e “non sapere come spenderli”. La ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova di Iv ha ricordato poi che in questo momento non ci si può presentare davanti alle parti sociali senza avere una linea condivisa su temi centrali come Alitalia, Ilva e Autostrade per l’Italia, sottolineando: “la pensiamo tutti in modo differente”.
Lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha preso posizione contro il premier, reo a suo avviso di averlo scavalcato, e lo bacchetta rammentandogli che non si possono convocare gli Stati generali “senza avere poi un documento da presentare”.
E sebbene per ragioni diverse, persino nel Movimento 5 Stelle si sono accesi dei malumori nei confronti di Giuseppe Conte. I pentastellati infatti non hanno preso bene la notizia, poi smentita dallo stesso presidente del Consiglio, della candidatura di Conte al Senato con il Partito Democratico per le elezioni suppletive in Sardegna.
Zingaretti: “ora serve una svolta: Italietta o cambiare tutto”
La tensione nella maggioranza era cresciuta a tal punto nei giorni scorsi, che si iniziava a parlare di una possibile crisi di Governo, possibilità che però sembra rientrare dopo le parole pronunciate oggi dal segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che ha dato il suo ok alla convocazione degli Stati generali, facendo però alcune precisazioni.
Serve una “decisiva svolta” dice il presidente della regione Lazio, verso la quale si dovrà andare insieme agli alleati perché “siamo a un momento cruciale in cui si giocano i destini della legislatura e il futuro” dell’Italia. Si potrà andare, secondo il segretario dem, verso una “Italietta” oppure bisogna “cambiare tutto”.
Quanto al rapporto con il presidente Conte, Zingaretti ha allentato la tensione assicurando: “nessuna contrapposizione” serve però “un salto di qualità”. Si può andare avanti quindi, e per farlo il numero uno del Pd indica la rotta che il partito dovrà seguire. “Questa coalizione è l’unica che può stare insieme, non vedo alternative” sottolinea.
Zingaretti parla anche di “scelte nuove” necessarie nel contesto della ripartenza, con “una decisiva svolta da svolgere” con gli alleati del Movimento 5 Stelle, di LeU e di Italia Viva. “Questo è il cuore del confronto con Conte in queste ore e che continuerà nelle prossime settimane, nessuna contrapposizione ma la necessità per tutti di un salto di qualità necessario” dice il segretario dem.
Al centro ci devono essere i temi cardine per la ripartenza a cominciare dall’economie e dell’industria, senza trascurare la questione giustizia. “Ora servono risposte urgenti alle crisi industriali, come Mittal e Alitalia, e decreti come semplificazioni, sicurezza e provvedimenti urgentissimi nel campo della giustizia. Siamo a un momento cruciale in cui si giocano i destini della legislatura e il futuro dell’Italia. Sono fiducioso e dobbiamo chiamare il Paese a ricostruire la fiducia” ha dichiarato Zingaretti.
Zingaretti: “bene gli Stati generali, ma attenzione al rispetto dei tempi certi”
Un intervento, quello del segretario Zingaretti, che di fatto allenta notevolmente la tensione che si era venuta a creare nei giorni scorsi. “Bene gli Stati generali” ha quindi ribadito il leader del Pd “ma attenzione al rispetto dei tempi certi perché ora l’Ute chiede a noi rigore e piani seri, non possiamo sbagliare”.
Le possibilità sono due, per il segretario dem, o “un’Italietta” o “cambiare tutto e costruire un nuovo modello di sviluppo” al centro del quale vi colloca “la lotta alle diseguaglianze” chiedendo poi una riforma fiscale “nel senso della Costituzione”.
E dopo settimane di dibattito intorno all’uso del Mes come strumento per uscire dalla crisi dovuta al lockdown imposto per contenere il contagio da coronavirus, la posizione del Pd nelle parole di Zingaretti è quella di uscire da “diatribe” ideologiche. “Non voglio banalizzare” prova a siegare il segretario dem “o rimuovere timori e contrarietà degli alleati di governo, ma dico che è cambiato tutto e ora rappresenta una straordinaria leva” per la sanità.
