Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, unico ministro tecnico del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte, lo aveva già detto nei mesi scorsi: i decreti sicurezza devono essere cambiati.

L’idea della nuova titolare del Viminale era di mettersi al lavoro prima della fine del 2019, ma niente da fare. Così il tema dell’immigrazione, e quindi la questione dei decreti sicurezza, (decreto sicurezza e decreto sicurezza bis) approvati dal Governo giallo-verde, torna all’ordine del giorno nel 2020.

Ospite del programma condotto da Fabio Fazio Che tempo che fa, Lamorgese ha parlato proprio di immigrazione e sicurezza. “Penso che i decreti sicurezza vadano cambiati perché ci sono state delle osservazioni della presidenza della Repubblica” ha spiegato il ministro “potremmo valutare insieme alle altre forze della maggioranza per poter procedere ad altri mutamenti. È un discorso che si farà con la maggioranza”.

Lamorgese ha anticipato che verranno modificate anche le multe previste per le navi delle Ong che sbarcano migranti in territorio italiano. Sulle Ong ha detto “io le ho ricevute” e ha poi aggiunto: “vorrei che il codice di condotta (ciè quello che fu firmato dall’ex ministro Minniti, ndr) fosse ritenuto buono e anche migliorabile. Le Ong non si possono muovere in autonomia senza un coordinamento delle autorità competenti. Ho chiesto un codice europeo”.

Per quel che riguarda il flusso dei migranti verso l’Italia, Lamorgese ha detto: “che i dati portino a un aumento elevato non c’è dubbio, ma è dovuto ovviamente anche alla situazione politica in questo momento di instabilità che c’è in Libia. E ovviamente questo va a incidere anche sui flussi”.

Proprio per questo il Governo italiano si sta muovendo per migliorare il rapporto di collaborazione con la Libia. Nella giornata di ieri l’Italia ha infatti inviato alla Libia le richieste di modifica del Memorandum del 2017, nel quale si ritiene non vi si trovino le dovute garanzie sui diritti umani.

“Il memorandum d’intesa con la Libia mira a fare in modo che le agenzie dell’Onu, Unhcr e Oim, vengano valorizzate ed aiutate nella loro attività nei campi di detenzione e migliorare la situazione dei diritti umani” ha spiegato il ministro.

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