Non si sono certo coperti d’onore i membri del Consiglio regionale della Calabria, quando hanno votato all’unanimità la proposta di Giuseppe Graziano, esponente dell’Udc, con la quale si andavano a reintrodurre i vitalizi, secondo quanto riportato da IlFattoQuotidiano. Ora però sembra si sia innescato una sorta di fuggi-fuggi generale, tra chi grida all’inganno e chi ‘non sapeva’ cosa si stesse votando.
Il che per certi versi è persino credibile, visto che il relatore, Giuseppe Graziano, alla richiesta del presidente della Giunta, Domenico Tallini, di spiegare la norma ha candidamente risposto che “si illustra da sé”, dopodiché è stata messa ai voti, e nel tempo record di due minuti è stata approvata con voto unanime.
Una proposta di legge che è stata presentata, è doveroso ricordarlo, nel bel mezzo della più grave crisi economica in cui si viene a trovare il Paese dal dopoguerra. In un momento in cui ancora si dibatte su quali potrebbero essere gli sviluppi della pandemia anche dal punto di vista sanitario, e si cerca di quantificare il danno per l’economia reale, ecco che la giunta della Regione Calabria si premura di assicurare il vitalizio ai consiglieri.
E se la proposta “si illustra da sé” come ha affermato Giuseppe Graziano (Udc), altrettanto da sé si ‘illustra’ la risma dei membri del Consiglio regionale calabrese. Ma come può essere accaduto? La domanda, come si suol dire, sorge spontanea, ma alla fantasia non è concesso spaziare più che tanto.
Le strade sono sostanzialmente due: o i consiglieri regionali non si aspettavano che i riflettori si accendessero sulla scena, ed ora che sono stati ‘beccati’ stanno cercando di metterci una pezza, oppure davvero non sapevano cosa si stesse votando, ma questo secondo scenario non è che migliori molto il quadro complessivo.
Una situazione che spazia tra l’imbarazzante e il vergognoso, ma altri scenari non è proprio possibile immaginare, neppure con tutta la buona volontà. Quello che si è fatto, e che ora dovrà necessariamente essere disfatto, è stato modificare l’articolo 7 comma 4 della legge regionale numero 13 del 2019 con la quale venivano cancellati i vitalizi e si introduceva il sistema contributivo.
Forse non sapevano cosa si stesse votando, almeno in parte, alcuni membri della Giunta calabrese, ma il relatore, il consigliere Graziano dell’Udc evidentemente lo sapeva bene, tanto che la proposta a suo dire “si illustra da sé” appunto.
Sulla Gazzetta del Sud vengono riportate intanto le parole del presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, che però cerca di minimizzare “i vitalizi in Calabria sono stati aboliti da tempo. Non vedo dov’è lo scandalo: a fronte di 38 mila euro di contributi versati in una legislatura, si maturerebbe un’indennità di fine mandato, a 65 anni, da 600 euro al mese”.
Per i consiglieri del Partito Democratico invece praticamente non è accaduto nulla. Parlano infatti di “una tempesta in un bicchier d’acqua” ed in una nota congiunta con gli esponenti della lista civica ‘democratici progressisti’ dichiarano: “smentiamo categoricamente che si tratti del ripristino dei cosiddetti ‘vitalizi’, i quali non esistono più già per gli eletti nella passata consiliatura”.
“Non c’è stato nessun tentativo di riportare in vita cose inesistenti: chi lo afferma, forse è male informato. In tutta Italia esiste soltanto il sistema contributivo” spiega ancora il presidente della Giunta calabrese “la Calabria, pertanto non ha fatto altro che allinearsi a quanto stabilito nella Conferenza Stato-Regioni del 3 aprile 2019, modificando un semplice comma”.
Eppure un errore è stato commesso anche secondo gli stessi rappresentanti del Pd “quello di riconoscere, anche a un consigliere dichiarato a posteriori ineleggibile, la possibilità di continuare a versare i contributi fino alla fine della consiliatura di riferimento”.
A prendere le distanze dall’esito della votazione della proposta di legge, anche l’ex candidato del centrosinistra, Pippo Callipo, che dall’opposizione espone la sua versione dei fatti. “Ho apposto la mia firma, dopo quella di altri sette capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che ‘non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale’. Così è scritto chiaro e tondo nel documento che mi è stato sottoposto in coda alla seduta di martedì 26 maggio e che risulta agli atti del Consiglio”.
“Non avrei mai avallato nulla che potesse aumentare i costi della politica” ribadisce il leader dell’opposizione “se la modifica della normativa sui vitalizi si traduce, invece, in un aumento dei suddetti costi significa che mi è stato proposto di sottoscrivere un documento non veritiero, e per questo mi tutelerò nelle sedi opportune”.
Callipo insomma si sente ‘preso in giro’, non avrebbe mai votato una proposta che permettesse a chi fa anche un solo giorno da consigliere di accedere al vitalizio previo pagamento dei contributi fino alla fine della consiliatura di riferimento.
“Tutti conoscono la mia storia personale e il mio modo di intendere la politica” si difende Pippo Callipo, che poi aggiunge: “nessuno può pensare che io sia alla ricerca di privilegi per me o per altri. Quello del taglio ai costi della politica è un impegno che ho assunto in campagna elettorale e che intendo portare avanti con determinazione”.
Per Lega e Fratelli d’Italia invece si tratta di un “privilegio ingiusto e illegittimo”. Sono queste le parole usate dai capigruppo Tilde Minasi e Filippo Pietropaolo, che promettono di porre rimedio allo strafalcione del consiglio regionale tutto, al quale quindi hanno dato anch’essi il loro contributo.
“Lunedì mattina depositeremo una proposta di legge per ripristinare l’inammissibilità alla contribuzione volontaria del consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata” fanno sapere, e aggiungono poi: “siamo certi che sulla proposta ci sarà la più ampia convergenza da parte delle forze politiche presenti in Consiglio”.
E ancora “la necessità di una tempestiva abrogazione nasce da profili giuridici e finanziari che non è stato possibile vagliare preventivamente”. Insomma sembra che la proposta sia stata firmata da tutti, ma che nessuno ne sapeva nulla.
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