Un’ipotesi che non si affaccia certo per la prima volta da quando Giuseppe Conte è diventato presidente del Consiglio, ma quella di una lista Conte resta appunto solo una ipotesi, e senza alcun fondamento peraltro.

Il presidente del Consiglio, diciamolo subito, non ha esternato alcun desiderio né intenzione di formare un proprio partito politico. Non ha gettato le basi per un movimento indipendente e non è a capo di alcuna lista Conte, ma è solo il soggetto di un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend che è stato diffuso da SkyTg24.

Premesso ciò, i dati emersi dal sondaggio sono effettivamente interessanti, in quanto la popolarità e la fiducia di cui Giuseppe Conte gode tuttora nonostante la drammatica situazione che il Paese sta attraversando, porterebbero un suo eventuale partito sopra il Movimento 5 Stelle, a un passo da Fratelli d’Italia e Partito Democratico.

Il sondaggio mette in luce in particolare due aspetti sicuramente degni di nota. In primo luogo ne risulterebbe rafforzata l’alleanza tra Pd e M5s, che potendo contare sul “partito del premier” otterrebbe risultati decisamente migliori raggiungendo complessivamente un 46,5% contro il 47,4% delle forze di centro-destra.

Il secondo aspetto riguarda il fatto che risulterebbero pesantemente ridimensionati sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle, principali fonti di voti cui attingerebbe la lista Conte. Ma il partito del premier andrebbe a pescare anche nel serbatoio di Italia Viva e di Forza Italia.

Sorprende soprattutto il fatto che una parte degli elettori del partito di Renzi andrebbero a confluire tra i voti per Conte, se si considera che proprio da Italia Viva continuano ad arrivare ripetuti attacchi sia al presidente del Consiglio che all’attuale maggioranza.

Con una lista Conte in campo, la Lega resterebbe comunque il primo partito, persino rafforzato al 26,3%, seguirebbe con un distacco di circa 10 punti il Partito Democratico, che invece risulterebbe indebolito. Al terzo posto non ci sarebbe il Movimento 5 Stelle ma Fratelli d’Italia, che peraltro è ormai ad una manciata di consensi dai pentastellati. Il quarto partito sarebbe proprio la Lista Conte, con un 14,3%.

Il Movimento 5 Stelle risulterebbe il partito più penalizzato dalla presenza della Lista Conte, e se il Partito Democratico perderebbe circa il 5%, scendendo dal 21 al 16%, il M5s perderebbe il 6%, precipitando dal 15 al 9%.

Chi voterebbe lista Conte?

Rimanendo sulle elaborazioni di Quorum/YouTrend, una ipotetica Lista Conte potrebbe contare su un elettorato composto per il 16% da elettori provenienti dal centrosinistra, mentre un altro 8% arriverebbe da elettori che si identificano nel centrodestra.

La vera ricchezza della Lista Conte è rappresentata però da chi attualmente non si riconosce in alcun partito politico e pertanto non vota, si astiene o è indeciso. Stando a quanto emerso dal sondaggio commissionato da SkyTg24, circa il 50% dei voti per la lista Conte arriverebbero infatti dall’area degli indecisi e del non voto

Molto interessante anche un altro dato, quello che riguarda il bacino potenziale per Conte, che arriverebbe al 24%. Infatti tra gli intervistati nell’ambito del sondaggio di Quorum/YouTrend, un intervistato su 5 ha dichiarato che probabilmente/sicuramente voterebbe una eventuale lista Conte. Due terzi degli intervistati non la voterebbe ed il restante 9% non sa.

In ogni caso, la Lista Conte sarebbe un partito con un bacino elettorale più forte al Sud e nelle Isole, dove arriverebbe a raccogliere circa il 22% dei consensi. Otterrebbe risultati decisamente più contenuti invece nelle regioni del Nord Ovest, mentre i dati relativi alle percentuali che otterrebbe nel Centro e nel Nord Est sarebbero in linea con la media.

Naturalmente l’esito dei sondaggi deve essere preso un po’ con le pinze, visto che il consenso elettorale varia in base a moltissimi elementi, e quindi può subire oscillazioni anche importanti a seconda di una lunghissima serie di fattori.

Inoltre non bisogna dimenticare quello che successe quando a scendere in campo fu Mario Monti, che giudò uno dei governi tecnici più controversi della storia italiana, quello che varò misure lacrime e sangue per sanare i conti pubblici. I sondaggi davano un’eventuale partito di Monti intorno al 20%, poi però il risultato fu molto inferiore alle aspettative, e Scelta Civica non superò l’8-9%.

E se Conte diventasse il leader del Movimento 5 Stelle?

Questo è senza dubbio un altro scenario molto interessante, e senza dubbio molto più realistico di quello in cui Conte forma un suo partito indipendente. Uno scenario che è stato preso in esame da Quorum/YouTrend, e che stando ai sondaggi risolleverebbe, e non di poco, le sorti del Movimento 5 Stelle, che diventerebbe il secondo partito in Italia.

