Non ha nessuna intenzione di ammorbidire la sua linea, Matteo Renzi, che dall’alto del 3% di consensi che Italia Viva raccoglierebbe ora nel Paese secondo i sondaggi, continua a ricattare il Governo.

Il dialogo costruttivo finalizzato al raggiungimento di un compromesso accettabile per tutte le forze politiche che a settembre hanno deciso di sostenere il Conte bis non faceva per lui. Così l’accordo raggiunto con qualche rinuncia da ogni parte, tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali, sul tema della prescrizione è stato raggiunto senza i renziani.

Renzi ha fatto muro fin dall’inizio, e continua a farlo, sapendo che al Senato il Governo, almeno per il momento, ha bisogno dei voti di Italia Viva. E se non avrà quelli dei suoi seguaci, Conte avrà bisogno di qualcuno, qualche cosiddetto ‘responsabile’ disposto a sostenere la maggioranza al posto di chi non intende farlo. Non sul tema giustizia se non altro.

E mentre il presidente del Consiglio si arrabatta per trovare questi ‘responsabili’ per provare a fare a meno di un Renzi sempre più inaffidabile e sempre più sulle posizioni di Forza Italia, lui, il leader della Leopolda, scrive un tweet dall’Hymalaya corredato di immagini suggestive di picchi innevati. “Quassù non ci sono polemiche ma solo tanta bellezza” dice Renzi, che poi cita Confucio “La pazienza è potenza”.

Il suo stato di serenità però Renzi non lo deve tanto al contatto con la natura o alla profonda conoscenza delle filosofie orientali, bensì alla forte convinzione di non poter perdere la battaglia che sta portando avanti contro la maggioranza di Governo. In queste ultime ore infatti pare che i tentativi di rimpiazzare lui e i suoi senatori stiano procedendo fin troppo a rilento per poter far ben sperare il premier.

I responsabili poi Giuseppe Conte li starebbe cercando anche tra le fila di Italia Viva, ma ne servirebbero tanti, una decina almeno per rompere le uova nel paniere di Renzi. Inoltre nella chat di Italia Viva si sbracciano tutti per rassicurare il loro leader, “io non me ne vado” garantiscono a turno.

E proprio a loro, dalla montagna, giungono le rassicurazioni che cercano in questo momento di smarrimento. Un Matteo Renzi intriso di ottimismo spiega: “siamo in una situazione, come si dice, win-win. Nel senso che comunque vada a finire nel breve e nel lungo periodo, a noi va bene”.

Ecco come potrebbe andare: i due scenari possibili

Nel primo scenario il presidente del Consiglio, costretto a cercare qualcuno che sostenga la maggioranza per evitare l’ennesima crisi di Governo, visto che chi doveva farlo ha deciso di andare a braccetto con l’opposizione, riesce nella sua impresa.

La strategia suggerita al premier da Zingaretti e Franceschini insomma va a segno, e nasce il Conte ter dal quale la componente renziana risulta estirpata. Renzi in questo caso si ritrova all’opposizione insieme ai suoi nuovi compagni di merenda, una posizione a lui chiaramente più congeniale, dalla quale potrà portare avanti le sue battaglie e quelle di Forza Italia contro il giustizialismo, con maggiore libertà.

Quanto potrebbe durare il Conte ter? Probabilmente poco. Ma non sarebbe tanto questa la rivincita di Matteo Renzi, quanto quella che otterrebbe alle elezioni regionali. Se l’alleanza tra il Pd e Iv si rompe, in Toscana i dem dovranno vedersela da soli contro il candidato del centro-destra, e contro avrebbero anche il candidato di Italia Viva che in questo caso giocherebbe in casa.

Che il Partito Democratico possa vincere le elezioni regionali in Toscana senza l’aiuto di Italia Viva è estremamente improbabile, senza contare che anche la giunta di Nicola Zingaretti nel Lazio sarebbe altamente a rischio.

Nel secondo scenario invece il piano suggerito al premier da Zingaretti e Franceschini fallisce, e il Governo cade. Elezioni subito, si diceva. Ma con subito si intende prima possibile, e fino ad allora a prendere le redini dovrà essere un Governo tecnico alla guida del quale non potrebbe certo esserci Giuseppe Conte.

Già questo ripagherebbe ampiamente Renzi dei suoi sforzi, ma non è tutto. Le elezioni non potranno svolgersi prima dell’autunno, e forse neppure allora visto che in ballo ci sarà la sessione di bilancio, quindi il governo tecnico non resterebbe in carica solo un paio di mesi, ma potrebbe durare oltre un anno, con conseguenze che non potranno che ricadere prima di tutto sui cittadini.

“Noi siamo la garanzia di tenuta della legislatura fino al 2023” ribadisce Renzi, a patto che si faccia come vuole lui senza se e senza ma. Sulla giustizia l’esecutivo deve seguire la linea tracciata da Italia Viva, e se non lo fa, ecco pronta la mozione di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede.

La mozione verrà presentata probabilmente intorno ai primi di aprile, subito dopo il referendum sul taglio dei parlamentari, così una volta che la riforma costituzionale sarà passata non sarà possibile tornare alle urne per un bel po’, visto che i collegi elettorali dovranno essere adeguati ai nuovi numeri.

Per evitare questi due scenari la maggioranza dovrebbe fare marcia indietro sulla giustizia e accettare il diktat di Renzi. Conte in un certo qual modo ha già dato la sua risposta, e sta procedendo con le nomine in scadenza, a partire da Agcom e Privacy, escludendo Italia Viva.

Renzi intanto sente i suoi alleati del momento, a partire da Silvio Berlusconi che sul tema della giustizia ha una visione quanto mai simile alla sua. “Molti dei miei smaniano per dare una mano a palazzo Chigi” ammette il cavaliere “ma ti do la mia parola d’onore che questo aiuto non potrà mai e poi mai arrivare sulla giustizia. Su questo i nostri voti non li avranno né oggi né in futuro”.

Una telefonata che inizia a definire la natura del giovane partito di Matteo Renzi, ma che soprattutto rappresenta una rassicurazione per lui, e gli permette di andare avanti spedito per la sua strada.

E la sua strada tocca tappe ben precise. Il primo tema da affrontare, e che sta già affrontando è quello della giustizia. Lo stop alla prescrizione per i condannati in primo grado non è nelle sue corde, come non è nelle corde di Forza Italia, ma non sarà questa la sola battaglia che Italia Viva porterà avanti, l’altra è quella contro il Reddito di Cittadinanza.

Così facendo Renzi cerca di tracciare una linea di demarcazione netta tra la posizione di Italia Viva e quella del Governo a trazione 5 Stelle-Pd. La settimana prossima partirà quindi una raccolta firme proprio contro il RdC, la misura cavallo di battaglia dei 5 Stelle.

Nella serata di mercoledì poi Matteo Renzi sarà a Porta a Porta, dove preannuncia annunci eclatanti, e giovedì la sua agenda prosegue con una conferenza stampa alla quale parteciperà esponendo il “piano choc sull’economia”.

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