Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha comunicato il prolungamento delle misure restrittive fino al 3 maggio, ma alcune attività potranno già riaprire a partire dal 14 aprile, inoltre il premier ha fatto sapere che se la situazione dovesse migliorare ulteriormente si cercherà di “provvedere di conseguenza”.
Che le misure restrittive introdotte con il decreto del 10 marzo sarebbero state prorogate ancora ne eravamo tutti ben consapevoli, in compenso ora si comincia ad intravedere un primo passo verso il lento ritorno alla normalità.
Il presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa ha parlato delle novità contenute nell’ultimo decreto, e di quali saranno le attività che potranno ripartire. Tra i temi toccati c’è stato inevitabilmente anche quello dell’uso del Mes, e quindi l’esito dell’incontro dell’Eurogruppo che ha portato al raggiungimento di un accordo iniziale su come affrontare l’emergenza economica.
In questo campo però, precisa il premier, i passi fatti sono “ancora insufficienti”. I cosiddetti Coronabond su cui il Governo continua a spingere sembrano ancora molto lontani ma restano l’obiettivo principale da raggiungere per l’Italia.
L’attacco di Conte diretto a Salvini e Meloni in conferenza stampa
Proprio sul tema del Mes, in questi ultimi giorni ed in particolare nelle ultime ore prima della conferenza stampa di Conte, dall’opposizione erano giunti diversi attacchi. Non si trattava solo di opinioni discordanti, che in quanto opinioni sarebbero state più che legittime, ma di fake news diffuse ad ampio raggio dai leader di Lega e Fratelli d’Italia.
“Mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni, alcuni fatti” ha iniziato a dire il premier “il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri, non è stato approvato o attivato la scorsa notte, come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato. Questa volta lo devo dire, devo fare nomi e cognomi, da Matteo Salvini e Giorgia Meloni“.
“Lo stanno ripetendo dalla scorsa notte per tutte queste ore” ha spiegato Conte, che ha tenuto a precisare “non è assolutamente così. Questo Governo non lavora col favore delle tenebre. Questo Governo guarda in faccia gli Italiani e parla con chiarezza. Se ha qualche proposta da portare la porta chiaramente guardando negli occhi tutti gli Italiani”.
Il presidente del Consiglio ha poi spiegato in maniera più dettagliata a quale punto si è giunti nella trattativa con gli altri Paesi dell’Ue, e nel merito del Mes ha chiarito: “l’Eurogruppo non ha firmato nulla, né ha istituito alcun obbligo”, sottolineando che chi dice il contrario mente.
E quanto alle misure economiche da adottare per sostenere i Paesi più colpiti dall’emergenza coronavirus, Conte ha ribadito che il Governo da lui guidato spinge per gli Eurobond “noi abbiamo un progetto ambizioso e lavoriamo per gli eurobond” ha detto il premier in conferenza stampa “certo il rischio di tempi non rapidi c’è e se ci sono scorciatoie ditemele”.
Per Matteo Salvini l’attacco di Conte è inaccettabile. “Usare la tivù di Stato per dire falsità e fare un comizio contro Salvini e contro le opposizioni è roba da Regime, roba da Unione Sovietica” dice il leader della Lega, che poi rincara la dose “se la risposta di Conte è occupare la Tv pubblica per insultare chi non la pensa come lui, chiamerò Mattarella e gli spiegherò che noi abbiamo voglia di collaborare ma se dall’altra parte c’è gente che mente”.
Salvini sembra quindi non cogliere la differenza tra esprimere un’opinione e diffondere informazioni false. La conferenza stampa serve per fare il punto della situazione, e rettificare informazioni errate che sono state fatte circolare è da parte del presidente del Consiglio un dovere.
Sulla stessa linea del leader del Carroccio anche Giorgia Meloni, che accusa il premier di “tracotanza” e poi si rivolge al Presidente della Repubblica domandando: “non ha nulla da dire su questi metodi degni di un regime totalitario?”
Misure restrittive prorogate al 3 maggio, ma con alcune novità
Per iniziare ad uscire di nuovo di casa si dovrà attendere il mese di maggio, come ormai ci si aspettava. La conferma è arrivata in occasione della conferenza stampa di ieri, 10 aprile.
“Abbiamo prorogato le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche” ha dichiarato il presidente Conte, che fa sapere di aver apposto la firma sul nuovo decreto.
“Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti, si rischierebbe un aumento dei decessi e delle vittime se cediamo adesso” ha aggiunto poi Conte, che ha sottolineato come il rischio sia quello di “ripartire daccapo”.
Si spera quindi che “dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità ma ripartire dipenderà dai nostri sforzi” ha spiegato ancora il premier “la nostra determinazione è allentare il prima possibile le misure per tutte le attività produttive per far ripartire quanto prima in piena sicurezza il motore del nostro Paese a pieno regime: non siamo ancora nella condizione di farlo, dobbiamo attendere ancora”.
Qualcosa però inizia a muoversi, e nel decreto si dispone la riapertura per alcune attività proprio a partire dal 14 aprile. “Riapriranno cartolibrerie, librerie, negozi per neonati, per bambini” annuncia Conte “apriamo cum granu salis, con ponderazione, queste attività. Anche la silvicoltura, cioè il taglio dei boschi per rifornire i combustibili solidi, la legna, e attività varie forestali”.
Prima di procedere in questa direzione, il Governo ha ricevuto conferma da parte del Comitato tecnico scientifico che gli ultimi dati riguardanti la curva del contagio sono incoraggianti, a conferma che le misure adottate hanno funzionato e portano i loro frutti.
Per l’ufficio europeo dell’Oms l’Italia si sta dimostrando un esempio per gli altri Paesi. “Per questo non possiamo vanificare gli sforzi” ha ribadito il premier “se cedessimo adesso rischieremmo di perdere tutti i risultati positivi e dovremmo ripartire da capo, anche con un aumento del numero di decessi e vittime. Dobbiamo continuare a mantenere alta la soglia dell’attenzione”.
Procedono i preparativi per la Fase 2 con l’ausilio di una task force
Si inizia a parlare della riapertura delle attività, anche se per ora le misure restrittive rimangono quelle di prima con le sole eccezioni di cui abbiamo parlato. Quando però a ripartire saranno anche molte altre attività dovranno esserci delle norme di sicurezza ben precise.
“Ipotizziamo una ripresa delle attività a pieno regime ma con protocolli rigorosi” ha spiegato Conte “non possiamo debellare il virus. Dovremo conviverci” spiega, e poi anticipa che “il lavoro per la Fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Quanto al primo dei due punti, il premier conferma di aver già apposto la firma al decreto per l’istituzione di una task force che lavorerà insieme al Comitato tecnico scientifico nella Fase 2, e sottolinea che non si può “procedere a tentoni”, e che verranno invece studiati “processi razionali” per “ripensare l’organizzazione della nostra vita”.
La task force sarà guidata da Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone “un manager tra i più stimati anche all’estero” dice Conte, e con lui lavoreranno “personalità come sociologi e psicologi”, e fa i nomi di Giovannini, Maggini, Mazzuccato, Sadun.
Il compito della task force sarà quello di dialogare “con il comitato tecnico scientifico. Dobbiamo inventarci nuovi modelli organizzativi nel lavoro, modelli più innovativi che tengano conto della qualità della vita” spiega il premier, che sottolinea l’importanza del protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
“A tutti i responsabili delle aziende” il presidente del Consiglio raccomanda di “approfittare di questo momento per sanificare i luoghi di lavoro, predisponendosi per la corretta applicazione delle misure di protezione e delle distanze necessarie. È un protocollo che aggiorneremo e diffonderemo”.
Con l’Eurogruppo risultati ancora insufficienti
Uno dei temi più attesi affrontati dal premier in conferenza stampa, è quello della trattativa con gli altri Paesi membri circa gli strumenti economici da mettere in campo per far ripartire l’Europa, supportando in particolare gli Stati più colpiti dalla pandemia, come Italia, Spagna e Francia.
Mentre la prima riunione si era conclusa con un nulla di fatto dopo 16 ore di trattative, la seconda ha prodotto un accordo, anche se si tratta solo di una base da cui partire, più che di un punto d’arrivo.
“Le proposte dell’Eurogruppo sono un primo passo verso una risposta europea” ha fatto sapere Conte “Gualtieri ieri ha fatto un gran lavoro. Ma è un primo passo che l’Italia, e su questo siamo pienamente d’accordo con Gualtieri, giudica ancora insufficiente”.