La posizione sull’uso del Mes continua ad ammorbidirsi, da un no pressoché unanime con la sola esclusione di Italia Viva, ad una posizione molto più possibilista da parte del Pd. Un uso del Mes che comunque dovrebbe sempre passare da una votazione parlamentare, e che con la sostanziale contrarietà del Movimento 5 Stelle e dei maggiori partiti di opposizione come Lega e Fratelli d’Italia, continua a rimanere un tasto molto delicato toccando il quale potrebbe essere compromessa la stessa sopravvivenza dell’esecutivo.
Ne è consapevole ovviamente lo stesso Zingaretti, che spiega: “so quante difficoltà abbiamo dovuto affrontare nel rapporto con gli alleati e soprattutto con il M5s, restano temi spinosi in cui le posizioni restano lontane come la giustizia e un certo fondamentalismo su temi come l’economia e la giustizia, ma nel Governo è prevalso un approccio nuovo e certe barriere si sono incrinate, noi abbiamo fatto prevalere il rapporto con l’Ue, in quella sede ci siamo presentati uniti”.
Zingaretti, nelle elezioni regionali “non ostacolate le alleanze, l’obiettivo è battere le destre”
Tra i temi toccati dal segretario del Pd, anche quello delle possibili alleanze sul territorio in vista delle elezioni regionali. “Non ostacolate nei territori le alleanze che si potrebbero creare” esorta Zingaretti, che ricorda: “l’obiettivo è battere le destre”.
E ricorda poi che “se siamo qui, non travolti dalla demagogia populista della destra, è perché abbiamo fatto la scelta di dare vita a questo governo Conte, tentando una strada fatta di alleanze tutte nuove”, e sottolinea anche “se non avessimo fatto questa scelta avremmo avuto un governo di destra presieduto da Salvini e vi lascio immaginare in quale isolamento l’Italia si sarebbe trovata” durante l’emergenza coronavirus, e ipotizza: “probabilmente non avremmo ottenuto nulla dall’Europa”.
Per la ripartenza “indirizzi chiari” e “colmare ritardi strategici”
Per la ripartenza dell’economia del Paese, da parte dell’Europa è arrivata una risposta importante per il segretario dem, che porta l’Italia a un bivio “o l’Italietta, abbiamo tamponato, rinfrancato e ora possiamo rimetterci a fare come sempre, senza trarre alcun insegnamento di fondo, senza trarre insegnamento sulla necessità di investimenti nella sanità, la scuola, il mezzogiorno”.
“Se prevale la sufficienza, le risorse a disposizione sarebbero dilapidate e si rialimenterebbe la rabbia che ritroverebbe pronta la destra italiana a interpretarla” dice ancora Zingaretti nel dipingere il quadro “l’altra strada che noi vogliamo prendere è cambiare tutto e costruire un nuovo modello di sviluppo”.
Per quel che riguarda la strada invocata da Conte, che passa per la convocazione degli Stati generali, il segretario del Pd dà la sua benedizione, ma ribadisce l’importanza del rispetto dei tempi, e ricorda che “l’Ue chiede a noi rigore e piani seri, non possiamo sbagliare e quindi chiediamo la collaborazione sincera di tutti“.
Per la ripartenza ci sono “grandi risorse” che vanno impegnate, sottolinea Zingaretti “su indirizzi chiari”. “Anche l’Ue ci ha indicato alcune priorità” osserva il segretario “e dobbiamo colmare ritardi strategici sulla conoscenza, la formazione, la ricerca, coordinare le politiche industriali, favorire lo sviluppo dell’economia green, una riforma fiscale che alleggerisca il ceto medio, una semplificazione drastica delle procedure e favorire che una nuova generazione entri nella pubblica amministrazione“.
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