Il Reddito di Cittadinanza, la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle al fine di ridurre la povertà in Italia e favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, è stata introdotta ormai quasi un anno fa, con un numero di percettori che, inevitabilmente, aumenta notevolmente nelle regioni del sud Italia rispetto a quelle del nord.
Una misura da molti criticata, da alcuni ritenuta inefficace, da altri come Matteo Salvini e Matteo Renzi, osteggiata. Il reddito di cittadinanza però è stato confermato anche per tutto il 2020, ed anche se con alcune difficoltà e rallentamenti, procede nella direzione prefissata dall’allora primo esecutivo a trazione M5s.
Reddito di Cittadinanza in Calabria, un beneficiario su tre non ha votato M5s
È questo il dato sicuramente significativo emerso alla luce del risultato delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 in Calabria. Un quadro al quale è possibile giungere in seguito ad un rapido calcolo, prendendo in esame due elementi: il numero di voti che ha preso il Movimento 5 Stelle in Calabria, ed il numero complessivo di beneficiari del Rdc della Regione.
Diciamo prima di tutto che il Movimento 5 Stelle ha subito l’ennesima batosta e questa volta arriva da una regione del sud Italia in cui era sempre stato molto forte. Il M5s è passato infatti dal 43,4% delle politiche di meno di due anni fa al 7.35% conseguito in questa tornata elettorale.
Un tracollo dal quale sarà dura riprendersi per il MoVimento, ma il dato più impressionante riguarda il rapporto tra il numero di voti e il numero di beneficiari del Rdc, la misura cavallo di battaglia dei 5 Stelle.
“La politica del reddito di cittadinanza non ha pagato in Calabria” ha detto all’Adnkronos Mario Caligiuri, che per anni ha ricoperto la carica di sindaco di Soveria Mannelli ed è professore ordinario di pedagogia della comunicazione presso l’Università della Calabria.
“Basti pensare che le persone che hanno ottenuto nella regione il Reddito sono state 62 mila mentre il Movimento 5 Stelle ha raccolto 48 mila voti in queste elezioni, quindi non è una politica che paga” ha spiegato Caligiuri.
Numeri alla mano insomma, un beneficiario del reddito di cittadinanza su tre non ha votato per il M5s alle regionali 2020 in Calabria. Una tendenza, quella di non votare i 5 Stelle, che si era già intravista abbastanza nitidamente già in occasione delle elezioni europee, quando il MoVimento prese il 26,7%. Un risultato sicuramente basso rispetto alle politiche, ma tutto sommato accettabile.
Il disastro delle regionali invece fa apparire tutto quanto sotto una diversa luce. Il Movimento ha totalizzato 48.784 voti alle regionali in Calabria, mentre i nuclei familiari che percepiscono reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza sono in tutto 69.837, che corrispondono a circa 174 mila persone. Un numero quest’ultimo che comprende anche i minori, ma che fornisce comunque un quadro abbastanza chiaro.
Se si guardano poi i dati che arrivano dalle singole province si nota che a Reggio Calabria ad esempio, su 20 mila nuclei familari che percepiscono il Rdc o la pensione di cittadinanza, il MoVimento ha preso solo 10 mila voti. Uno scarto che poi, dove in misura maggiore, dove minore, si riscontra ovunque in Calabria, dove l’importo medio del sussidio è di 519 euro per il Rdc e di 238 euro per la pensione di cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza, ancora furbetti: 12 le denunce
Avevano iniziato ad intascare il reddito di cittadinanza già dal mese di marzo scorso, ed in alcuni casi la somma riconosciuta arrivava anche a 1.000 euro al mese.
Così 12 persone che percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto sono state denunciate dai carabinieri di Faleria i quali, dopo aver censito tutti i percettori del reddito, grazie alle informazioni attinte dalle banche dati di anagrafe, Inps e Inpdap, incrociate con i dati relativi alle utenze e alle spese effettuate, hanno individuato i soggetti.
Sono scattate quindi le operazioni di osservazione e pedinamento da parte dell’Arma per appurare l’esistenza di una corrispondenza con quanto emerso dall’analisi delle informazioni in loro possesso.
Tra i casi quello di una coppia, e quello di un genitore e un figlio maggiorenne conviventi, che avevano dichiarato di vivere in due posti diversi in modo da poter percepire entrambri il sussidio. Tra i furbetti beccati dai carabinieri anche persone che svolgevano attività a nero come lavori agricoli o nell’edilizia, ma anche attività di vendita ambulante come nel caso di due stranieri residenti nella Tuscia.
Tutte queste persone sono state quindi denunciate alla Procura della Repubblica di Viterbo per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
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