La presidente della Commissione Ue, davanti al Parlamento europeo, chiede scusa all’Italia da parte dell’Europa. Scuse che, a quanto dice la stessa Ursula von der Leyen, saranno da ritenersi valide “solo se si cambia comportamento” ed emergerà il “coraggio di difendere l’Unione Europea”.

Con queste parole la presidente della Commissione si rivolge agli eurodeputati, ricordando che “è vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia”. Una presa di posizione decisa e chiara, che giunge in un momento indubbiamente delicato per le decisioni che l’esecutivo comunitario si appresta a prendere.

Si avvicina infatti la data del 23 aprile, per la quale è stato fissato l’incontro del Consiglio Europeo, nel corso del quale è prevista la discussione inerente gli strumenti economici per fronteggiare l’emergenza coronavirus e le sue conseguenze, come il Mes e gli Eurobond.

Una linea immaginaria divide l’Europa in due, con i Paesi del Nord da una parte, e quelli del Sud dall’altra. I primi schierati per l’applicazione rigida delle regole del Mes anche se il suo utilizzo avviene in un contesto completamente diverso da quello per cui è stato progettato; i secondi favorevoli invece agli Eurobond, che prevedrebbero una linea di debito comunitario.

“Serve un piano Marshall per la ripresa dell’Europa” dice la von der Leyen, e questo deve essere avviato “immediatamente”. A guidare la ripresa dovrà essere l’Mff, il bilancio pluriennale dell’Ue 2021-27, uno strumento in cui i Paesi membri hanno “fiducia”.

Il punto è che il bilancio europeo si basa su contributi nazionali, ed è proprio per questa ragione che Italia e Francia sono in prima linea nel chiedere che si adotti un fondo associato, il Recovery Fund appunto, che verrebbe finanziato da titoli comuni. Su posizioni nettamente diverse i Paesi del Nord, che chiedono invece di aumentare la capacità di indebitamento della Commissione stessa.

Ed è in questo preciso contesto che si colloca il discorso della von der Leyen. “È vero, l’Ue ora deve presentare una scusa sentita all’Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora Ue è il cuore pulsante dell’Ue”.

La presidente ha poi esortato ad avere il “coraggio di difendere l’Unione europea. Perché questa nostra Unione ci porterà” fuori dalla crisi, e ha aggiunto poi che l’Europa “domani sarà forte nella misura in cui” oggi ci impegniamo per rafforzarla. Ed è negli stessi cittadini di questa Europa che la von der Leyen consiglia di cercare ispirazione. Guardando a quei cittadini che “stanno insieme con empatia, umiltà e umanità”.

L’Ue però si è mossa, agendo in maniera determinata di fronte a questa emergenza, facendo “più in queste ultime quattro settimane, di quanto non abbia fatto nei primi quattro anni dell’ultima crisi”. Dal punto di vista economico infatti l’Europa è intervenuta mobilitando oltre “3 mila miliardi di euro” sottolinea la von der Leyen, che poi aggiunge: “sappiamo che dovrà essere fatto molto di più, perché questa è una lunga strada e il mondo di domani sarà molto diverso da quello di ieri”.

Gli obiettivi che devono essere raggiunti però, non potranno essere conseguiti se non attraverso un bilancio pluriennale europeo “diverso da quanto immaginato”. Sarà infatti questo strumento, che gode già della “fiducia di tutti i Paesi europei, trasparente e consolidato” a rappresentare “il faro del nostro risanamento”.

“Ne useremo la potenza per fare leva per investimenti massicci che servono per far ripartire la nostra economia ed il mercato interno dopo il coronavirus” dice ancora la von der Leyen, che poi parla di una pandemia “simmetrica” mentre non lo sarà la ripresa. “Lo shock economico di alcune regioni sarà maggiore di quello di altre, perciò la coesione e la convergenza saranno ancora più importanti del passato”.

Infine, a chiare lettere la von der Leyen ribadisce quanto il presidente del Consiglio ha più volte affermato, sostenendo che l’Europa “ha avuto crisi economiche prima, ma mai una chiusura come questa. Nessuno ne ha colpa” osserva, ed è proprio per questo che occorrono “misure senza precedenti”.

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