Se al posto di Vito Crimi, il successore di Luigi Di Maio fosse Giuseppe Conte, il Movimento 5 Stelle arriverebbe a un soffio dal 20 per cento. Rispetto al 15-16% che viene assegnato ai pentastellati dalla maggior parte dei sondaggi, la creatura di Beppe Grillo raggiungerebbe sotto la guida di Conte, il 19,9%.

Una mossa che sicuramente gioverebbe al M5s, ma non al Partito Democratico né all’attuale coalizione. I voti che confluirebbero nel M5s arriverebbero infatti quasi tutti da Pd e LeU, col risultato che la coalizione resterebbe sostanzialmente dov’è, a circa 6 punti dal centrodestra.

Qual è la situazione attuale?

Ma vediamo qual è la situazione ad oggi secondo i sondaggi di Quorum/YouTrend, quindi senza nessuna lista Conte, ma con le forze politiche così come si presentano al momento.

Il primo partito d’Italia resta la Lega di Matteo Salvini, stabile intorno al 26,2%, segue il Pd, che ha progressivamente recuperato sulla Lega riducendo le distanze a meno di 5 punti, ed ora si piazza come secondo partito con il 21,6%.

Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia sono ormai praticamente appaiati, con i pentastellati in lieve vantaggio secondo questo sondaggio. Il M5s si attesterebbe intorno al 15,5%, mentre FdI al 15,0%. Poi c’è Forza Italia sostanzialmente stabile intorno al 6,5%.

Seguono i partiti minori, quelli che in teoria resterebbero fuori dal Parlamento non superando la soglia di sbarramento qualora questa fosse fissata al 4%, e tra questi troviamo Italia Viva di Matteo Renzi al 3,1%, La Sinistra al 2,7%, Azione di Carlo Calenda al 2,4%, +Europa al 2,3% e Cambiamo! di Giovanni Toti allo 0,1%.

La fiducia nei leader: spunta Mario Draghi e supera Conte

L’ipotesi di un nuovo Governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi è venuta fuori quando ancora si era nel pieno dell’emergenza sanitaria del Covid-19, inoltre si parla di Draghi come possibile successore di Sergio Mattarella al Quirinale, e così il nome dell’ex presidente della BCE è stato inserito nel sondaggio di Quorum/YouTrend, insieme a quello dei leader politici.

Ne è emerso un dato che mostra un altissimo livello di fiducia nel presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che viene però superato, anche se di un minimo, da Mario Draghi. L’attuale premier godrebbe secondo il sondaggio della fudica del 57,1% degli Italiani, mentre l’ex numero uno della BCE raggiungerebbe il 59,3%.

Tra i leader che godono di maggiore fiducia troviamo poi il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha fatto parlare molto di sé per il modo in cui ha gestito l’emergenza sanitaria nel Veneto. Zaia avrebbe la fiducia del 49,7% degli Italiani, segue il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca al 43,4%, poi il Governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini al 37,1%, e quindi Giorgia Meloni, primo leader di una forza politica che finisce “in graduatoria” al 33,2%.

Dopo la leader di Fratelli d’Italia troviamo poi Matteo Salvini al 31,2%, poi il segretario del Pd, Nicola Zingaretti al 30,4%, seguito dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana al 24,9%, Luigi Di Maio al 22,5%, Silvio Berlusconi al 19,9%, e all’ultimo posto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intorno all’11%.

Fiducia nel Governo: oltre metà degli Italiani promuove il Conte bis

Secondo il sondaggio fatto da Quorum/YouTrend, circa il 53% degli Italiani ha ancora fiducia nel Governo, un dato che tra l’altro è migliorato con l’emergenza coronavirus, infatti circa il 71% degli intervistati ha anche espresso un parere favorevole sull’azione del governo per la tutela della salute. Non si trova lo stesso livello di fiducia però sul tema delle misure economiche messe in campo, su cui il 53% degli intervistati esprime un giudizio negativo.

E se il Conte bis dovesse cadere? Circa un italiano su tre vorrebbe che si tornasse a votare, con un election day in autunno. Cosa che però non è in realtà fattibile in quanto prima di riaprire le urne bisogna necessariamente fare il referendum costituzionale che serve a confermare eventualmente il taglio dei parlamentari. Referendum che potrebbe essere fissato per la seconda metà di settembre.

Non piace invece l’idea di un governo tecnico, o di unità nazionale, guidato dall’ex presidente della BCE, Mario Draghi, che in questo momento, stando ai sondaggi pubblicati da SkyTg24, ottiene il consenso di un misero 17%. Piace ancora meno però l’idea di un nuovo governo a trazione M5s-Pd, magari con un cambio di premiership, e peggio ancora un governo di stampo “sovranista” composto da Lega, FdI e parte del M5s.

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