La Cina, in un momento di particolare tensione con gli Stati Uniti, dovuto alle pesanti accuse relative all’origine del coronavirus sia da parte del presidente Donald Trump che del Segretario di Stato Mike Pompeo, conferma l’intenzione di tener fede all’accordo siglato alla fine dell’anno scorso, e lo fa annunciando la sospensione dei dazi su 79 beni statunitensi.

Si tratta, secondo quanto riportato da Milano Finanza, di uno degli effetti delle continue pressioni di Washington che chiede che la Cina aumenti le importazioni di prodotti made in USA. La risposta di Pechino è arrivata nella giornata di ieri, con la dichiarazione del ministro delle Finanze cinese che stando a quanto riportato dall’agenzia Reuters, ha annunciato che le sospensioni entreranno in vigore dal 18 maggio.

Il titolare del dicastero ha specificato che la durata della sospensione dei dazi sui prodotti USA sarà di un anno, e terminerà il 19 maggio 2021. Nella lista dei prodotti ci sono minerali, terre rare, oro, argento, ma anche prodotti concentrati (concentrates).

Non è stato rivelato il valore complessivo delle importazioni, ma sappiamo che a febbraio la Cina si era resa disponibile a concedere esenzioni per 696 merci provenienti dagli USA, e tra questi vi sarebbero potuti essere anche prodotti chiave per l’economia a stelle e strisce, come la soia e la carne di maiale.

La scorsa settimana i principali negoziatori commerciali cinesi e statunitensi hanno avuto un colloquio telefonico nel corso del quale è stata discussa l’attuazione dell’accordo di Fase 1 che fu firmato nel mese di gennaio, al culmine di una guerra commerciale durata almeno 1 anno e mezzo.

Ed è proprio in virtù di quell’accordo che la Cina ha accettato di incrementare l’importazione di prodotti USA di 200 miliardi di dollari in due anni partendo da un valore di base del 2017. L’incremento sarebbe stato di 77 miliardi nel corso del primo anno, e di 123 miliardi nel corso del secondo anno.

Poco dopo la Cina si è ritrovata ad affrontare il focolaio di coronavirus di Wuhan da cui è partita l’epidemia che ha costretto il Paese all’adozione di misure restrittive estremamente severe che hanno di fatto bloccato l’economia per settimane.

Poi il virus è approdato in tutto il resto del mondo, diventando una pandemia globale che ha prodotto i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Sono arrivate quindi le accuse da parte del Governo USA, secondo il quale la Cina ha nascosto intenzionalmente informazioni preziose riguardanti il virus, rendendosi responsabile dei disastrosi effetti del virus negli Stati Uniti.

La tensione tra i due Paesi ha continuato a salire fino alla telefonata intercorsa pochi giorni fa, seguita da altre dichiarazioni di Donald Trump, che ha lamentato il mancato rispetto da parte di Pechino dell’accordo commerciale, non avendo provveduto a soddisfare i termini relativi all’acquisto di beni USA.

Ed ecco che arriva la decisione di Pechino di provvedere alla sospensione dei dazi su 79 beni provenienti dagli Stati Uniti. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Global Times cinese, che è il quotidiano di riferimento del regime comunista, alcuni consiglieri del Governo starebbero facendo pressioni affinché l’accordo commerciale di Fase 1 siglato a gennaio venga invalidato, in quanto troppo svantaggioso per la Cina.

Il ministro degli Esteri di Pechino ha però ribadito che l’accordo di Fase 1 così com’è è vantaggioso sia per gli USA che per la Cina, ed ha quindi confermato la volontà di eliminare i dazi. “Se ne avvantaggeranno entrambi gli Stati e il mondo intero. Entrambe le parti dovrebbero attuare l’accordo rispettando i principi di uguaglianza e di rispetto reciproco” ha dichiarato Zhao Lijian, portavoce del ministro degli Esteri nel corso di un briefing con i media cinesi.

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