L’attesissimo incontro dell’Eurogruppo di ieri, 7 aprile, non ha portato ad alcun risultato concreto in fatto di decisioni su come sostenere i Paesi membri nella gestione dell’emergenza coronavirus, ed in particolare non c’è stata alcuna svolta sull’uso del Mes, vero nodo dell’intera faccenda.
Si sono tutto sommato consolidate le posizioni già note dei vari Paesi, con un gruppo di rigoristi capeggiato da Olanda e Germania, contrari all’uso degli Eurobond e favorevoli all’uso del Mes come strumento per sostenere le economie in maggior difficoltà a causa della pandemia.
Ci sono poi i Paesi che chiedono invece di ricorrere agli eurobond, per l’occorrenza definiti anche Covid-bond o più semplicemente coronabond, e soprattutto si dicono contrari all’uso del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità). Tra questi Paesi vi sono l’Italia, la Spagna e la Francia, più altri sei.
La videoconferenza dei 27 ministri delle Finanze però non ha prodotto risultati. Fumata nera insomma, visto che non si è giunti ad alcun punto d’incontro da proporre al prossimo Consiglio Ue sulle misure economiche da adottare. Il colloquio, come ha sottolineato lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno via social.
“Dopo 16 ore di discussione ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo” ha scritto Centeno su Twitter “ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19”.
È arrivato poi anche il commento del ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, che ha ribadito il concetto. “Nonostante i progressi, nessun accordo ancora all’Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”.
Per la Commissione Ue ha parlato invece il commissario Paolo Gentiloni, che sempre su Twitter ha pubblicato il suo messaggio scrivendo: “all’Eurogruppo rinvio senza accordo dopo 16 ore di riunione. La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno”.
Ed è proprio il Mes lo scoglio che non si riesce a superare, in particolare le condizioni cui l’uso del fondo salva Stati è vincolato. Ed è proprio su quelle condizioni che si è dibattuto, con un confronto tra i due schieramenti che sono venuti a formarsi, che secondo fonti europee è stato “molto duro”.
Uno dei due schieramenti, nel quale vi sono tra gli altri Italia e Spagna, continua ad opporsi a delle condizioni che penalizzerebbero pesantemente le economie dei Paesi che si servissero del Mes, mentre l’altro, capeggiato dall’Olanda, continua a restare fermo sulle sue posizioni.
I Paesi del Sud chiedono che se si dovesse decidere di usare il Mes, ciò avvenga senza le condizionalità attualmente previste per la concessione dei prestiti ai singoli Paesi in difficoltà, ma dai Paesi del Nord Europa arriva un chiaro rifiuto.
Non solo i Paesi Bassi, ma anche Germania e Finlandia, capeggiano lo schieramento dei cosiddetti rigoristi. Il ministro delle Finanze di Amsterdam, Wopke Hoekstra, aveva già chiarito, prima dell’inizio dell’incontro dell’Eurogruppo, che la posizione del Governo guidato dal liberale Mark Rutte è quella di escludere il ricorso agli eurobond.
Proprio quella degli eurobond è invece la soluzione prospettata da almeno 9 Paesi dell’Ue, tra cui Italia, Spagna e Francia. Sempre Hoekstra aveva anche ribadito che il Governo olandese non intende accettare l’uso del Mes senza le condizioni che prevede il suo statuto.
“L’Olanda era e resta contraria agli eurobond perché aumentano i rischi per l’Europa invece di ridurli. La maggior parte dei Paesi dell’Eurozona sostiene questa linea” ha scritto il ministro del Tesoro olandese su Twitter, concludendo: “non c’è ancora un accordo sull’uso del Mes”.
L’Olanda spinge per l’uso di queste linee di credito solo in una prima fase, e solo per combattere la pandemia di Covid-19, mentre una volta superata l’emergenza sanitaria si dovrà trovare un’intesa su riforme economiche che possano dare garanzia di stabilità finanziaria.
Secondo alcune fonti interne però alcuni passi avanti sarebbero stati compiuti circa una proposta franco-italiana che ipotizza di ricorrere a un fondo per la ripresa basato su titoli di debito comuni, i cosiddetti Recovery Bond.
Tuttavia vista la distanza tra le posizioni dei vari Governi dei Paesi dell’Ue, è probabile che i ministri delle Finanze non siano in grado di giungere ad un accordo condiviso, e in quel caso la palla tornerebbe ai Capi di Stato e al Consiglio Ue.
Era stato proprio il Consiglio Ue però, al termine dell’ultimo e travagliato incontro, a chiedere ai ministri delle Finanze dei Paesi membri di trovare un accordo su una proposta da sottoporre poi al gruppo presieduto da Charles Michel.
L’incontro dell’Eurogruppo si è articolato intorno a tre temi: quello dell’uso del Mes, il sostegno alle imprese attraverso le garanzie della Bei, e il meccanismo a copertura dei costi della cassa integrazione attraverso il fondo Sure. Poi si è aggiunto un quarto argomento, quello del Recovery Fund, cioè un fondo di solidarietà, di natura temporanea e finanziato con l’emissione comune di titoli di debito.
Borse in calo per il mancato accordo sul Mes
Tuttavia, resasi ancor più evidente una siderale distanza tra le posizioni espresse in sede di Eurogruppo, le borse hanno risentito del mancato accordo e hanno aperto in flessione. L’indice Ftse Mib segna un -1,14% in avvio a 17.212,38 punti. In calo anche i listini di Londra che segnano un -1,44%, così pure quelli di Francoforte (-0,88%) e di Parigi (-1,22%).
Sale di oltre 10 punti lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi. Il differenziale passa dai 192 punti base di ieri sera a 206, e il tasso di rendimento del decennale italiano si attesta sull’1,65%.
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