La mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non è passata. Italia Viva infatti, nonostante avesse minacciato a più riprese di negare il suo appoggio alla maggioranza, di cui fino a prova contraria comunque fa ancora parte, alla fine ha votato contro la mozione di sfiducia.
In realtà si trattava di due mozioni di sfiducia: una presentata dall’opposizione, firmata dai capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, nella quale si accusava il ministro Bonafede di essere stato troppo morbido coi detenuti nel corso dell’emergenza coronavirus, e di aver mal gestito le carceri in questa situazione di emergenza sanitaria.
La seconda mozione è stata invece presentata da Emma Bonino, ed in sostanza muoveva accuse di segno opposto. Il ministro Bonafede veniva in questo caso accusato di essere stato troppo giustizialista nel suo modo di condurre il suo dicastero.
Le mozioni però non sono passate, né la prima né la seconda, grazie al voto compatto di tutte le forze che compongono la maggioranza, compreso Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi, il quale dopo aver spinto per la nascita del secondo esecutivo guidato da Conte non ha fatto altro che remare contro e minacciare di staccare la spina facendo mancare il sostegno dei ‘renziani’, alla fine ha votato con la maggioranza.
La prima mozione, quella presentata dal centrodestra, è stata bocciata con 160 voti contrari, che arrivavano dal Movimento 5 Stelle, dal Pd e da LeU, più quelli dei 17 renziani. I voti favorevoli sono stati invece 131, con un astenuto e 292 votanti su 297 senatori presenti.
La seconda mozione invece, che era quella presentata da Emma Bonino è stata respinta con 158 voti contrari e 124 favorevoli. I presenti erano stavolta 302 e 19 sono stati gli astenuti. Al termine delle operazioni di voto è subito arrivato il commento di Italia Viva che ha subito rinfacciato l’appoggio concesso alla maggioranza di cui fa parte.
Italia Viva: “coi nostri voti abbiamo tenuto in piedi il Governo”
Da Italia Viva hanno subito ricordato: “coi nostri voti abbiamo tenuto in piedi il Governo” come se i ‘renziani’ di questo governo non facessero parte, come se non avessero in questo esecutivo ministri, segretari e sottosegretari.
Dal partito di Renzi erano arrivate minacce fino a stamattina, le stesse voci che ora ricordano la loro importanza fondamentale per tenere in piedi la maggioranza, erano quelle che spiegavano di essere pronte a votare la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Dopo la controreplica del Guardasigilli, Matteo Renzi ha annunciato che Italia Viva avrebbe votato insieme alla maggioranza. “Voteremo contro le mozioni di sfiducia” ha annunciato il leader della Leopolda “ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”.
Renzi conferma con le sue parole che il suo modo di fare politica non segue una logica di coerenza, e si colloca sempre più lontano dal concetto di serietà istituzionale. Il suo discorso al senato era infarcito di critiche alla maggioranza che continua a sostenere coi voti e ad attaccare con le parole. Una maggioranza che continua a ricattarre ben consapevole di poter contare su più parlamentari che elettori, ma che sostiene ben sapendo che né lui né i suoi vedranno mai più un’aula del Parlamento quando la parola verrà ridata agli elettori.
“Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella, signor ministro, ha utilizzato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri Governi passati dovrebbe andare a casa: Alfano, Giudi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti, ma noi non siamo come voi” dice Renzi elencando i ministri dei suoi esecutivi sfiduciati dai 5 Stelle.
“Non si fa politica pensando alla legge del taglione: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Disse ‘se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta. No, bisogna rifiutare la cultura del sospetto, definita da Falcone l’anticamera del komeinismo” spiega il leader di Iv nel suo intervento.
Un riferimento poi anche alla vicenda delle intercettazioni di Nicola Mancino che ha visto coinvolto l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che intervenne dal Quirinale ostacolando il lavoro della procura di Palermo. All’ex presidente della Repubblica, Matteo Renzi rivolge un “caloroso saluto”.
Poi tornando alle mozioni, Renzi continua ad accusare l’operato del ministro al quale intende votare la fiducia. “Sulle scarcerazioni c’è stata troppa superficialità, sulle riforme c’è ancora troppo da fare. Bonafede faccia il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco”.
Uscendo da palazzo Madama il ministro Bonafede ha parlato coi giornalisti affermando: “ho sempre rigettato l’idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo. La stella polare è la Costituzione” rispondendo così alle accuse di Renzi.
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