Christine Lagarde, presidente della BCE sembra escludere una nuova crisi del debito nei Paesi dell’eurozona, nonostante le drammatiche conseguenze sull’economia prodotte dalle misure restrittive imposte durante il periodo di lockdown per il contenimento del contagio da Covid-19.

La Lagarde inoltre si è espressa con parere favorevole all’utilizzo del debito pubblico da parte degli Stati membri per spingere la ripartenza. La presidente dell’eurotower si è detta “non preoccupata” dall’aumento del debito pubblico nei Paesi che stanno fronteggiando la crisi e nel corso dell’incontro tenutosi online con i giovani dello Youth Dialogue dell’European Youth Event 2020 ha aggiunto anche che “l’uso del debito non è solo raccomandato: qualunque cosa succeda è la strada da seguire”.

La presidente della BCE ha poi spiegato che “se viene speso per trasformare le nostre economie, per investire in tecnologia, per renderle più efficienti, più produttive, più in linea con i bisogni della gente e per rendere la crescita sostenibile e le nostre economie responsabili, allora è un uso particolarmente positivo”.

Lagarde ha anche aggiunto che “tutti i Paesi nel mondo hanno dovuto rispondere aumentando il proprio debito, non è un fenomeno europeo” e che “si sono dovute prendere delle misure di bilancio” anche in considerazione del fatto che “a causa delle attuali circostanze e del basso livello di inflazione, i tassi di interesse sono molto bassi”, e pertanto il costo del debito “è molto basso” al punto che “alcuni Paesi possono prendere in prestito a tassi negativi”.

Molto ottimista la Lagarde per quel che riguarda l’aspetto del debito pubblico dei Paesi, anche di quelli maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus e dalle sue conseguenze economiche. Il forte indebitamento secondo la Lagarde non provocherà una nuova crisi dell’eurozona. “No, la risposta è no” ha scandito Lagarde.

Secondo la BCE il Pil 2020 dell’eurozona scenderà mediamente dell’8-12%

Le previsioni dell’istituto centrale europeo però annunciano per il 2020 un calo del Pil dell’eurozona che dovrebbe aggirarsi intorno all’8-12%, e tuttavia il calcolo non è molto attendibile viste le evidenti difficoltà di eseguire una stima accurata e precisa di quali saranno gli effetti prodotti sull’economia dalla pandemia.

Secondo Christine Lagarde, il Pil “calerà più che durante la grande crisi finanziaria. Il calo fu tra il -4 e il -5%, ora sarà probabilmente il doppio. Dipenderà da quanto velocemente si esce dai lockdown, dalla gradualità della ripresa, dai settori colpiti”.

Lagarde ha anche spiegato che la Banca centrale europea “ha lavorato in base a scenari, ipotesi”, strutturando alla fine tre diverse opzioni: “quella ‘leggera’, che secondo me è già superata e che prevedeva un calo del Pil dell’eurozona del 5% nel 2020, quella ‘media’ (-8%) e quella ‘severa’ (-12%)” ha illustrato la numero uno dell’Eurotower.

Uno scenario ‘leggero’ che appare chiaramente superato, non solo per ammissione della stessa presidente della Bce, che poi fa una sua previsione indicando come “probabile che ci attesteremo tra lo scenario medio e quello severo”.

Uno shock “simmetrico” dice Lagarde “ha colpito tutti, il virus non conosce confini” osserva e precisa che però le conseguenze economiche sono “asimmetriche” dal momento che gli Stati con “molto spazio fiscale a disposizione” sono stati in grado di fronteggiare meglio l’emergenza. “Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi” aggiunge poi “ma dobbiamo anche sostenere l’economia”.

La Commissione Ue propone di mantenere le deduzioni nel prossimo bilancio comune

In precedenza la Commissione europea aveva assunto una posizione diversa, ma ora, per andare incontro alle richieste di Germania, Paesi Bassi, Svezia e Austria, ha fatto marcia indietro, proponendo di mantenere le deduzioni nel prossimo bilancio comune dell’Unione europea per il settennio 2021-2027.

Secondo quanto riportato dal sito di Investing, “consentire agli Stati membri di mantenere le deduzioni sui contributi nazionale alle casse comuni del blocco per il momento ha lo scopo di convincere i maggiori contribuenti netti a sostenere un massiccio pacchetto di stimoli economici proposto dall’esecutivo Ue per rilanciare la crescita”.

Il piano della Bce sarebbe quello di mettere in campo aiuti per centinaia di miliardi di euro, che verrebbero destinati ai Paesi maggiormente colpiti dall’emergenza, come Italia e Spagna, ma l’idea non piace ai governi dei cosiddetti Paesi frugali, che temono si stia eccedendo con gli aiuti, e che questi Paesi non adottino politiche sufficientemente prudenti sotto il profilo fiscale.

Ursula Von der Leyen presenta il piano di aiuti all’Italia

Nel frattempo la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha presentato al Parlamento europeo il piano di sostegno all’economia destinato ad aiutare i Paesi maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus.

Stando alle indiscrezioni, il piano messo a punto dalla Commissione Ue prevedrebbe per l’Italia aiuti per 172,7 miliardi di euro, 81 dei quali sarebbero a fondo perduto mentre gli altri 91 circa dovrebbero essere restituiti. La somma destinata all’Italia risulterebbe in questo caso la quota più alta per singolo Paese. Alla Spagna toccherebbero invece 140,4 miliardi di euro, 77,3 miliardi di aiuti, mentre 63,1 sono di prestito.

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