Per il premier “serve ambizione. La principale battaglia è un fondo da finanziare con una vera e propria condivisione economica dello sforzo, come ad esempio gli Eurobond. Serve una potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un’economia di guerra e deve essere disponibile subito. Condurremo fino in fondo la nostra battaglia”.
Nessuna firma insomma, rassicura il presidente Conte “senza strumenti adeguati alla sfida” e spiega: “la proposta europea la valuto nel suo complesso nel Consiglio europeo: lottiamo per gli Eurobond. La risposta comune o è ambiziosa o non è, non abbiamo alternative. Per questo non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che riguarda l’Europa e tutti gli Stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti”.
Sulla ‘patrimoniale’ proposta dal Pd Conte chiarisce: “nessuna proposta simile”
In conferenza stampa il premier ha parlato dell’incontro avvenuto nella mattinata di ieri a Palazzo Chigi con i capi delegazione e alcuni ministri per discutere le modalità in cui verranno riaperte le prime attività commerciali nella giornata di martedì 14 aprile. Nel corso del vertice, ha fatto sapere Conte, si è parlato anche dei risultati raggiunti dall’Eurogruppo, ma non del Mes in modo specifico.
“Confezionare questo Dpcm è stato complesso” ha ammesso il presidente del Consiglio “abbiamo dovuto sciogliere tanti nodi e dubbi. Non siamo rimasti a litigare affatto per Mes o non Mes. Le forze di maggioranza sono consapevoli che il Mes non sia la soluzione“.
Il premier, nel corso della conferenza stampa, si è anche detto consapevole del fatto che alcune misure economiche contenute nei decreti fino ad oggi emanati, non sono state ancora applicate nel concreto. “Stiamo sburocratizzando, premeremo sull’Inps e sul comparto bancario” ha poi garantito Conte, che ha però sottolineato: “dei tempi occorrono, una emergenza così era inimmaginabile”.
Ha poi fatto sapere che nel corso del vertice tenutosi nella mattinata di ieri, insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si è “ragionato anche dei prossimi passaggi”. “Ora ci dedicheremo al decreto per le misure economiche che vogliamo adottare prima della fine di aprile” ha poi spiegato Conte.
È anche stato affrontato il tema della possibile introduzione di una tassa patrimoniale, così come ne avevano parlato il capigruppo del Partito Democratico, Graziano Delrio e Davide Melillo, che hanno accennato ad una Covid-tassa per redditi superiori ad 80 mila euro.
Il premier però ha detto: “oggi è la prima volta che ne ho sentito parlare. Non ne abbiamo parlato al tavolo dei capi delegazione, il Governo non ha fatto propria nessuna proposta del genere e non la vedo all’orizzonte”.
Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sostengono il presidente Conte
Se il dialogo con le forze di opposizione in questi ultimi giorni si è fatto difficile, nella maggioranza i due principali partiti, M5s e Pd, fanno quadrato e offrono il proprio sostegno al premier Conte.
La linea portata avanti dal presidente del Consiglio è infatti ampiamente condivisa dalle forze che sostengono questo esecutivo: “no al Mes, sì agli Eurobond. Questa è la linea del Movimento 5 Stelle, questa è la linea del Governo appena ribadita dal presidente Giuseppe Conte, al quale va il nostro totale sostegno nell’ambito di difficili trattative a livello europeo, che richiedono il massimo grado di unità e compattezza”.
È questo il messaggio che il reggente Vito Crimi posta sulla sua pagina Facebook. Ma anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si esprime sulla stessa lunghezza d’onda e via social scrive: “spingere avanti l’Europa, fare in fretta per attuare i provvedimenti economici e sociali. Dando tempi certi. Sburocratizzare l’Italia, con Colao e tutta la task force immaginare e costruire il futuro. Fatti e obiettivi ambiziosi di Conte e dal Governo che condividiamo. Andiamo avanti. Costruiamo un futuro migliore“.
Tutt’altri toni invece quelli usati dagli esponenti di Italia Viva, che portano avanti anche in questo contesto la loro opposizione interna, e condannano le parole usate da Conte contro Salvini e Meloni in conferenza stampa. Ettore Rosato parla di un “attacco inutile e non giustificato” e aggiunge: “l’opposizione non sta facendo quello che dovrebbe fare in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, ma questo non giustifica le parole e il modo utilizzato dal presidente Conte”.
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